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26 Febbraio 2024
11:10

10 insetti dall’aspetto davvero stravagante

Punteruolo del Perù, formica panda, falena micio: questi sono solo alcuni degli insetti più stravaganti che abitano il nostro pianeta e che, spesso, non sembrano nemmeno animali.

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Attualmente si stima esistano dalle 2 alle 30 milioni di specie di insetti e la maggior parte non sono neppure conosciute dalla scienza. Sono gli animali più numerosi del pianeta e nel corso della loro lunga storia hanno evoluto un numero davvero elevato di forme e di adattamenti, che li hanno resi tra le creature più bizzarre che è possibile incontrare in natura.

Alcune specie sono davvero stravaganti e in molti casi non sembrano neppure animali, ma delle piante o delle rocce. Questo perché l'evoluzione li ha spinti ad assumere le forme e i colori degli oggetti che sono presenti nel loro ambiente naturale in cui possono camuffarsi. Tra gli insetti stravaganti più famosi ci sono per esempio gli insetti stecco, che ricordano molto le foglie o gli steli delle piante, le mantidi, che invece ricordano i fili di erba, ma anche molte altre specie che sembrano delle cortecce, delle spine o degli animali di maggiori dimensioni.

In questo articolo stileremo un elenco di alcune delle specie più bizzarre, seppur è impossibile andare a catalogare tutti gli insetti stravaganti in un unico articolo. Essendo milioni di specie diverse, abbiamo dovuto compiere delle scelte, che andassero anche a dimostrare quanto diversificata sia la biodiversità del nostro pianeta.

Rhinastus latesternus

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Il punteruolo del Perù, noto alla scienza anche come Rhinastus latesternus, è un particolare insetto che vive nella foresta peruviana, il cui aspetto ricorda moltissimo le maschere medievali che utilizzavano i medici durante la pandemia di peste o il volto di un alieno. La sua lunga proboscide si chiama in verità rostro ed è una caratteristica tipica della sua famiglia, composta da circa 60 mila specie. Questa gli permette di sgranocchiare il materiale vegetale in decomposizione come la superficie di alcune piante ancora in vita e sulla punta presenta un piccolo apparato masticatore.

Quando esce dalla foresta, non è particolarmente apprezzato dai contadini, visto che tende a mangiare la verdura e la frutta coltivata. Seppur la sua specie non sia stata molto studiata, come può essere invece successo con il punteruolo rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus) che ha raggiunto l'Europa, provocando diversi danni alle piante ornamentali del Mediterraneo, gli zoologi peruviani temono per la sua sopravvivenza, visto che sta diventando sempre più rara a causa della devastazione portata dall'eccessiva deforestazione.

Bocydium globulare

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Il cosiddetto "Treehopper brasiliano", il cui nome latino è Bocydium globulare e il nome volgare è "cicalina brasiliana", è un altro stranissimo insetto che vive in varie regioni del Sud America, la cui zona del torace è sormontata da una sorta di antenna, che sostiene a sua volta delle appendici globose di cui non si conoscono ancora le funzioni. Secondo alcuni studiosi potrebbero svolgere il compito di dissuasori nei confronti dei predatori, incutendogli disgusto o orrore, mentre per altri si tratta di un organo capace di attrarre i partner e che viene utilizzato dagli stessi individui della specie per riconoscersi.

Questa specie è famosa tra gli entomologi anche perché è un esempio perfetto di uno sviluppo emimetabolico, in cui gli individui appena usciti dall'uovo si trasformano in ninfa, raggiungendo poi successivamente la maturazione sessuale, subendo una sorta di metamorfosi graduale, che non prevede lo sviluppo di un bozzolo come accade nelle farfalle. Questa specie si nutre principalmente di foglie e alcune sue specie parenti si possono trovare in Nord America, Africa, Asia ed Australia.

Euspinolia militaris

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La formica panda è un strano insetto autoctono del Cile e dell'Argentina che presenta delle macchie bianche e nere che ricordano molto la pelliccia del panda. Il suo nome scientifico è Euspinolia militaris e la cosa più strana è che a differenza di quanto suggerisce il nome o l'aspetto, non è una formica.

Questa specie è infatti una furba vespa appartenente alla famiglia dei mutillidi, le vespe velluto, la cui puntura è molto dolorosa e mortale per molti mammiferi, tanto che in questi paesi è nota con il terribile nome di "killer di mucche" o "killer delle bestie".

Si tratta di una delle specie d'insetti più pericolose del mondo e il suo camuffamento è dovuto ad una particolare forma di adattamento che l'ha spinta a perdere le ali (almeno nelle femmine) e a simulare i movimenti, la forma e il comportamento delle formiche.

La sua dieta è principalmente glicifaga, ovvero succhia la linfa delle pienate per mezzo di un apparato boccale pungente-succhiatore. Le sue larve tuttavia sono parassiti di altri imenotteri. Sono lunghi circa 8mm e preferiscono allontanarsi dall'aggressore, rispetto ad utilizzare il loro pungiglione nascosto nella parte terminale dell'addome.

