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22 Luglio 2022
17:33

Zealandia, scoperta l’origine dei pinguini e perché rischiano di soccombere al cambiamento climatico

Gli antenati dei pinguini provengono dalla Zealandia, un micro-continente quasi del tutto sommerso e per via dei tassi evolutivi bassi potrebbero non riuscire a far fronte al cambiamento climatico.

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La maggior parte dei pinguini discendono da antenati provenienti da un micro-continente poco conosciuto e ormai quasi del tutto sommerso, la Zealandia, e molte popolazioni sono scomparse per via di cambiamenti climatici repentini che hanno accompagnato più di 60 milioni di anni di evoluzione di questi animali.

Forse un continente verdeggiante con valli e montagne innevate, oppure una distesa innevata percossa dal vento freddo notte e giorno: come fosse la Zealandia prima di essere sommersa forse non lo scopriremo mai. Ciò che sappiamo oggi, invece, grazie a uno studio pubblicato su Nature Communications condotto da un team di ricercatori dell'Università di Copenhagen, in Danimarca, è che proprio da quella "Atlantide" partirono gli antenati dei pinguini per diverse migrazioni.

Nello studio i ricercatori hanno  preso in considerazione i genomi di più di 300 specie estinte e odierne di pinguini, cercando di ricostruire il complesso albero filogenetico di questi animali, ovvero l'intricata rete di relazioni e parentele presenti fra tutte le specie conosciute.

Fra le importanti scoperte, innanzitutto, c'è il  chiarimento di quali siano stati i processi evolutivi che hanno portato alla presenza di adattamenti così peculiari come la perdita del volo e il poter rimanere sott'acqua per lunghi periodi di tempo. E, soprattutto, è stato appunto definito un punto di partenza geografico dal quale le diverse specie si sono disperse nel mondo: la Zealandia.

Ciò che si sa è che era un micro-continente sommerso per circa il 96% dall'Oceano Pacifico, affondato dopo essersi staccato circa 85-130 milioni di anni fa dall'Antartide e 60-85 milioni di anni fa dall'Australia. Questa, quindi, è la storia di una terra e del suo popolo che ha molto a che vedere con il mito di Atlantide, il continente leggendario che secondo Platone si trovava fuori dalle Colonne d'Ercole e che fu completamente sommerso dalle acque per colpa di Poseidone.

Da qui i pinguini, come antichi abitanti di questa terra mitica, si sono dispersi a più riprese in Sud America e in Antartide sotto l'egida dei cambiamenti climatici globali che, rendendo inospitali alcune terre, spingevano questi animali a rifugiarsi in luoghi dove le condizioni ambientali erano più sopportabili.

Durante queste migrazioni durate millenni alcune popolazioni dei nostri "atlantidei" sono scomparse, probabilmente proprio sopraffatti dall'inospitalità delle terre sulle quali approdavano e dall'instabilità del clima. Questa scoperta ha dato modo di pensare agli scienziati, aumentando le loro preoccupazioni per quello che potrebbero essere i rischi per le popolazioni di pinguini odierni.

I ricercatori suggeriscono, infatti, che l'attuale ritmo con il quale il Pianeta sta alterando il suo clima probabilmente supererà di gran lunga la capacità adattiva dei pinguini, soprattutto per via dei lenti tassi evolutivi di questa specie. Con tasso evolutivo si intende la frequenza con la quale, nel corso dell'evoluzione di una determinata specie, si presentano nuovi adattamenti e mutamenti genetici, conferendo, di conseguenza, quei vantaggi anatomici, fisiologici e comportamentali che permettono alla specie di poter sopravvivere.

Se, per esempio, 60 milioni di anni fa i pinguini si sono velocemente adattati a predare pesci sott'acqua e a resistere al freddo intenso, successivamente hanno iniziato a sviluppare determinati adattamenti sempre meno frequentemente. Sarebbe questo rallentamento nel tasso evolutivo a preoccupare gli scienziati per il futuro dei pinguini, costretti a correre una corsa contro il tempo con avversario un clima troppo veloce.

Dunque ai moderni atlantidei non resta altro che correre e noi non possiamo fare altro che ammirare queste vere e proprie "sentinelle del cambiamento climatico", animali che con la loro stessa esistenza  dimostrano quanto la fauna adattata al freddo sia fragile.

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