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16 Ottobre 2022
9:48

Animali in pista durante il MotoGP: esplode la questione sicurezza per il circuito di Phillip Island

Dopo che un wallaby ha attraversato la pista rischiando di venire investito, e che due oche hanno fatto fermare i giri di prova, i piloti chiedono che vengano alzate le recinzioni per l'iconico circuito costruito in mezzo alla natura.

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Il momento in cui un wallaby ha attraversato il circuito di Phillip Island

I piloti della MotoGP chiedono maggiori tutele per la fauna selvatica che popola Phillip Island, l’isola che ospita il Gran Premio d’Australia. La questione è emersa prepotentemente venerdì, dopo alcuni episodi che si sono verificati sul circuito, immerso nella natura, durante le prove.

Il primo ha coinvolto il pilota Aleix Espargaro, che è riuscito per un soffio a evitare un wallaby, piccolo marsupiale dell'Oceania centrale e meridionale, che ha attraversato la pista. Il secondo ha riguardato invece due oche di Cape Barren, uccelli molto diffusi nel continente australiane: anche in questo caso si è trattato di un attraversamento durante i giri per le qualificazioni, interrotti per “condizioni di pista non sicure”. La questione non è comunque nuova: qualche anno fa il pilota italiano Andrea Iannone ha investito un uccello durante una gara sullo stesso circuito, uccidendolo.

Dopo quanto accaduto nei giorni scorsi è stata convocata una commissione sulla sicurezza, nel corso della quale è stato discusso l’allestimento del circuito. Secondo il pilota Suzuki Alex Rins, l'altezza della recinzione perimetrale dovrebbe essere rivalutata per proteggere sia i piloti sia la fauna selvatica: «Se colpiamo un wallaby potrebbe essere molto pericoloso sia per l'animale sia per noi – ha detto Rins – La recinzione sul rettilineo non è abbastanza alta». Anche Espargaro, trascorsa qualche ora dall’incidente sfiorato con il wallaby, ha definito «inaccettabile» quanto accaduto. Se per gli uccelli, infatti, poco c’è da fare – difficile impedire loro di volare sul circuito – per i mammiferi la situazione è decisamente differente: «Se avessi colpito il wallaby a 220 km orari l’incidente sarebbe stato molto grave», ha concluso Espargaro.

Il problema è noto. Il circuito di Phillip Island è immerso nella natura, quasi 5 km di curve e rettilinei appollaiati sul ciglio di una scogliera, e la presenza di fauna selvatica – gabbiani e oche in primis – è inevitabile. Costruito nel 1956, il circuito è apprezzato dai fan delle competizioni motociclistiche e automobilistiche proprio per la posizione, che non tiene però minimamente conto dell’impatto che ha sull’ecosistema. Adesso sono gli stessi piloti a sollevare il problema sicurezza, sia per loro sia per gli animali che potrebbero legittimamente ritrovarsi nei pressi della pista, ignari del rischio corso.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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