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12 Dicembre 2022
13:15

Addio Tiger King: nessuno potrà più possedere tigri negli Stati Uniti

Dopo anni di richieste, il presidente Joe Biden dovrebbe firmare la nuova legge che vieta a tutti i normali cittadini di possedere felini di grossa taglia. La Camera dei rappresentanti aveva già votato a favore del Big Cat Public Safety Act a luglio. Decisivo per l'approvazione alla Camera è stato anche il successo della docu-serie Netflix "Tiger King"

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Questa volta la vittoria dei movimenti ambientalisti è stata netta. Dopo anni di richieste e di recriminazioni nei confronti della politica americana, accusata di essere insensibile nei confronti del malessere di migliaia di grossi felini che vivono come schiavi domestici all'interno di grossi giardini e istituzioni private con fini di lucro, il presidente Joe Biden finalmente dovrebbe firmare rapidamente la nuova legge che vieta a tutti i normali cittadini di possedere felini di grossa taglia.

La Camera dei rappresentanti aveva già votato a favore del disegno di legge, chiamato Big Cat Public Safety Act, a luglio, spinta anche dalle dichiarazioni di molti Governatori che si erano dimostrati a favore nel salvaguardare gli animali dal pericolo di finire vittima di soggetti senza scrupoli. Molto importante per l'approvazione alla Camera è stato anche il successo della docu-serie Netflix Tiger King che narra la storia criminale di Joseph Allen Maldonado-Passage, ex operatore di zoo e proprietario del Greater Wynnewood Exotic Animal Park in Oklahoma, accusato di abusi, sfruttamento di animali esotici e selvatici e di traffico internazionali di animali protetti.

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In alcuni giardini privati americani, come questo in Orlando, si può pagare per venire abbracciati da grossi esemplari di tigri del Bengala, definiti "cucciolosi"

La futura legge che dovrebbe essere firmata da Biden entro dicembre prevede che solo gli zoo e le università certificate possano detenere leoni, tigri, leopardi, giaguari e altri grandi felini. Questo per contrastare il traffico internazionale e illegale molto diffuso nel paese, che ha portato negli anni ad abbattere la popolazione selvatica mondiale di tutte le specie interessate dalle nuove norme.

Il traffico interno ed esterno di grossi felini, che dagli USA raggiunge la Cina, la Russia e i grandi paesi africani, patria dei leoni, è infatti una parte preponderante del mercato nero di animali selvatici.  Ci sono per esempio meno di 4.000 tigri rimaste allo stato brado nel mondo, ma secondo le stime più del doppio di quel numero è tenuto nei singoli Stati Uniti, Messico e Canada.

Considerando la restante parte del mondo ed escludendo gli animali tenuti negli zoo, che partecipano a progetti di salvaguardia della specie, secondo queste stime attualmente ci sono più tigri nei recinti dei giardini e delle case domestiche americane che animali allo stato brado.

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La legislazione americana finora permetteva agli stati di regolare il possesso dei grossi felini. Da ora in avanti, subentrerà una legge federale molto meno permissiva

Il possesso di tigri è così tanto diffuso tra gli allevatori e i proprietari di zoo privati americani – in 30 Stati basta compilare un modulo per una licenza da 30 dollari per acquisire il diritto di possedere gli animali –  da indurre i conservazionisti a proporre di utilizzare questi animali, per aiutare le popolazioni selvatiche a riprendersi dai decenni di caccia intensiva data dal collezionismo. L'unica difficoltà di questa proposta sarebbe quella di gestire migliaia di animali, all'interno di cliniche specializzate nel recupero della fauna selvatica, per selezionare una quota di felini capaci di riadattarsi alla natura e di assumere un comportamento idoneo alla loro specie.

Quest'ultimo obiettivo forse è il più difficile da raggiungere. Basta infatti osservare il documentario Netflix per farsi una idea dello stato di salute di questi animali sparsi per il Paese. Buona parte di essi ha disimparato o mai davvero imparato le regole basilari della caccia. Alcuni sono stati nutriti secondo una dieta inadatta per la loro fisiologia e fra i veterinari contattati sono molti ad esprimere dubbi sullo stato di salute degli animali. L'obesità e il diabete sono solo alcuni delle malattie che sembrano aver colpito gli animali intravisti nella serie, per esempio.

