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17 Marzo 2022
13:05

Roma protegge i nidi di rondini e rondoni con un’ordinanza

A Roma un'ordinanza stabilisce che fino al 30 novembre 2022 sarà vietato distruggere i nidi di rondini, rondoni, balestrucci e altre specie affini, ma per le associazioni animaliste non basta.

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rondini roma ordinanza

A Roma fino al 30 novembre 2022 sarà vietato distruggere i nidi di rondini, rondoni, balestrucci e altre specie affini. Lo prevede un'ordinanza firmata dal sindaco Roberto Gualtieri, che arriva in continuità con una precedente provvedimento del maggio 2021 che tutela questi uccelli migratori che nidificano in Italia dopo aver passato l'inverno in Africa.

L’ordinanza prevede che i romani dovranno garantire la protezione dei nidi «provvedendo alla loro tutela e protezione, anche nelle fasi iniziali della costruzione». Inoltre, «la tutela dei nidi si deve estendere anche al periodo migratorio (autunno e l’inverno), in quanto le rondini e i balestrucci, tornando a nidificare, utilizzano gli stessi nidi per più anni di seguito».

La rondine (Hirundo rustica), da aprile a ottobre nidifica nell'emisfero settentrionale, poi si sposta nell'emisfero meridionale per trascorrere la stagione invernale. In Italia, solitamente arriva intorno al 21 marzo dove resta fino ai primi di ottobre. Proprio per questo suo ritorno in concomitanza con l'equinozio, il ritorno della rondine è sinonimo di primavera, insieme al suo caratteristico richiamo.

Questo uccello vive a stretto contatto con l’uomo, dove può rappresentare un ottimo indicatore della qualità dell’ambiente. Tuttavia sembra essere in forte calo in tutta Europa. Per questo l'Italia ha aderito all'impegno di ridurre la perdita di biodiversità a livello globale attraverso la sottoscrizione del progetto "Countdown 2010" dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).

Grazie a questa e ad altre iniziative analoghe, le amministrazioni locali sono vincolate a lavorare per preservare le specie ritenute a rischio dal Monitoraggio ornitologico italiano (MITO2000).

«Le rondini tornate ai loro nidi si riproducono anche con tre covate tra la primavera e la fine dell’estate – spiega Rita Corboli, delegata dell’Oipa di Roma – Alcuni arrivano a distruggere il nidi “perché sporcano” e molte imprese edili non si fermano di fronte a un nido abitato. Ci arrivano molte segnalazioni in tal senso. Questa ordinanza cittadina rafforza la tutela già prevista dalla legge n. 157/1992 che vieta l’uccisione di nidiacei e individui adulti, nonché la distruzione di nidi e uova».

L'Organizzazione internazionale di protezione animale torna quindi a chiedere all’amministrazione comunale che «s’interrompano le potature nel periodo riproduttivo delle altre specie», in considerazione del fatto che «anche questi sono interventi che uccidono nidi e nidiacei».

Cosa prevede l'ordinanza per salvaguardare i nidi

nidi rondine
Nido di rondine con il caratteristico angolo retto di 90°

Sul versante della sanità pubblica, l'ordinanza prevede che se la presenza di numerosi nidi in locali chiusi dovesse determinare condizioni igieniche di pericolo per la salute, tale circostanza dovrà essere verificata dall’Asl e la certificazione allegata alla richiesta di nulla osta in deroga da presentare al Dipartimento Tutela ambientale, che potrà chiedere l’installazione di nidi artificiali sostitutivi in un luogo vicino.

Mentre nel caso di interventi edilizi, è necessario richiedere un’autorizzazione al Dipartimento Tutela ambientale, presentando la richiesta in una relazione che indichi le modalità di salvaguardia dei nidi e il loro numero. Nei casi in cui non sia possibile prevederle, dovranno essere installati nidi artificiali in sostituzione di quelli distrutti a causa delle opere.

Tra le previsioni del provvedimento per la protezione di questi nidi, sono presenti anche una serie di accorgimenti tecnici, tra cui l’uso di un «intonaco rugoso» in una fascia di almeno 50 centimetri per agevolare la costruzione dei nidi sotto i cornicioni e che tali sottotetti dovranno essere «mantenuti con un angolo retto di 90°» per facilitare la nidificazione. Nel rifacimento dei tetti, le cavità delle tegole della prima fila e quelle di almeno due file nella parte superiore del tetto dovranno essere mantenute aperte.

In caso di violazione dell’ordinanza «il responsabile dovrà provvedere a ripristinare il precedente stato dei luoghi, anche mediante l’installazione di nidi artificiali idonei».

«Quella firmata dal sindaco Gualtieri Raggi è un’importante ordinanza a tutela della biodiversità – conclude l’Oipa – Invitiamo dunque a stare con gli occhi aperti e a segnalare le violazioni dell’ordinanza ai vigili urbani».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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