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21 Giugno 2023
16:07

A Roma una delibera per proteggere nidi di rondini, rondoni e balestrucci per tutti gli anni a venire

La Giunta Capitolina ha approvato un provvedimento che vieta di distruggere, rimuovere o danneggiare i nidi delle specie migratorie in pianta stabile. Non sarà più necessario, dunque, adottare ordinanze di anno in anno.

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nidi rondine

A Roma, durante il periodo di nidificazione, sarà inderogabilmente vietato distruggere i nidi di rondini, rondoni, balestrucci e specie affini: lo ha deciso la giunta capitolina con una delibera che ufficializza la tutela di questi uccelli in via definitiva, evitando così la necessità di emanare un’ordinanza di anno in anno.

La delibera numero 190 dispone che, per proteggere la biodiversità e la riproduzione degli uccelli migratori che nidificano in città, è vietato «il disturbo, il danneggiamento e l’abbattimento dei nidi», tutela che si estende anche al di fiori del periodo riproduttivo, e dunque in autunno e in inverno, in quanto «le rondini e i balestrucci possono utilizzare gli stessi nidi per più anni di seguito». A ulteriore protezione degli uccelli, la delibera dispone il mantenimento delle aperture delle cavità dei coppi posti in prima fila nel rifacimento dei tetti, l’utilizzo di intonaci rugosi per agevolare la costruzione dei nidi stessi sotto i cornicioni degli edifici, e la disposizione di nidi artificiali in assenza di cavità. la deroga al divieto di rimozione dei nidi è fissata esclusivamente al di fuori del periodo di nidificazione, cioè tra il 30 novembre e il 15 febbraio di ogni anno, solo in caso di interventi edilizi (e per cui viene chiesto il nulla osta del Dipartimento Tutela Ambientale) o in cui i nidi, se troppo numerosi, comportano un rischio per la salute in termini di igiene.

A vigilare sul rispetto delle norme sarà la Polizia Locale, mentre al Dipartimento Tutela Ambientale è incaricata di promuovere e avviare campagne di sensibilizzazione sul tema della biodiversità e sulla necessità di proteggere le tra i cittadini e nelle scuole. Soddisfatte le associazioni che da tempo chiedevano maggiore tutela per rondini, rondini, balestrucci e specie affini che nidificano nella Capitale, e che a metà maggio avevano scritto al sindaco Roberto Gualtieri di emettere l’attesa ordinanza annuale.

«Negli ultimi anni i sindaci hanno emanato ogni anno ordinanze che restavano in vigore per i periodi limitati corrispondenti alla stagione riproduttiva – spiega la delegata dell’Oipa di Roma, Francesca Lavarini – Quest’anno invece il Campidoglio ha scelto di varare una delibera di Giunta che non avrà alcuna scadenza. Anche se il provvedimento arriva con un po’ di ritardo, poiché le nidificazioni sono iniziate all’inizio di marzo, siamo molto soddisfatti di questa decisione di “stabilizzare” la protezione. Auspichiamo però che siano reintrodotte alcune importanti misure, previste nelle precedenti ordinanze, non più presenti in questo testo».

La richiesta di Oipa, nello specifico, è di imporre l’obbligo di circondare con rete metallica le strisce di carta incollanti ancora purtroppo utilizzate per catturare insetti, cui gli uccelli rischiano di rimanere incollati, di consentire la verniciatura con calce mediante spruzzo per la disinfestazione delle stalle solo prima del periodo riproduttivo, che va da marzo a settembre e di posizionare materiali e macchinari ad almeno due metri di distanza dai nidi per evitarne l’accesso ai predatori.

In Italia, i nidi di rondine e di altre specie migratorie sono tutelati da diverse leggi e normative. La Convenzione di Berna del 1979, recepita in Italia con la legge n. 503 del 5 agosto 1981, e la Direttiva dell'Unione Europea 2009/147/CE del 30 novembre 2009 garantiscono la conservazione della vita selvatica e dei suoi habitat in Europa. Queste leggi promuovono la tutela e la gestione delle popolazioni di uccelli selvatici, delle loro uova e degli habitat in tutto il territorio europeo.

In particolare, la Legge n. 157 del 1992 in Italia stabilisce che sia vietata ogni forma di uccellagione, cattura di uccelli e di mammiferi selvatici, nonché il prelievo di uova, nidi e piccoli nati. La violazione di queste norme è soggetta a sanzioni penali e amministrative. Oltre a queste leggi, ci sono anche norme nel codice penale, nel codice civile e in numerosi regolamenti e ordinanze comunali che proteggono queste specie di uccelli migratori e i loro habitat.

Purtroppo, oltre alle minacce legate alla distruzione degli habitat e alla diminuzione delle fonti di sostentamento a causa dell'uso di pesticidi, ci sono anche comportamenti umani illegali e crudeli, come la distruzione dei nidi. I nidi, che spesso vengono utilizzati dagli uccelli migratori per diversi anni, vengono rimossi o distrutti per motivi vari, come il disturbo causato dal cinguettio degli uccelli, la produzione di guano o semplice crudeltà.

La distruzione dei nidi è considerata un reato e può portare a sanzioni severe, inclusa la possibilità di arresto se l'atto causa il ferimento o la morte degli uccelli adulti o dei pulli. In questi casi, si configurano i reati di maltrattamento o uccisione di animali previsti rispettivamente dagli articoli 544 ter e 544 bis del Codice penale. I responsabili possono essere puniti con la reclusione o con pesanti sanzioni pecuniarie, che possono arrivare fino a 30.000 euro, a seconda della gravità del reato commesso.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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