Susan Millward, direttrice esecutiva dell'Animal Welfare Institute, intervistata dal Guardian ha affermato che la nuova legge aiuterà a frenare «l'orribile sfruttamento». «Dobbiamo porre fine al pericoloso commercio di grandi felini da compagnia e garantire che nessun altro cucciolo venga strappato alle loro madri alla nascita per essere traumatizzato a scopo di lucro», ha affermato.

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I grossi felini e in particolare le tigri sono da sempre fra le specie più protette della CITES

Invero i proprietari attuali di grossi felini possono comunque avere un sospiro di sollievo. Se l'acquisto di animali risulterà legale e lo status di salute idoneo, non ci dovrebbero essere grosse conseguenze per loro. La nuova legge consentirà infatti di continuare a possedere gli animali, ma quelli in mostra dovranno rimanere a 4,5 metri di distanza dal pubblico o dietro una barriera per impedire il contatto, seguendo le regole che sono già applicate all'interno degli zoo. Inoltre da qui in avanti nessun nuovo nato potrà essere venduto o ceduto a privati.

Chiudendo la porta alle aule adibite alle coccole dei cuccioli e al possesso da parte dei privati ​​cittadini, che tengono in modo inappropriato i grandi felini, la nuova legislazione americana sta tentando di rendere il Paese più equo nei confronti degli animali e del grande pubblico. Inoltre sussisterebbero anche ragioni di sicurezza, per impedire che questi animali possano circolare liberamente all'interno dei giardini dei cittadini.

Diversi legislatori che hanno sostenuto la nuova proposta hanno infatti dimostrato come le normative permissive americane sulla proprietà di animali esotici abbiano portato a diversi decessi negli anni passati. Dal 1990, all'interno di strutture simili a quelle gestite da Joseph Allen Maldonado-Passage,  solo negli Stati Uniti 19 adulti e cinque bambini sono stati uccisi e centinaia di persone hanno subito ferite gravi a causa di incidenti. Inoltre nel 2011, un uomo con uno zoo privato in Ohio ha rilasciato prima di suicidarsi 38 esemplari di grandi felini e una dozzina di altri animali selvatici, tra cui grizzly, iene e lupi.

Le forze dell'ordine hanno dato la caccia e ucciso fra questi 48 animali, mentre i restanti non sono mai stati trovati. All'epoca l'uso della forza provocò parecchio fastidio all'interno dei movimenti ambientalisti, ma la polizia locale si scusò affermando che non si conoscevano i dosaggi necessari per abbattere alcuni di questi animali e che sarebbe stato molto complesso addormentare questo "piccolo esercito di animali", che tra l'altro erano stati allevati in condizioni proibitive e presentavano comportamenti iperaggressivi, anomali persino per gli esemplari selvatici.

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Si spera che Biden firmi la legge nel più breve tempo possibile

Tutti i promulgatori del Big Cat Public Safety Act sperano fra l'altro che di seguito alla firma del presidente Biden la situazione dei grossi felini già di proprietà privata in America possa migliorare rapidamente. Saranno difatti in molti fra i proprietari – credono gli animalisti – che dovranno adempiere ai nuovi regolamenti e adeguare i giardini in cui vivono gli animali ai moderni standard richiesti per mantenere il possesso degli animali. L'amministrazione Biden inoltre sta cercando così di rientrare all'interno delle politiche ambientali, sostenute dalle varie Convenzioni per il clima e CITES, che il passato presidente Trump aveva stracciato, con enorme disappunto da parte di molti stati membri dell'ONU come dell'Unione Europea.

Questa approvazione potrebbe divenire una delle più grandi vittorie che le associazioni ambientaliste e animaliste abbiano mai ottenuto dalla convenzione di Washington, del 1975, che istituì la CITES in tutto il mondo.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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