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14 Dicembre 2023
10:28

Venti cani chiusi in casa in condizioni estreme: condannato accumulatore seriale

Condannato a un anno e sei mesi un accumulatore seriale residente in Toscana, che teneva in casa venti cani in pessime condizioni. Uno di loro, Calimero, era rinchiuso in un container di metallo al buio, senza cibo e con pochissima acqua.

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Sono stati necessari due anni di battaglia legale, ma alla fine l’uomo che tra luglio e ottobre del 2021 si è reso responsabile del maltrattamento di diversi cani a Poggibonsi, in provincia di Siena, è stato condannato da un giudice del Tribunale di Siena.

La denuncia era stata presentata dall’associazione Una, che gestisce il canile rifugio di Poggibonsi. Al centro della vicenda un uomo di origine siciliana, residente in Toscana, che teneva in casa numerosi cani in condizioni di estremo degrado. Un cosiddetto “animal hoarder”, un accumulatore seriale di animali, su cui erano state svolte indagini da parte dei Carabinieri Forestali.

L’associazione si era costituita parte civile nel processo penale, prendendosi a cuore in particolare il caso di un meticcio che era stato poi messo sotto sequestro e trasferito appunto nel canile rifugio di Poggibonsi. Calimero, questo il nome con cui era stato ribattezzato, era stato trovato dai Carabinieri Forestali di Siena in un container di metallo, al buio, in mezzo alle proprie deiezioni, senza cibo e con pochissima acqua, tutto in un ambiente praticamente privo di ricambio d’aria e con quasi 40 gradi di temperatura.

Quando Calimero era arrivato in coniale era in condizioni disperate: estremamente denutrito e disidratato, con difficoltà di movimento e deambulazione, era stato preso in carico dai volontari e sottoposto a un ciclo di cure e riabilitazione che, con fatica e pazienza, gli hanno consentito di riprendersi. Per lui è scattata la confisca e l’affidamento a Una, che si accerterà che non debba mai tornare nelle mani del suo aguzzino.

Oltre a Calimero, nell’abitazione dell’uomo erano stati trovati altri 19 cani, tutti chiusi in stanze buie e lasciati con pochissimo cibo, privati della possibilità di uscire. L’associazione, assistita dall’avvocata Raffaella Sili, aveva dato battaglia affinché tutti i cani venissero messi sotto sequestro e l’uomo venisse perseguito penalmente per maltrattamento animale, reato punito dall’articolo 544 ter del Codice Penale. Alla fine è arrivata la condanna: «Non bisogna mai abbassare la guardia – ha detto la presidente dell’associazione Una, Lucia Brogi – nei confronti di chi, a qualunque scopo, si attornia di animali costringendoli a una vita di privazioni e inaudita sofferenza».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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