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11 Maggio 2022
10:06

Animali selvatici avvistati nel centro abitato di Carcare: il sindaco firma un’ordinanza

Il sindaco del Comune di Carcare, nell’entroterra di Savona, in Liguria, ha recentemente firmato un’ordinanza che detta le linee guida per “prevenire i rischi connessi alla presenza e alla circolazione di animali selvatici in ambito urbano”.

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Con l’arrivo della primavera sono moltissimi gli animali selvatici che si risvegliano, spesso affamati. E i loro avvistamenti in aree urbane e centri abitati si moltiplicano, tanto che in alcuni casi le amministrazioni decidono di prendere provvedimenti, soprattutto alla luce dei recenti casi di peste suina africana confermati tra Liguria, Piemonte e più recentemente a Roma.

È il caso del Comune di Carcare, nell’entroterra di Savona, in Liguria, che ha recentemente firmato un’ordinanza che detta le linee guida per “prevenire i rischi connessi alla presenza e alla circolazione di animali selvatici in ambito urbano”. Nel provvedimento firmato lo scorso 7 maggio, il sindaco Christian De Vecchi ha ricordato che «si verificano sempre più spesso intrusioni di esemplari dii animali selvatici» e che «la presenza ricorrente di questi animali selvatici nel centro abitato di Carcare e la loro frequentazione delle strade, località, frazioni costituisce una fonte di pericolo per la sicurezza della circolazione per l’incolumità delle persone».

De Vecchi ha quindi parlato di «grave allarme sociale che tale situazione con i suoi rischi evidenti comporta», citando poi la Legge n. 157 dell’11 febbraio 1992 che stabilisce le “norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” e stabilendo una serie di norme cui i cittadini devono attenersi: divieto di dare agli animali selvatici alimenti o scarti alimentari commestibili, e obbligo per i proprietari di terreni di tenerli puliti e sgomberi dalla vegetazione infestante per «prevenire il crearsi di condizioni ecologiche favorevoli alla penetrazione e all’ambientamento degli animali selvatici».

L’ordinanza richiama poi le competenze del Nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale, incaricati di «rimuovere» esemplari di cinghiali adulti che frequentano le aree urbane in cerca di cibo «con i metodi ritenuti di volta in volta più efficaci alle circostanze», dando priorità all’incolumità delle persone e all’integrità delle cose». Una disposizione controversa, perché consente di fatto al nucleo di vigilanza faunistico-ambientale di ricorrere all’abbattimento se dovessero valutare sia «adatto alle circostanze». Alla polizia locale il compito di coadiuvare gli agenti del nucleo regionale, circoscrivendo dove necessario le aree interessate dallo svolgimento delle operazioni.

Occhi puntati sui cinghiali dopo i casi di peste suina

La preoccupazione principale riguarda dunque i cinghiali. Le cucciolate vengono alla luce tra marzo e maggio, e questo periodo è quindi quello in cui è più frequente vedere piccoli branchi composti da madre, cuccioli e anche altri esemplari adulti avvicinarsi ai centri abitati in cerca di cibo.

Carcare sorge inoltre a un centinaio di chilometri circa dall’epicentro dell’epidemia di peste suina africana scoppiata a gennaio tra Liguria e Piemonte, e la preoccupazione di molti sindaci dell’entroterra è la possibilità che i casi possano espandersi fuori dai confini della già individuata “zona rossa”. All’8 maggio i casi accertati tra Liguria e Piemonte erano 114, dei quali 69 in Piemonte e 44 in Liguria.

A Roma, invece, i casi accertati sono tre, individuati da giovedì a lunedì. La Regione ha già dato il via libera all’abbattimento selettivo, mentre il commissario straordinario per l’emergenza, Angelo Ferrari, ha ipotizzato che l’origine del virus – che, va sempre ricordato, non si trasmette agli esseri umani né ad altri animali che non siano suidi – «sia diversa dai casi di Liguria e Piemonte, come quella alimentare dovuta ai rifiuti».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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