27 Febbraio 2023
16:22

Visoni ancora a rischio Covid-19: il nuovo studio delle autorità europee

I visoni sono gli animali con la più alta probabilità di essere infettati e di trasmettere il virus del Covid-19. Il nuovo studio condotto da Efsa e Ecdc sulla suscettibilità degli animali alla Covid-19.

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visoni

I visoni sono gli animali con la più alta probabilità di essere infettati e di trasmettere il virus del Covid-19. Lo conferma il nuovo studio congiunto dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).

«La situazione epidemiologica della SARS-CoV-2 nell'uomo e negli animali è in continua evoluzione – si legge nello studio – Tra gli animali d'allevamento, il visone americano ha la più alta probabilità di essere infettato dall'uomo o dagli animali e di trasmettere ulteriormente il SARS-CoV-2».

Per questo le agenzie europee consigliano specifiche attività di monitoraggio per le persone che lavorano all'interno degli allevamenti di visoni e altri mustelidi sfruttati per la loro pelliccia: «L'introduzione della SARS-CoV-2 negli allevamenti di visoni avviene solitamente attraverso gli esseri umani infetti; questo fenomeno può essere controllato testando sistematicamente le persone che entrano negli allevamenti e garantendo un'adeguata biosicurezza».

L'elevato rischio di contagio connesso alla presenza di un grande numero di mammiferi all'interno di un'area ristretta era però emersa già in piena pandemia, come si evince dallo studio pubblicato nel 2021 dall'Efsa: «Una volta introdotto, il SARS-CoV-2 si diffonde in modo molto efficiente all'interno degli allevamenti di visoni, per contatto diretto e indiretto. L'alta densità di animali all'interno dell'allevamento aumenta la possibilità di trasmissione».

Per questo, fin dall'inizio, «tutti gli allevamenti di visoni devono essere considerati a rischio di infezione». Al 29 gennaio 2021, il virus della SARS-CoV-2 è stato segnalato in 400 allevamenti di visoni in otto Paesi dell'Unione Europea, e molti di questi hanno scelto di avviare una massiccia campagna di abbattimenti. La prossima avverrà tra pochi giorni in Danimarca, il più grande produttore al mondo di pellicce di visone, che durante la pandemia ha già soppresso 17 milioni di individui.

Il nuovo studio firmato Efsa-Ecdc, però, non si occupa solo dei visoni, ma di tutti gli animali, dai domestici ai selvatici. Ne emerge che le specie note per trasmettere il SARS-CoV-2, oltre al visone americano, sono il cane procione, il gatto, il furetto, il criceto, il topo domestico, il pipistrello della frutta egiziano, il topo cervo e il cervo dalla coda bianca.

Tra gli animali da compagnia, gatti, furetti e criceti sono risultati quelli a più alto rischio di infezione da SARS-CoV-2. Secondo le agenzie Ue, è molto probabile che in questi casi gli animali vengano contagiati da un essere umano infetto. Tuttavia questi casi hanno un impatto nullo o molto basso sulla circolazione del virus nella popolazione umana. Una conclusione alla quale era arrivato Nicola Decaro, professore ordinario al Dipartimento di medicina veterinaria dell’Università di Bari, commentando con Kodami la notizia del primo caso di contagio Covid da gatto a uomo: «Il gatto, più del cane, è sensibile all’infezione e perché esiste uno stretto contatto tra gatti e persone. Tuttavia, ai fini epidemiologici non cambia nulla: il gatto ha un ruolo pressoché inesistente, o tuttalpiù trascurabile, nella circolazione di SARS-CoV-2 nella popolazione umana».

Tra gli animali selvatici ad essere stati colpiti dall'infezione sono soprattutto grandi scimmie e cervi dalla coda bianca, come mostra lo studio statunitense che ha rilevato come il 40% della popolazione già nell'agosto 2021 avesse sviluppato gli anticorpi.

Nei paesi dell'Unione Europea però sino ad ora non sono stati finora segnalati casi di animali selvatici infetti, per questo le agenzie europee non consigliano un monitoraggio specifico sulla fauna selvatica.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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