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14 Dicembre 2022
16:03

Anche i serpenti hanno la clitoride (o meglio due): la sfida ai tabù della ricerca

Come i serpenti maschi dotati di due emipeni, anche le femmine possiedono due emiclitoridi, organi a lungo sottovalutati e trascurati dai ricercatori ma che invece potrebbero svolgere un ruolo attivo e funzionale all'accoppiamento.

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Proprio come noi mammiferi, anche le femmine di serpente possiedo una clitoride. È quanto emerge dal primo studio dettagliato mai realizzato su quest'organo nei rettili, per lungo tempo trascurato dai ricercatori come la maggior parte degli organi genitali femminili negli animali. Il lavoro appena pubblicato su Proceedings of the Royal Society B è servito infatti anche a sottolineare l'enorme lacuna che esiste da tempo nel mondo della ricerca in questo campo, che si è sempre concentrato quasi esclusivamente sulle controparti maschili di ogni specie.

Gli scienziati conoscono infatti da molto tempo questi organi femminili nei serpenti, ciononostante studi precedenti avevano fatto ipotizzare che si trattassero semplicemente di ghiandole odorose o di peni sottosviluppati, ormai non più utili alla riproduzione. Ma ora, grazie a questo primo studio dettagliato, possiamo definitivamente scartare queste ipotesi, poiché secondo gli autori le femmine di serpete possiedono una vera e propria clitoride funzionale alla riproduzione o meglio, per essere più precisi, due.

Le due emiclitoridi dei serpenti

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Proprio come i maschi, dotati di due emipeni (in foto), anche le femmine possiedono due emiclitoridi. Foto da Wikimedia Commons

Proprio come le controparti maschili dotate di due peni, anche le femmine possiedono due clitoridi differenti, collegate l'una all'altra da un tessuto connettivo. Prese singolarmente, sono chiamate emiclitoridi e furono descritte per la prima volta solamente nel 1995, grazie agli studi sui varani condotti dall'erpetologo francese Wolfgang Böhme. Mentre è invece almeno dal 1800 che si conoscono piuttosto bene struttura e funzione degli emipeni maschili di tutti gli squamata, il gruppo di rettili più numeroso e che comprende sia le lucertole che i serpenti.

Nel descrivere per la prima volta le emiclitoridi, i ricercatori australiani e americani sono partiti sezionando i genitali della vipera della morte (Acanthophis antarcticus), uno dei serpenti più velenosi dell'intero continente australiano. Come per gli emipeni dei maschi, gli autori hanno scoperto che anche nelle emiclitoridi è presente un tessuto erettile che molto probabilmente si gonfia quando irrorato di sangue e che ci sono numerose terminazioni nervose, a dimostrazione di una certa sensibilità al tatto e alla stimolazione, esattamente come accade nei mammiferi.

Queste e altre caratteristiche, suggeriscono quindi che le emiclitoridi dei serpenti abbiano un ruolo attivo e funzionale all'accoppiamento, smentendo così definitivamente le ipotesi fatte in passato un po' troppo frettolosamente. Sezionando inoltre altri serpenti per un totale di 10 specie coinvolte (tra cui la vipera soffiante e il pitone tappeto), gli scienziati hanno anche scoperto che forma e struttura cambiano molto tra i vari serpenti. Alcune clitoridi sono abbastanza piccole e sottili mentre altre occupano quasi tutta l'area intorno alla cloaca, l'unica apertura posteriore in cui terminano l'intestino, il sistema urinario e con cui si accoppiano o depongono le uova rettili e uccelli.

Il "tabù" dei genitali femminili

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Anche le emiclitoridi dei serpenti sono dotate di terminazioni nervose e tessuto erettile e potrebbero quindi svolgere un ruolo chiave e attiva durante l’accoppiamento

Tutti questi nuovi dettagli, fanno quindi presupporre che le clitoridi siano presenti non solo nei serpenti ma in tutti gli squamati (come varani e lucertole) e che potrebbero svolgere quindi un ruolo chiave durante l'accoppiamento finora del tutto ignorato. Secoli di pregiudizi e maschilismo presenti ancora oggi in molti settori della ricerca, hanno infatti contribuito a creare una sorta di tabù nei confronti dello studio dei genitali femminili di ogni specie, evidentemente trascurati molto di più rispetto alle loro controparti maschili.

Solo di recente, abbiamo per esempio scoperto che anche la clitoride delle femmine di tursiope si è evoluta per provare piacere, proprio come accade nella nostra specie. Lo stesso potrebbe quindi valere anche per i serpenti e le lucertole: se le emiclitoridi vengono adeguatamente stimolate durante il sesso, è probabile che avvengano accoppiamenti più lunghi e frequenti, con maggiori probabilità di successo riproduttivo. Oppure, considerando che gli emipeni dei maschi terminano con spine o ganci per ancorarsi meglio, le emiclitoridi delle femmine potrebbero anche essere coinvolte nella lubrificazione, aiutando così a prevenire graffi e ferite.

Ancora non lo sappiamo con certezza, perché solo recentemente studiosi e ricercatori hanno iniziato ad approfondire più nel dettaglio gli organi genitali femminili negli animali. Una lacuna enorme pagata a caro prezzo con dati e informazioni preziose perse e che invece avrebbero potuto aiutare a comprendere meglio la sistematica, il comportamento, l'evoluzione e l'ecologia dei rettili e di molti altri animali.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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