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24 Dicembre 2023
9:25

Artù è libero dalla catena: ora ha bisogno di una famiglia che lo ami e rispetti

Il destino di Artù, un Pitbull di 4 anni, trovato a vivere in condizioni disumane, ha fortunatamente preso un’altra strada grazie alle segnalazioni dei cittadini e all'intervento delle guardie zoofile dell’ENPA del comune emiliano che lo hanno preso liberato da quella vita di sofferenze. Ora c'è bisogno di una famiglia amorevole.

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Viveva legato a una catena cortissima agganciata a un collare a strozzo, all’esterno di un’abitazione di Piacenza, senza riparo dalle intemperie e senza alcun tipo di affetto. Ma il destino di Artù, un Pitbull di 4 anni, ha preso un’altra strada grazie all’intervento delle guardie zoofile dell’ENPA del comune emiliano che lo hanno liberato da quella vita di sofferenze.

La vicenda inizia con una serie di segnalazioni all’associazione protezione animali da parte di cittadini impietositi e preoccupati nel vederlo costretto a vivere in quelle condizioni. A quel punto, senza perdere tempo le guardie zoofile si sono messe in moto per effettuare un controllo nell’abitazione e verificare le condizioni del povero Artù. Ed effettivamente, il cane si trovava in uno stato di grave malnutrizione e in condizioni di degrado.

«Era legato a una catena troppo corta che gli impediva di muoversi liberamente, e indossava un collare a strozzo, che gli toglieva il respiro ogni volta che cercava di fare un passo. Artù non aveva un riparo e dormiva sopra le sue stesse feci – raccontano dall’Enpa – Impossibile, quindi, non procedere davanti a quella realtà al sequestro del cane e alla denuncia dell’umano per maltrattamento. Sul posto abbiamo chiamato anche la Polizia locale e Artù è stato affidato all’associazione Aisa, che si occupa di trovare nuove case per gli animali abbandonati».

Un’altra storia di degrado e maltrattamento che fortunatamente è finita in maniera positiva, anche se Artù ora andrà in un rifugio canile dove trascorrerà le sue giornate finché non troverà una famiglia che si prenda cura di lui come merita. Un destino che purtroppo è  riservato ad ancora a troppi animali, peraltro incomprensibilmente, visto che non è obbligatorio vivere con un cane o un gatto o qualunque altro essere vivente. La pratica, per esempio, della detenzione alla catena che, per i tempi che viviamo e per la sensibilità nuova che viene mostrata nei confronti del mondo animale sembra qualcosa di medievale, non è reato in ancora molte regioni.

In Italia non esiste una normativa nazionale sulla fattispecie “cane a catena o cane legato con una corda a un punto fisso”, ma è regolamentata a livello regionale e, al momento, solo Campania, Umbria, Marche e dall’inizio di dicembre anche la Toscana, hanno una normativa che prevede il divieto assoluto di detenzione di cani alla catena. Per quanto riguarda, invece, in Veneto, Emilia-Romagna, Puglia, Lazio, Lombardia, Abruzzo e Provincia Autonoma di Trento, per esempio, il divieto c’è, ma la normativa prevede alcune eccezioni specifiche. Non hanno alcuna normativa sul tema Sicilia, Basilicata e Liguria. Tutte le rimanenti Regioni ce l'hanno anche, ma formulata in maniera molto vaga e soprattutto inefficace che, o permette la detenzione a catena senza limiti di tempo, o con limiti di tempo, ma tipo fino a 12 ore al giorno, caratteristica che chiaramente finisce per inficiarne l’applicazione e limitare la possibilità di controlli e sanzioni.

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Simona Sirianni
Giornalista
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