video suggerito
video suggerito
24 Dicembre 2022
8:30

Carcinoma squamoso del gatto: come abbiamo scoperto l’anticorpo monoclonale che può sconfiggerlo

Il carcinoma squamoso del gatto è una neoplasia frequente negli animali a mantello bianco, che colpisce a livello delle orecchie, del naso o del cavo orale. È molto aggressivo, ma un anticorpo monoclonale può sconfiggerlo.

24 condivisioni
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
gatto bianco

Il cancro non è un nemico imbattibile. Ma il carcinoma squamoso del gatto è davvero insidioso. Stiamo parlando di una neoplasia molto frequente negli animali a mantello bianco. Questa particolare caratteristica infatti li rende non completamente protetti dall’azione dei raggi UV della luce solare che, come si sa, produce danni al DNA.

Ma in realtà, questa neoplasia colpisce in maniera trasversale gatti di tutte le razze, sia che vivono in spazi outdoor che in casa. Più frequentemente si manifesta a livello delle orecchie e del naso ma può originare anche nel cavo orale. E’ uno dei tumori più aggressivi che si conoscono e spesso gli animali sono portati a visita quando il male è già avanzato con metastasi diffuse. Se viene scelta la chirurgia per affrontare la malattia, gli interventi sono spesso demolitivi con gravi conseguenze e le terapie non sono efficaci al 100%.

Ma chi scrive ha deciso di sfidare il cancro con le armi della ricerca, senza arrendersi. Soprattutto se l’alleato nella battaglia è un giovane volenteroso e molto capace: Gennaro Altamura, laureato in Biotecnologie mediche, ricercatore presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università di Napoli Federico II.

Ricordo bene che c’era un patto non scritto tra di noi: lavorare sodo per non darla vinta al tumore. E fu proprio una sera tardi che, dopo aver studiato a fondo la letteratura medica e confrontandoci per l’ennesima volta, ad un certo punto si accese la lampadina: Cetuximab. Questo è il nome di un anticorpo monoclonale che blocca selettivamente il recettore per il fattore di crescita epidermico (EGFR). L’EGFR è una proteina che si attiva in maniera anomala rendendosi responsabile della proliferazione tumorale.

E allora ci siamo subito messi all’opera in laboratorio, dove esperimenti condotti in maniera meticolosa e con risultati ripetibili hanno soddisfatto le attese: il farmaco inibisce la crescita delle cellule tumorali. Eureka! Per la prima volta c’erano le evidenze a livello cellulare e molecolare che un anticorpo monoclonale funzionava: una novità assoluta in oncologia veterinaria.

Perché è così importante? Lo spiega direttamente il dottore Gennaro Altamura, coautore dello studio pubblicato su un’importante rivista, Frontiers in Veterinary Science: «Gli anticorpi monoclonali sono farmaci intelligenti ovvero riconoscono selettivamente le cellule tumorali. In questo modo, a differenza dei classici chemioterapici, hanno meno effetti collaterali e sono ben tollerati».

Gli anticorpi monoclonali hanno rappresentano una vera innovazione in campo terapeutico, infatti: ormai l’impiego di questi farmaci in oncologia umana è una realtà affermata da anni. In medicina veterinaria sono ancora considerati una frontiera che però è ora di attraversare per la salute dei nostri amici animali.

Eppure la scoperta non è immediatamente applicabile. Perché? «Se somministrassimo il Cetuximab ai gatti malati di tumore ci sarebbe una reazione immunitaria – spiega il ricercatore – Per questo, stiamo sviluppando insieme ad altri colleghi dell’Università Federico II un anticorpo adattabile al gatto. Il processo si chiama “speciazione” ed è fattibile applicando metodologie biotecnologiche raffinate. Superato questo step, sarà possibile iniziare il trial clinico».

Insomma, c’è ancora della strada da percorrere ma siamo a più di metà dell’opera. Per il bene dell’uomo e dei gatti, noi proseguiamo con l’ottimismo di non darla vinta al "male del Secolo".

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
Avatar utente
Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views