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8 Ottobre 2021
17:05

Allevamenti di leoni e grandi felini: Europa ancora troppo vaga. Intanto gli animali soffrono

Dopo il salvataggio dei sette leoni in Romania raccontato da Kodami, parla Barbara van Genne, la responsabile del settore animali selvatici dell'organizzazione internazionale Four Paws che li ha portati in salvo in un santuario nei Paesi Bassi. "L'Italia è un modello perché ha vietato allevamento e detenzione di animali esotici. Ma in Europa manca un database che registri tutti i casi. E gli allevamenti generano situazioni di violenza sugli animali e non aiutano affatto la conservazione".

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Giornalista
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La storia che abbiamo raccontato su Kodami una settimana fa di Elza, Simba e gli altri cinque leoni che sono stati sottratti ad un allevatore privato in Romania che li deteneva, seppur legalmente, con lo scopo di trarne profitto vendendoli o affittandoli per circhi, spettacoli o esibizioni di diverso genere, ha sollevato il velo sulla pratica di allevare animali selvatici da sfruttare.

Ma ciò che è accaduto a questi sette leoni certamente e purtroppo non è un caso unico. Si tratta invece di una prassi molto diffusa e non solo in Romania ma in tutta Europa, secondo quanto spiega Barbara van Genne, la responsabile del settore salvataggio e difesa di animali selvatici dell’associazione internazionale Four Paws che ha effettuato il salvataggio in Romania dove si trovava con lo staff di Four Paws per il salvataggio dei sette felini.

Perché si allevano i leoni e altri grandi felini in Europa

«I leoni vengono allevati in cattività per tre motivi – precisa van Genne – come parte di programmi di conservazione riconosciuti in alcuni zoo, oppure per attirare visitatori ed eventualmente per venderli, quindi per uno scopo puramente commerciale e, ancora, per hobby o semplicemente perché i proprietari non intraprendono alcuna azione per limitare le nascite. I leoni, infatti, si riproducono facilmente in cattività. Quindi devi solo avere un maschio e una femmina nello stesso recinto, anche se imparentati, per farli riprodurre». Nel caso specifico dei leoni salvati in Romania, i motivi sembrano essere un mix tra le varie motivazioni: «Probabilmente li allevava sia perché li vendeva sia perché non gestiva bene la riproduzione e gli accoppiamenti. Aveva acquisito un leone maschio e una femmina anni fa e da allora avevano avuto almeno quattro cucciolate. Molti di questi cuccioli sono morti. Almeno due sono stati venduti a una persona in Germania».

Allevati, venduti e trasferiti come oggetti

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Un momento del salvataggio dei sette leoni effettuato da Four Paws in Romania (credits: Bogdan Baraghin per Four Paws)

La triste realtà dei leoni rumeni esemplifica chiaramente un meccanismo che vede gli animali allevati, venduti e trasferiti come veri e propri oggetti. «L’allevatore rumeno ha acquisito i genitori dei leoni (nati nel 2008 e nel 2009) da un circo in Danimarca – spiega van Genne – Tutti gli altri leoni che abbiamo trovato sono la loro prole, nata in quattro diverse cucciolate. Elza, sei anni, è stata tenuta in un recinto separato proprio come il leone Simba. Il proprietario ha quindi venduto illegalmente a un custode privato tedesco i fratelli di Elza, che nel 2015 sono stati trovati in un parcheggio in Germania e confiscati dalle autorità e successivamente trasferiti in un santuario spagnolo. Simba invece è stato dato in affitto per apparire in un video musicale».

Un leone può costare dai 3.000 ai 5.000 euro. Ma anche l’affitto rende bene: fino a 150 euro per un’ora

«Il commercio con i grandi felini utilizzati per l'intrattenimento, venduti online o addirittura esportati in Asia, è legale nella maggior parte dei paesi europei, inclusa la Romania – sottolinea la responsabile di Four Paws. – Ciò significa che allevare grandi felini è un grande business. Il costo di un leone può essere compreso tra 3.000 e 5.000 euro, ma i cuccioli sono più costosi. Abbiamo documentato casi in Spagna e Francia in cui puoi "affittare" grandi felini da 10 minuti a 1 ora con una cifra che va da 50 fino a 150 euro. Simba, ad esempio, è stato sicuramente noleggiato per realizzare un video da un musicista. Non sappiamo però a quanto. Però questo è stato considerato illegale e quindi sono seguite azioni legali, così come era successo nel 2015 per la vendita dei cuccioli fratelli di Elza ritrovati in Germania».

I felini allevati in cattività non aiutano la conservazione. A cosa serve l'allevamento?

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Un altro dei leoni portati nel santuario Felida nei Paesi Bassi (credits: Jeanine Noordmeer per Four Paws)

Forse qualcuno potrebbe pensare che i leoni e gli altri grandi felini debbano essere allevati per garantire la conservazione di specie a rischio. Ma l’esperta lo esclude categoricamente «Questi leoni non hanno alcun valore di conservazione, non potranno mai tornare in natura e non vivono una vita adeguata alla specie a cui appartengono. Inoltre, l'allevamento provoca un'eccedenza di leoni in cattività per i quali non ci sono abbastanza posti appropriati negli zoo o nei santuari». Niente di più lontano, quindi, dall'idea che allevare cuccioli di leoni possa aiutare il pianeta a conservare una delle sue specie animali più iconiche ed amate.

