Rosa, Giada e i cani di strada: «Adottarli tutti non è la soluzione»

Incontrandoli pensiamo subito all'adozione come l'unica via di salvezza. Ma vivere per strada per alcuni cani in realtà significa essere nella giusta dimensione: liberi di agire e interagire con i loro simili e con gli esseri umani in un contesto in cui sono nati e cresciuti. Per altri, invece, la strada è una condanna, perché la loro non è libertà e il loro vagare è frutto di abbandoni.

16 Dicembre 2020
17:02
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Incontrandoli pensiamo subito all'adozione come l'unica via di salvezza. Ma vivere per strada per alcuni cani in realtà significa essere nella giusta dimensione: liberi di agire e interagire con i loro simili e con gli esseri umani in un contesto in cui sono nati e cresciuti. Per altri, invece, la strada è una condanna, perché la loro non è libertà e il loro vagare è frutto di abbandoni. Per non parlare di soggetti che sono abusati, maltrattati, non curati se malati o deprivati, come purtroppo succede spesso in casi di "accumulo seriale di animali" in luoghi e case fatiscenti. Ogni cane ha una storia diversa dall’altra e riuscire a comprendere chi ha davvero bisogno di aiuto è il lavoro prezioso di Giada e Rosa, due donne coraggiose unite dallo stesso obiettivo: recuperare solo i cani davvero bisognosi per offrire loro una vita dignitosa.

«Sono cani, cuccioli, adulti, vecchietti, taglia media, grande o piccola – racconta Rosa- buttati come dei rottami: abbandonati o tolti da situazioni di maltrattamento, di dolore, di deprivazione». Come Saretta che è rimasta per 2 mesi chiusa insieme ai suoi cuccioli dentro un bagno di 2 metri quadri al buio. O Melissa "la tripodina", una cucciola di appena 10 giorni con la zampa in cancrena.

Una originaria di Palermo, l’altra toscana, Rosa e Giada si sono incontrate grazie alla loro comune passione per gli animali: «Siamo amiche dal 2017, ci siamo conosciute quasi per caso da un veterinario, nel corso degli anni ci siamo accorte che il nostro pensiero era molto affine».

Nel segno della loro amicizia è nata una rete di solidarietà che abbraccia tutta l’Italia. Da un lato c’è Rosa che si occupa degli interventi sul campo e di filtrare le segnalazioni. Dall’altro Giada che si interessa delle adozioni, mettendo al primo posto, in ogni fase, il benessere del cane e le sue esigenze: «Dopo che si sono un po’ ambientati, spesso facciamo valutare i nostri cani dagli educatori, dai professionisti, perché ci sia un percorso di adozione corretto e corrispondente alle caratteristiche del cane e della famiglia in cui entrerà a far parte. Ci possono essere dei cani adatti a famiglie con bambini, altri che non lo sono, cani ancora che hanno bisogno di un ambiente di campagna. Bisogna considerare il tipo di vita che fanno le persone, quanto tempo possono dedicare al cane, se sono disponibili a fare un percorso educativo. L’amore ci deve essere a prescindere, però bisogna capire le possibilità delle famiglie, bisogna misurare l’emotività perché spesso strada facendo poi la gente ci ripensa e abbandona».

La loro associazione si chiama "Amici di Gigio" perché, come racconta Rosa, «Gigio è un cane di quartiere di circa 6-7 anni che ha sempre vissuto in strada fin dalla nascita. Un giorno lo abbiamo curato per un serio problema di salute. Da allora Gigio non ha mai perso la sua libertà, ma è diventato anche parte della famiglia e un prezioso aiutante. Accetta tutti e li aiuta anche a inserirsi in un contesto nuovo. Io e Giada allora abbiamo deciso di chiamare la nostra associazione con il suo nome: perché chiunque arriva da noi è prima di tutto un amico di Gigio: un cane, un altro animale o una persona».

Grazie alla generosità di tanti, Rosa e Giada possono andare avanti, continuando a cambiare destini che sembravano già scritti.

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