video suggerito
video suggerito
20 Giugno 2023
12:31

Berta maggiore a rischio estinzione: allerta CITES per proteggere l’uccello marino simbolo del mediterraneo

Le berte rischiano di estinguersi per colpa dei comportamenti dell'uomo e come ogni anno, all'inizio dell'estate, comincia la campagna di sensibilizzazione e di monitoraggio della CITES, che cercherà di impedire agli abitanti e ai visitatori di alcune isole saccheggiare uova e nidi.

1 condivisione
Immagine

Sono diverse le specie di uccelli marini che attualmente rischiano l'estinzione a causa di un insieme di fattori. Fra questi a preoccupare particolarmente i biologi della conservazione c'è la berta maggiore (Calonectris diomedea)che seppur un tempo era distribuita in gran parte del Mediterraneo e dell'Atlantico, risultando una delle specie simbolo dell'avifauna nazionale e continentale, oggi soffre notevolmente, a causa del restringimento dell'areale e dei prelievi illegali di uova e pulcini.

La situazione è divenuta così allarmante in determinate regioni del nostro paese, come in Sicilia, che l'ufficio operativo della CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione), gestito dai Carabinieri Forestali, ha emanato una campagna di sensibilizzazione per salvaguardare i nidi durante questa stagione estiva appena cominciata.

«Un tempo era molto frequente il prelievo delle uova dai nidi della berta maggiore» ha spiegato il colonnello Giorgio Maria Borrelli, comandante del raggruppamento CITES del comando unità forestale e ambientale agroalimentare di Roma. «Bisogna prevenire e reprimere questa consuetudine locale, soprattutto in quelle regioni come le Pelagie in cui si riscontrano il maggior numero di nidi presenti nel nostro paese. Le uova di questa specie purtroppo però hanno rappresentato per secoli una delle fonti alimentari principali in un determinato periodo dell’anno proprio per gli abitanti di Linosa». Per questa ragione è molto difficile scardinare una tradizione secolare e invertire "la rotta", prevenendo la futura scomparsa di alcuni siti di nidificazione.

Ovviamente sull'isola le berte non sono lasciate sole. Da diversi anni infatti alcuni gruppi di ornitologi siciliani e di volontari portano avanti delle campagne di monitoraggio e di osservazione, che se da una parte garantiscono alle berte un po' maggiore sicurezza, forniscono anche una possibilità in più per i tanti naturalisti siciliani nell'approfondire gli studi su questi uccelli minacciati.

Bisogna comunque compiere ancora molto lavoro, per permettere a questa specie di ritenersi al sicuro, spiegano agli esperti. Alla diminuzione dei danni arrecati dai locali, sono infatti aumentati negli ultimi anni i danni causati accidentalmente dai turisti e dai bagnanti ed è per questo che le attività degli operatori della CITES e dei volontari risulteranno fondamentali per permettere alle berte di avere un anno riproduttivamente parlando in attivo.

«L’attività dei carabinieri forestali ha portato a una riduzione drastica di questo fenomeno: da circa 700 uova che venivano prelevate circa dieci anni fa si è arrivati ​​ad una riduzione del 95% – ha dichiarato Borrelli, riferendosi ai successi ottenuti – Bisogna però coinvolgere di più le popolazioni locali, con attività di promozione, informazione e di educazione ambientale nelle scuole, affinché tutte le persone coinvolte capiscano che non bisogna mangiare le uova né fotografare i nidi. Fortunatamente, possiamo dire che la popolazione locale da un paio di anni ha pienamente capito la problematica tant’è che il fenomeno, come detto, è in fortissima regressione».

Il pericolo che la berta maggiore scompaia per colpa dei mutamenti climatici e dell'eccessiva antropizzazione delle coste mediterranee rimane. Anche perché sono aumentate le quote di turisti stranieri, che cercano di "collezionare" le uova e i pulcini delle specie per loro esotiche, in modo da rivenderle al mercato nero. Un fenomeno che come sanno bene i carabinieri forestali, colpisce anche altre specie di uccelli, fra cui i rapaci.

Concentrandoci anche esclusivamente sul caso di Linosa, è semplice capire quale siano le delicate condizioni ecologiche a cui sono sottoposte le berte in gran parte del suo areale, studiando nella sua interezza questa piccola isola posta al centro di un mare interno. L’isola di Linosa per esempio è estesa per circa 5,5 chilometri quadrati e come gran parte del bacino del Mediterraneo ha la maggioranza delle coste che hanno perso la propria naturalità, per quanto sia inserita in un'area marina protetta (D.M. 21/10/1992 MATTM) e faccia parte di una riserva terrestre.

Fortunatamente con l'introduzione di questi sistemi di protezione le colonie di berte hanno avuto garantito l'accesso in diverse spiagge isolate, non toccate dall'arrivo dei turisti, ma probabilmente qualora non fossero state tutelate con delle norme specifiche atte alla loro sopravvivenza, come la direttiva Uccelli dell'Unione Europea, oggi sarebbero sparite. «E anche oggi non è possibile dichiarare che sono del tutto fuori pericolo», hanno sottolineato gli esperti.

Immagine
Il mito delle antiche sirene secondo molti storici e biologi fu tratto da diversi incidenti, in cui gli antichi marinari si scontravano contro delle secche presenti al centro del Tirreno e del Mediterraneo, che erano ricoperti da diverse Berte in nidificazione

Dire addio a questa specie però non equivarrebbe solo ad una perdita di preziosa biodiversità, ma anche a un pezzo della nostra cultura. Non tutti infatti lo sanno, ma le berte originariamente erano scambiate dagli antichi marinari per dei mostri mitologici, per via del canto, e hanno dato i natali al mito delle sirene.

I loro versi infatti ricordano così tanto dei canti femminili, quando si occupano dei loro piccoli, che gli antichi marinai greci e fenici incappavano talvolta in delle secche, venendo sedotti dal loro canto. Sarebbe quindi per colpa loro se Ulisse perse la ragione, legato all'albero maestro della sua nave, e se tantissime imbarcazioni affondarono attorno alla Sicilia. Tanto che è possibile compiere una sovrapposizione delle mappe tra i luoghi in cui era molto famoso questo mito (Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, ma anche nel mar Egeo e in Tunisia) e gli antichi luoghi di nidificazione delle berte, oggi scomparse.

Permettere quindi a questa specie di sopravvivere sarà utile anche per salvaguardare il nostro patrimonio culturale, che rischia di dissolversi anzitempo.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social