La situazione in Romania: i privati possono allevare solo se hanno permessi speciali

La Romania ha vietato l'allevamento di grandi felini nei circhi e l'allevamento privato è consentito solo con un permesso speciale. Il guardiano privato a Picior de Munte ha una licenza per tenere i suoi leoni quindi non si può parlare di un’attività illegale. Ma nel resto del paese? «Sulla base di una ricerca condotta da Four Paws tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021, in Romania ci sono 17 zoo autorizzati che ospitano un totale di 122 grandi felini, di cui 55 leoni. Sfortunatamente, le condizioni dei leoni in molti di questi zoo non sono buone e non soddisfano nemmeno i requisiti legali della direttiva sugli zoo dell'UE. Inoltre, c'è un custode privato senza licenza di cui Four Paws è a conoscenza che tiene illegalmente tre leoni e due tigri. Stiamo valutando la possibilità di chiudere questa detenzione illegale con il sostegno delle autorità locali».

Gli allevamenti sono legali in molti paesi europei ma manca un database che registri tutte le situazioni

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Un altro momento del salvataggio (credits: Bogdan Baraghin per Four Paws)

Ovviamente non solo in Romania si allevano legalmente felini per scopo commerciale o destinati all’intrattenimento. Ma è soprattutto l’incertezza sui dati a preoccupare maggiormente. «L'allevamento privato di grandi felini è ancora legale in diversi paesi europei, tra cui Germania, Francia, Malta e Slovacchia. In Romania sono vietati gli allevamenti privati e circensi. Quindi il custode privato dei sette leoni che FOUR PAWS ha salvato che ha una licenza è un'eccezione alla regola, ma è l'unica persona che conosciamo che ha una licenza così speciale. Il commercio è molto diffuso in Europa, ma la registrazione è minima quindi nessuno sa quanti grandi felini vengono scambiati, da dove vengono e come e dove vanno a finire – sottolinea van Genne. -Almeno in Romania i sette leoni sono stati un po' curati. Tuttavia, ci sono molti incidenti in cui grandi felini come tigri o leoni tenuti come animali domestici scappano o attaccano il proprietario. Gli animali selvatici non possono essere addomesticati, anche se allevati in cattività. Ecco perché Four Paws chiede di vietare il commercio di grandi felini in Europa e di creare un database centrale per tenere traccia del numero di grandi felini tenuti negli zoo, nei santuari o in privato».

Necessario un piano di gestione del commercio dei grandi felini

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Un altro dei leoni portati in salvo d Four Paws (credits: Jeanine Noordmeer per Four Paws)

L’inadeguatezza degli allevatori e la mancanza di regole, secondo l’esperta di Four Paws è la causa principale di molti comportamenti crudeli nei confronti di questi animali. «L'allevamento e il commercio dei grandi felini sono regolamentati in modo inadeguato. Senza un piano di gestione e di controllo del commercio all'interno dell'Unione Europea e a livello globale, continueranno ad essere documentati numerosi casi di crudeltà legati all'uso di grandi felini per intrattenimento e altri scopi commerciali. Parliamo ad esempio dei circhi, degli allevamenti privati, degli zoo senza scrupoli, di sfruttamento fotografico o come attori». Il modo migliore per impedirlo? Che i felini possano vivere soltanto nei santuari certificati. «Tutto questo potrebbe essere prevenuto vietando il commercio di grandi felini vivi e delle loro parti del corpo. Solo le strutture e i santuari zoologici certificati che soddisfano determinati standard dovrebbero essere autorizzati a tenere grandi felini».

L’Italia modello virtuoso, da prendere ad esempio. Per il benessere degli animali e per prevenire future pandemie

Con l’approvazione della Legge di delegazione europea che contiene l’articolo 14 lettera q, l’Italia il 21 aprile 2021 ha di fatto vietato l’importazione e la detenzione di animali esotici nel Paese. Pipistrelli e pangolini, rettili e anfibi, ma in generale tutti gli animali esotici non potranno essere più importati e detenuti in Italia. «L'Italia vietando l'importazione e il commercio di animali selvatici ed esotici – conclude Barbara van Genne – ha fatto un grande passo avanti per prevenire una futura pandemia. Che si tratti di animali domestici, intrattenimento, medicina o cibo, gli animali selvatici in Europa e nel mondo sopportano una vita di sofferenze a causa dell'industria del commercio di animali selvatici. Four Paws esorta gli altri paesi europei e le istituzioni dell'UE a seguire l'esempio dell'Italia e a riconoscere il ruolo del commercio di animali selvatici nella prevenzione delle pandemie. Un divieto al commercio di animali selvatici in Europa non solo proteggerà gli animali, ma proteggerà anche le persone e il pianeta».

Foto di copertina: uno dei leoni salvati da Four Paws da un allevamento privato in Romania e portati in salvo in un santuario nei Paesi Bassi (credits: Jeanine Noordmeer per Four Paws)

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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