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9 Settembre 2021
15:30

A Bolzano una volpe ferita lungo la strada viene schiacciata e uccisa da un guardiacaccia

Un guardiacaccia sudtirolese è intervenuto il 3 settembre dopo che molti passanti hanno denunciato l'avvistamento di una volpe ferita. L'uomo, ripreso da alcuni passanti ha ucciso l'animale schiacciandolo con i piedi sotto il peso del suo corpo. Un politico bolzanino ha pubblicato il video generando la reazione della Lav, che ha già denunciato l'accaduto.

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La volpe ferita lungo la strada

Nel primo pomeriggio del 3 settembre, sul bordo della strada che dalla cittadina di Laives, alle porte di Bolzano, porta al capoluogo sudtirolese, è stata avvistata un volpe ferita. Numerose segnalazioni da parte dei passanti hanno portato ad intervenire i pompieri accompagnati da un guardiacaccia. L'intervento però, condotto con inspiegabile crudeltà, è culminato con la morte della volpe, la quale è stata schiacciata sotto il peso dei piedi del guardiacaccia. Il video di quanto accaduto è stato pubblicato su Facebook dall'onorevole Filippo Maturi, un noto deputato della lega, nato in Alto Adige, il quale sostiene che non lascerà passare inosservato il gesto e presenterà inoltre personalmente denuncia per quanto accaduto.

Il racconto nel post di Maturi e l'intervento della Lav

«Come troppo spesso accade in Alto Adige, pare che nessun ufficio abbia responsabilità – scrive Maturi nel post che accompagna il triste video – I passanti hanno chiamato il 1515 senza esito, il Canile comunale "Sill" dice che non è sua la competenza e che occorre chiamare l’ufficio caccia e pesca della Provincia, ma lì nessuno risponde». Dopo numerosi tentativi, finalmente, secondo quanto riportato dal politico, arrivano le forze dell'ordine, accompagnate dall'uomo con il gilet giallo, colui che deciderà di schiacciare a terra l'animale che, nel frattempo, si è nascosto tra i cespugli. «Non si sa se abbia schiacciato la coda, il corpo o il collo della volpe, ma il piede lo tiene ben saldo comunicando a gesti con un pompiere vicino – continua Maturi descrivendo a parole il cruento video ripreso a pochi metri di distanza – Poco dopo raccoglie l’animale morto dal cespuglio, ucciso da quel piede che non sembrava voler mollare la presa».

«E’ inaccettabile che un animale ferito sia ucciso così barbaramente! – scrive la Lav (Lega Antivivisezione) che immediatamente pubblica le immagini, aggiungendo che l'ufficio legale dell'associazione si sta già occupando della denuncia contro il responsabile di un tale efferato e crudele delitto – Se anche non avesse avuto alcuna possibilità di recupero, cosa che solo un veterinario avrebbe potuto certificare, si sarebbe dovuto procedere con la soppressione eutanasica».

La legge sudtirolese che permette ai guardiacaccia di determinare il destino degli animali feriti

«Sul destino dei mammiferi selvatici trovati ammalati o feriti dispone il gestore del relativo comprensorio» recita la Legge provinciale n.14 del 17 luglio 1987 sulle norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia, al punto 5ter dell'art.11, determinando quindi la legittimità dell'uccisione della volpe da parte dell'uomo con il gilet giallo.

Massimo Vitturi, responsabile dell'Area Animali Selvatici della Lav, commenta però quanto avvenuto ribadendo la posizione espressa nel comunicato stampa che accompagna il video: «Chiediamo con forza la modifica della Legge Provinciale 14/87 perché non è accettabile che siano gli stessi cacciatori a decidere della sorte degli animali selvatici feriti. Non hanno alcuna competenza in merito e il loro giudizio potrebbe configurare l'abuso della professione veterinaria, oltre che determinare l'uccisione di animali che invece potrebbero essere guariti e successivamente liberati».

A livello nazionale effettivamente lo Stato delega alle regioni la gestione degli animali selvatici feriti, quindi di fatto vi è una reale autonomia nelle normative che riguardano questo ambito. Di solito però viene gestita diversamente rispetto a quanto avviene in Alto Adige: «Generalmente vengono stipulate convenzioni con associazioni che gestiscono i centri recupero (CRAS) – spiega Vitturi – I quali provvedono al trasporto degli animali feriti presso l'ambulatorio dove seguirà un visita da parte del veterinario, ovvero la figura che può determinare quale dovrà essere il successivo percorso per l'animale ferito»

Kodami non rilancia il video sul nostro sito né attraverso i nostri account social per rispetto dell'animale e perché quelle immagini nulla aggiungono a quanto già descritto.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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