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11 Giugno 2023
17:00

Antichi cacciatori raccoglitori sapevano produrre flauti capaci di richiamare i falchi

Il ritrovamento di antichi flauti permette di osservare l'evoluzione del rapporto fra i cacciatori raccoglitori e i rapaci.

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Gli antichi cacciatori raccoglitori sapevano produrre flauti capaci di richiamare i falchi. Lo conferma uno studio pubblicato su Scientific Reports che svela come alcuni degli strumenti scoperti in Israele, nelle vicinanza dl lago Eynan-Mallaha, oggi quasi completamente prosciugato, fossero usate dalle popolazioni preistoriche per molti scopi, tra questi anche quello di praticare la musica.

Quando le antiche popolazioni nomadi del Neolitico iniziarono a stanziarsi nelle grandi pianure del Medio Oriente, adottarono uno stile di vita sedentario, provocando un grande cambiamento economico, ecologico e sociale che sconvolse non solo la cultura della nostra specie, ma anche i rapporti che gli altri organismi avevano con essa. Tra questi ci sono proprio i Natufiani, risalenti a 12.000 anni fa, che furono i primi cacciatori-raccoglitori a divenire sedentari e a produrre una cultura particolarmente riconoscibile, che prevedeva l'invenzione di diversi utensili.

Tali reperti ci permettono non solo di capire come questi antichi uomini abbiano introdotto tecnologie complesse che gli permettevano, come detto, di praticare la musica, ma anche come essi interagivano con l'ambiente circostante e cercavano di avere il migliore rapporto possibile con alcuni animali che vivevano nell'area.

Laurent Davin, archeologo dell'Università Ebraica di Gerusalemme, è primo autore dell'articolo e fra i fautori principali della scoperta e proprio durante la conferenza stampa organizzata per rendere pubblici i risultare dello scavo, ha per esempio mostrato alcuni flauti ricavati dalle ossa di antichi uccelli acquatici, probabilmente fra i più antichi ad essere mai stati scoperti. Il più lungo di essi misura 63 millimetri e le analisi microscopiche che gli scienziati hanno compiuto per accertarsi che i fori fossero stati scolpiti dagli esseri umani hanno dimostrato che erano il frutto dell'ingegno e della manualità umana e non il risultato di un rosicchiamento generale prodotto per esempio dai roditori.

«Dopo aver accertato che queste ossa erano state riutilizzate dagli antichi natufiani, abbiamo allora cominciato a chiederci in che modo potessero essere utilizzati e a quale specie appartenessero», ha dichiarato Davin, specificando che hanno cominciato a ricreare degli strumenti simili con le ossa di uccelli attualmente viventi, prendendo come spunto le specie che potevano essere presenti all'epoca, per capire di quale genere si parlasse.

Utilizzando le ossa di uccelli morti naturalmente, l'equipe di Davin ha usato un osso dell'ala di un germano reale femmina per realizzare una replica dettagliata dell'antico flauto, dimostrando che molto probabilmente le ossa scoperte a Eynan-Mallaha appartenevano ad un Anatide o tutt'al più ad un Anseriforme, ordine che compre anatre, oche e cigni. E hanno scoperto che suonando questo strumento riuscivano a riprodurre dei suoni che ricordavano molto i richiami utilizzati da alcuni antichi pastori e cacciatori europei per attrarre falchi, gheppi comuni e sparvieri.

Questa rivelazione ha profondamente sconvolto l'opinione degli archeologi, che hanno cominciato ulteriormente ad indagare se i natufiani fossero in grado di sviluppare la falconeria, una pratica che oggi rappresenta un passatempo crudele, praticato su animali selvatici che come tali non dovrebbero avere rapporti con l'essere umano.

Gli storici sono concordi nel ritenere che in tempi remoti, l'introduzione della falconeria ebbe un ruolo fondamentale per la nostra specie nelle migliaia di anni che precedettero l'introduzione dell'agricoltura. Senza questi animali e senza la tecnologia sviluppata dai natufiani, probabilmente all'epoca sarebbe stato molto difficile sostentarsi, mantenendo lo stile di vita sedentario. Come venivano però utilizzati questi flauti?

Gli esperti che hanno eseguito il ritrovamento di Eynan-Mallaha hanno spiegato che probabilmente questi flauti all'inizio vennero utilizzati solo saltuariamente, e che solo successivamente gli uomini si resero conto che tramite essi erano in grado di attrarre i rapaci.

All'inizio sfruttarono questi utensili per attirarli e cibarsene, ma quando compresero che era possibile sfruttare questi animali per la caccia, un po' come era successo nei confronti dei cani e dei gatti, iniziarono a vederli non come prede ma come alleati.

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Alcuni dei flauti utilizzati dagli antichi popoli natufiani per cacciare insieme ai rapaci

Tali flauti  cominciarono così ad essere indossati sempre durante la caccia, chiarisce Davin. I flauti, quindi, cambiarono più volte "scopo", passando dall'essere dei semplici strumenti musicali a dei veri strumenti di morte più volte nel corso della nostra storia. Con lo scorrere dei secoli la falconeria è rimasta, portando all'attuale difficile situazione moderna in cui i rapaci devono essere protetti dai bracconieri, in perenne conflitto con i biologi della conservazione e gli animalisti.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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