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8 Marzo 2023
13:19

«A Venezia non mi hanno mai dato neanche un gatto nero»: quel luogo comune che colpisce anche Giancarlo Giannini

«A Venezia non mi hanno mai dato neanche un gatto nero». Cosa si nasconde dietro la metafora usata dall'attore e doppiatore Giancarlo Giannini nel ricevere la sua stella sulla Walk of Fame di Hollywood.

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«A Venezia non mi hanno mai dato neanche un gatto nero». Con queste parole pungenti l'attore e doppiatore Giancarlo Giannini ha salutato la sua stella sulla Walk of Fame di Hollywood, a coronamento di una carriera lunga quasi 60 anni.

La polemica dell'attore è con l'organizzazione del Festival del cinema italiano che nel corso della sua lunga carriera non gli ha mai corrisposto alcun riconoscimento. Tuttavia esiste anche un rovescio della medaglia, anzi della stella, perché questa dichiarazione va a colpire direttamente anche il mondo animale.

L'attore ha infatti usato il gatto nero come metafora per esprimere un concetto negativo. Dire che da Venezia non gli è stato dato «un gatto nero» non è un messaggio "neutro" ma nasconde la contrapposizione con il Leone d'Oro, simbolo della città lagunare e del premio veneziano.

Leone d'Oro
Leone d’Oro

Il paragone serve a Giannini per rimarcare la distanza tra la fierezza del leone dorato e il gatto nero, ultimo tra gli ultimi secondo una visione gerarchica e antropocentrica che non nasce certo oggi. In questo caso, l'attore fa notare come non solo non abbia ricevuto il premio più ambito, ma neanche una sua pallida imitazione. Nel 2023 Giannini ha usato una metafora che sembra uscita da una bestiario medievale lì dove invece voleva certamente fare solo una battuta innocua, ma offre anche l'occasione per fare una riflessione sul perché usiamo ancora questo tipo di paragone.

In questi libri, che spesso si rifanno a passi biblici, il leone rappresenta il re degli animali, e per estensione il Cristo, mentre il gatto è portatore di significati negativi come l'infedeltà e la vanità. Un concentrato di pregiudizi che nella superstizione dei "secoli bui" sono arrivati a provocare vere epurazioni di gatti dal manto scuro, perché considerati incarnazioni del demonio e amici delle streghe.

Seguendo questo leitmotiv i gatti dal pelo nero nella letteratura sono diventati i protagonisti ricorrenti di storie inquietanti come quelle uscite dalla penna di Michail Bulgakov, Edgar Allan Poe, e Haruki Murakami. Dalla finzione letteraria, di cui Giannini stesso si sarà nutrito durante la sua formazione artistica, queste suggestioni sono passate a permeare anche la nostra quotidianità e la cultura pop. Solo pochi mesi fa, infatti, la cantante colombiana Shakira ha usato il paragone tra la lupa e il gatto per indicare se stessa e il suo ex compagno fedifrago.

Infatti, anche se oggi pensiamo di essere completamente immuni da pregiudizi superstiziosi, uscite come quelle di Giannini dimostrano che, di fatto, non è così. Continuare a usare modi di dire negativi che hanno come protagonisti i gatti neri non fa che rafforzare credenze sbagliate, potenzialmente dannose per questi felini.

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