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Un polpo gigante ha davvero attaccato un bagnante ad Amalfi? L’esperto: «Eccessivo parlare di attacco»

Diversi media hanno riportato l'attacco da parte di un polpo gigante nei confronti di un bagnante ad Amalfi, ma è davvero così? Ne abbiamo parlato col biologo marino Fabio Russo.

19 Gennaio 2023
12:10
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In queste ore la notizia è rimbalzata un po' su tutti i media: un bagnante è stato attaccato da un polpo gigante ad Amalfi, in Campania. L'uomo, fortunatamente, è poi riuscito a raggiungere la spiaggia di Marina Grande a nuoto e una volta arrivato sulla battigia, grazie all'aiuto di altri bagnanti, è riuscito a salvarsi e a liberarsi dal polpo che non voleva saperne di mollare la sua gamba. Alcuni media parlato persino di un tentativo di predazione sull'uomo da parte del mollusco che, infine, da predatore si è poi trasformato in preda con grande entusiasmo di curiosi e passanti che hanno fatto partire un lungo applauso.

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Come spesso accade in casi come questi, la notizia è stata parecchio ingigantita e presentata con titoli e narrazioni sensazionalistiche un po' da tutti i media, come spiega a Kodami Fabio Russo, naturalista e biologo marino: «I polpi sono predatori estremamente intelligenti e vengono spesso incuriositi e attirati da oggetti in movimento chiari, tant'è che vengono pescati anche con le zampe di gallina o con semplici stracci chiari – spiega Russo – e capita spessissimo che si attacchino a gambe e piedi, non è una cosa così rara come si vuole far credere, ma una volta che si sono avvinghiati con le braccia non fanno nient'altro, parlare di attacco mi sembra decisamente eccessivo».

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Inoltre, anche le dimensioni dell'animale sono state quantomeno "gonfiate", come tra l'altro si vede anche semplicemente dalle foto. «Non è di certo un polpo gigante, anche questa è un'esagerazione – continua il biologo marino – Si tratta sicuramente di un grosso polpo, probabilmente leggermente superiore alla media, ma da qui a definirlo gigante ce ne vuole. La lunghezza massima raggiunta dal polpo mediterraneo, Octopus vulgaris, è di circa 1 m o poco più e il peso difficilmente supera i 10-12 kg. Esemplari di 15 kg sono una rarità, nei testi è riportato un esemplare record di 3 metri di lunghezza per 25 kg di peso pescato a Nizza nel 1869, ma le misurazioni dei report dell'epoca sono dubbie. I polpi giganti sono ben altri».

La vicenda, che comprensibilmente avrà quantomeno spaventato l'uomo, è stata quindi parecchio ingigantita e narrata quasi come se fosse un'impresa eroica, quando in realtà poteva tranquillamente essere fatta passare per una pesca fortunata, per l'uomo, e sfortunata per il mollusco. «Capita davvero molto spesso e non si è mai fatto male nessuno. Una volta è successo anche a mia nonna, che ha semplicemente "pescato" con i piedi un polpo mentre faceva il bagno – racconta ancora Fabio Russo – In Penisola Sorrentina, tra l'altro, gira anche questa leggenda secondo cui le donne nordiche, più chiare di carnagione, venivano aggredite, tra virgolette, costantemente».

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Da un punto di vista etologico, in quanto predatore piuttosto adattabile, il polpo probabilmente viene effettivamente stimolato a predare da gambe o braccia dei bagnanti, tuttavia, trattandosi di animali estremamente intelligenti, potrebbero anche capire di non essere di fronte a una preda alla loro portata anche perché, se volessero davvero attaccare gli umani, ce ne accorgeremmo molto più spesso: «I polpi sono dotati di un morso velenoso che in alcuni casi può causare seri problemi, sia per il veleno che per i batteri. Tuttavia, è veramente molto molto difficili essere morsi – conclude Fabio Russo – A volte non lo fanno nemmeno quando vengono torturati dai pescatori. Quando infatti afferrano una potenziale preda la "assaggiano" sentendone il gusto con le ventose. Probabilmente, una volta che ha afferrato il nuotatore il polpo si è accorto che non era nulla di ciò che mangia abitualmente e quindi non è andato avanti col morso».

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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