Chrysoperla carnea

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La Chrysoperla carnea, generalmente chiamata dai contadini crisopa, è un insetto del gruppo dei neurotteri che è presente anche in Italia. Viene abitualmente utilizzata nella lotta biologica contro gli afidi ed è un temibile predatore. Le sue larve sono infatti delle predatrici zoofaghe e si nutrono prevalentemente di piccoli artropodi, delle loro uova o delle larve di diversi altri insetti. Da adulti invece si cibano prevalentemente di nettare, polline e melata, ovvero della secrezione zuccherina emessa da altri insetti che si nutrono della linfa delle piante.

Sono insetti molto stravaganti poiché presentano delle ali molto caratteristiche, che se viste da vicino sembrano fatte quasi di aria o di una ragnatela azzurrina sottilissima che le rende molto leggere. Inoltre la loro testa, sormontata da due lunghe antenne e da un grosso paio di occhi neri, incute a molte persone terrore e disgusto, tanto che è stata presa come esempio per raffigurare diverse tipologie di mostri alieni nella letteratura fantascientifica.

Caligo idomeneus

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La Caligo idomeneus presenta sulle sue ali delle macchie molto grandi che ricordano l'occhio di un gufo, noto predatore notturno di molteplici specie di insetti e di mammiferi. Per questa specifica ragione questa farfalla appartenente alla famiglia Nymphalidae, viene spesso evitata dalle altre specie, visto che lo sviluppo di tale occhio è avvenuto di seguito ad un lungo processo di adattamento che ha fatto sì che i suoi adulti non vengano predati facilmente dalle altre specie.

Sono tra l'altro delle farfalle molto grandi, raggiungendo anche i 20o mm di apertura alare, che trovano in America centrale e meridionale, in particolare in Messico, dove si osservano le popolazioni più numerose all'interno delle foreste pluviali.

Il pesciolino d'argento

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Il pesciolino d'argento è un altro insetto dall'aspetto stravagante. Simile ad un crostaceo, questo insetto è un organismo lucifugo (ovvero che rifugge dalla luce), privo di ali, corazzato e che compensa le piccole dimensioni con un'elevata velocità. Il suo nome scientifico Lepisma saccharina ed abita all'interno delle nostre case. Si è diffuso in tutto il mondo grazie il trasloco di diversi immobili dall'Europa e dall'Asia al resto del mondo e si ciba di sono delle sostanze che contengono amido o polisaccaridi come la destrina, usata negli adesivi.

Questo insetto ama la colla della carta da parati, ma anche la rilegatura dei libri, le pellicole delle vecchie VHS, le foto e lo zucchero in polvere. Può anche cibarsi dei tessuti con cui noi umani ci produciamo i vestiti, come cotone, lana, lino, seta e persino della propri pelle persa durante la muta.

Uno dei suoi predatori naturali è il prossimo animale presente in questa lista.

Scutigera coleoptrata

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Originaria del Mediterraneo, la Scutigera coleoptrata è riuscita a diffondersi in tutto il mondo, anche grazie all'aiuto fornito dalla nostra specie con i trasporti. Instancabile predatrice, la Scutigera si ciba di tutti gli ospiti indesiderati delle nostre case, tanto da venire considerata dagli entomologi come una delle specie che aiutano di più l'uomo nel combattere i parassiti. Essi infatti si cibano dei pesciolini d'argento, di ragni, cimici e pulci, ma anche di zanzare, termiti, falene, scarafaggi e piccoli scorpioni, iniettando nel loro corpo un potente veleno attraverso il primo paio di zampe.

La puntura di una scutigera è tuttavia del tutto innocua per l'uomo e solamente chi soffre di particolari allergie alle punture degli insetti può soffrire di alcuni sintomi, non più gravi di una puntura d'ape. Possono anche pungere uccelli domestici, cani e gatti, ma raramente il loro veleno ha effetto su di loro.

Non si tratta in realtà di un insetto, essendo un artropode chilopode parente dei centopiedi. Spesso le persone lo scambiano per un insetto e per questo abbiamo deciso di inserirla in questa lista, proprio per ribadire che non lo è, ma che appartiene a un altro gruppo degli artropodi.

La mantide fantasma

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Tra tutte le specie di mantidi presenti nel mondo, abbiamo deciso di inserire in questa lista la cosiddetta Mantide fantasma, una specie africana talmente abile nella mimetizzazione da sembrare una foglia completamente secca.  Il suo nome scientifico è Phyllocrania paradoxa.

La sua strategia di caccia si basa sull'attesa. Confidando nel non essere vista, ella attende la preda, aspettando che si avvicini. Quando l'obiettivo si trova nei suoi paraggi, dimostra di essere capace di poter svolgere movimenti molto rapidi, catturando in un lampo la preda e ghermendola con le sue zampe affilate.

