Rocky, la civetta acadica salvata dall’albero di Natale del Rockefeller Center

È sopravvissuta per 3 giorni senza cibo nascosta tra i rami dell’albero di Natale più famoso al mondo. Come da tradizione, anche quest’anno è stato montato l’albero natalizio del Rockefeller Center di New York e mentre veniva addobbato il grande abete rosso, nessuno si è accorto della presenza di questo gufo. Rocky, come è stato poi ribattezzato, è un esemplare femmina di civetta acadica e, nonostante le piccole dimensioni, si tratta di un animale adulto.

31 Dicembre 2020
16:27
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È sopravvissuta per 3 giorni senza acqua e cibo, nascosta tra i rami dell’albero di Natale più famoso al mondo. Come da tradizione, anche quest’anno è stato montato l’abete natalizio del Rockefeller Center di New York e mentre veniva addobbato, nessuno si è accorto della presenza di questo gufo. Rocky, come è stato poi ribattezzato, è un esemplare femmina di civetta acadica e, nonostante le piccole dimensioni, si tratta di un animale adulto.

Per Rocky i rami di quell’abete erano il suo rifugio sicuro, la sua casa e non li ha lasciati nemmeno quando l’abete è stato abbattuto e trasportato per 300 chilometri. È stato un operaio intento a montare l’albero del Rockefeller Center a trovare Rocky, quasi per caso, non solo per via delle dimensioni di questi gufi (che non superano i 17-21 cm di altezza), ma perché le civette acadiche sono animali molto notturni e a meno che qualcuno non si metta a cercarle vengono viste a fatica.

Ecco perché il ritrovamento di Rocky è stato definito da molti come un miracolo di Natale e ha sorpreso anche gli studiosi del Ravensbeard Wildlife Center di Saugerties, dove il piccolo Rocky è stato curato dopo quei giorni passati senza acqua e né cibo. Ellen Kalish, fondatrice di questa associazione no profit, è rimasta a dir poco sbalordita da questa storia: «È incredibile che non sia rimasto schiacciato tra i rami. Gli abbiamo dato subito i liquidi di cui aveva bisogno e qualche topo da mangiare».

L'episodio ha in poco tempo fatto il giro del mondo: il salvataggio di Rocky, in un anno molto complicato com'è stato il 2020, è stato visto da molti come un simbolo di speranza. Ma in molti si sono interrogati sul destino di questa civetta, strappata dal suo habitat naturale senza potersi opporre. La storia ha portato nuovamente al centro del dibattito pubblico il pericolo dei disboscamenti, i quali sono una delle principali cause di estinzione per oltre 1.500 specie di uccelli, come ricorda il rapporto pubblicato da BirdLife International.

Appare quindi ancora più significativo l'intervento dei volontari del Ravensbeard Wildlife Center, che non solo hanno curato questa civetta denutrita ma l’hanno aiutata a spiccare nuovamente il volo, reintroducendola nel suo habitat naturale: «Si è seduta sulla mia mano per poi volare sul pino più vicino – ha spiegato Ellen Kalish – e dopo circa 5 minuti ha deciso di andarsene, è stato perfetto». Sono circa due milioni le civette acadiche che sorvolano i cieli degli Stati Uniti e che trovano ogni anno un nuovo compagno con cui trascorrere la loro vita. È il destino che ora attende Rocky, che ha così riacquistato la sua libertà: “Il nostro obiettivo è liberare qualsiasi uccello che possa essere rilasciato» ha concluso Ellen.

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