Per quanto possa sembrare minacciosa, rispetto le altre specie di mantidi la mantide fantasma è meno aggressiva e questo comporta che raramente pratica il cannibalismo durante l'accoppiamento. Le sue prede inoltre non superano di molto le dimensioni della sua testa, a differenza delle specie europee ed asiatiche che possono anche catturare insetti grandi quanto loro.

La falena micio

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La Megalopyge opercularis è un lepidottero molto strano del Nord America, visto che presenta delle particolare setole sia quando è adulto sia quando è ancora nella fase di larva, che ricordano molto i peli di un mammifero. Il suo nome comune è falena micio, dall'inglese "puss moth", e le loro setole sono morbide, ricordando proprio la pelliccia di un piccolo mammifero.

La sua specie è diffusa principalmente nelle regioni più meridionali degli Stati Uniti, come la Florida, ma anche in altre zone calde del continente come il Messico. Gli esemplari della sua specie invece si possono principalmente trovare nei boschi di alberi decidui, in cui olmi, querce, citrus, rose e piante di edera rappresentano le specie più importanti della vegetazione.

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La cosa caratteristica che caratterizza la falena micio è che anche le sue ali sono ricoperte di setole, come le zampe, il torace e l'intera superficie dell'addome. E a rendere ancora più buffo il suo corpo, questa specie presenta anche due lunghe "orecchie" che non sono altro che le antenne.

Nel caso vi troviate negli USA e pensate di passare una giornata nei boschi, ricordatevi comunque che "accarezzare" questi insetti è fortemente sconsigliato dagli stessi medici ed entomologi. La loro pelliccia infatti presenta diverse numerosi aculei velenosi, la cui puntura è molto dolorosa. Per questa ragione questo insetto è considerato fra i più pericolosi dell'East Coast e dell'intero continente americano. Seppur nella maggioranza dei casi la puntura lascia solo un forte dolore nel luogo in cui gli aculei sono penetrati nella pelle, in alcuni casi il loro veleno può avere anche degli effetti sistemici molto gravi, da curare in ospedale.

Questi effetti sono bruciore, gonfiore, nausea, vomito, mal di testa, mal di stomaco, eruzioni cutanee, minzione incontrollata, dolore alla vescica, al torace, stordimento, intorpidimento degli arti, asma, acufene, svenimenti e difficoltà di respirazione.

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La larva di una falena micio

In caso di contatto con questa specie, è consigliabile chiamare velocemente i soccorsi e intervenire tempestivamente rimuovendo il pungiglione dalla ferita, applicano del ghiaccio e pomate al cortisone o antistaminiche.

Un'altra particolarità di questo insetto è che la sua larva trascorre l'inverno nel bozzolo, fino alla fine della  primavera. Gli adulti hanno però una vita media di soli 5-7 giorni, nei quali depongono le proprie uova.

Creatonotos gangis

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Considerato da molti l'insetto più terrificante sulla Terra, il Creatonotos gangis impressionò lo stesso Linneo, che nel suo Centuria Insectorum del 1763 lo descrisse come uno dei più mirabili esempi di fauna esotica.

Tipica del sud est asiatico e dell'Australia, questa falena sviluppa durante la stagione riproduttiva un particolare organo ciliato, sulla punta del suo addome, che rilascia una quantità davvero spaventosa di feromoni con cui riesce ad attrarre i suoi simili. Questi organo sempre una stella gonfiabile o un'anemone di mare, che si dispiega nel momento in cui l'insetto ha appena completato lo sviluppo sessuale.

Questi feromoni hanno inoltre una triplice funzione: attraggono le femmine come un afrodisiaco, ma al contempo le tranquillizzano, stordendole prima dell'accoppiamento. Questi feromoni inoltre allontanano gli altri, venendo usati anche come una sorte di repellente per la concorrenza.

Quando una femmina di Creatonotos gangis si avvicina ad un maschio, attratta dai feromoni, di solito farà scorrere automaticamente le antenne in segno di risposta, odorando meglio le appendici del maschio come a sincerarsi del suo stato di salute. Subito dopo, estenderà verso di lui il proprio addome, in previsione della copulazione.

Questi feromoni hanno un odore molto intenso, percepibile anche dagli esseri umani. Alcuni studi hanno confermato che derivano dalla particolare tipologia di piante di cui si nutrono queste falene, ricche di alcune sostanze amare come gli alcaloidi pirrolizidinici, che sono state inventate dalle piante per scoraggiare gli insetti e altri animali a nutrirsi delle loro foglie. Stranamente queste falene sono riuscite ad arginare il sistema difensivo di queste piante e sono sono diventati degli estimatori degli alcaloidi pirrolizidinici, tanto che vanno alla ricerca delle piante che producono di più queste sostanze.

Tali feromoni "puzzolenti" si sono dimostrati utili anche per ragioni difensive. I predatori non sembrano infatti apprezzare il gusto di queste falene.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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