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19 Aprile 2023
12:23

Un parassita decima i maschi di farfalla monarca, ma le femmine si riproducono lo stesso

In alcune popolazioni africane le femmine di farfalla monarca possiedono un parassita che uccide i figli maschi il cui numero è calato vertiginosamente. Un nuovo studio spiega come è possibile per le femmine trovare un partner se i maschi sono così rari.

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In diversi gruppi di animali se il numero di femmine è molto più alto di quello dei maschi si verifica un disastro ecologico: molti individui non potrebbero accoppiarsi e i numeri della popolazione calerebbero drasticamente. Questa è una regola valida anche per gli esseri umani, ma non per le farfalle monarca (Danaus plexippus). Secondo un nuovo studio guidato dai ricercatori dell'Università Nazionale del Ruanda e pubblicato su Ecology and Evolution, infatti, le farfalle monarca femmina non hanno problemi a trovare un compagno anche quando un parassita uccide la maggior parte dei maschi facendone calare vertiginosamente i numeri.

Alcune femmine, infatti, sono portatrici un parassita chiamato Spiroplasma che uccide tutti i loro figli maschi e lascia indenne le femmine. Di conseguenza nelle popolazioni altamente infette la presenza di maschi è molto bassa, un problema per qualsiasi altra specie animale, ma non questi magnifici insetti.

Impossibile capire se una monarca è infetta o sana: poggiate entrambe su un bellissimo fiore di lavanda in un verdeggiante prato sono indistinguibili. Muovono leggermente le ali arancione brillante e il contrasto con i petali violacei del fiore fa risaltare ancora di più le nervature nere, donando quell'aspetto regale consono al nome. Un filo di vento muove lo stelo del fiore ed entrambe spiccano il volo: il parassita non impedisce i movimenti o la sopravvivenza in alcun modo ed entrambe si nutriranno, migreranno e si accoppieranno tranquillamente.

D'altronde parliamo di un parassita che spesso ha interazioni di "simbiosi difensiva" con i suoi ospiti, dove la sopravvivenza del simbionte è strettamente legata a quella dell'ospite. In particolare, Spiroplasma è un piccolo batterio senza pareti cellulari con un metabolismo semplice. Si trova spesso nell'intestino di diverse specie di insetto dal quale trae nutrimento e protezione. Al contempo, però, il batterio può proteggere la propria "casa" dall'attacco di altri pericolosi parassiti, un bel vantaggio da entrambe le parti potremmo dire se non fosse che la presenza di Spiroplasma influenza pesantemente la sopravvivenza della prole maschile della farfalla. 

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Sezione di 0.4 micrometri contenente un gruppo di Spiroplasma. Immagine via Wikimedia Commons

Ecco dunque che entrano in gioco i ricercatori dell'Università Nazionale del Ruanda, di Exeter, di Edimburgo e il Dian Fossey Gorilla Fund International. Gli studiosi hanno osservato l'accoppiamento delle farfalle per capire come potessero superare il deficit dato dal parassita. Le farfalle in genere si accoppiano tramite il trasferimento di una "spermatofora" dal maschio alla femmina. Questa è un contenitore con dentro gli spermi che serviranno per fecondare le cellule uovo, un involucro che rimane anche dopo l'accoppiamento. Dunque, per poter contare il numero di accoppiamenti ai ricercatori non è servito altro che trovare il maggior numero possibile di spermatofore deposte sulle piante.

Gli esperti hanno contato il numero di fecondazioni in gruppi di farfalle con femmine sane e in gruppi con femmine parassitate in cui i maschi erano di meno, scoprendo qualcosa di eccezionale:  le farfalle femmine trovano sempre un partner per accoppiarsi, indipendentemente da quanti maschi si trovano in giro. Insomma, i pochi maschi disponibili, anche se con qualche difficoltà, riescono a riprodursi con la maggior parte delle femmine disponibili.

«È stata un'esperienza stimolante lavorare insieme a un team internazionale di esperti per far progredire la nostra conoscenza sulle farfalle monarca – ha affermato il primo autore dello studio Vincent Rutagarama, ricercatore dell'Università Nazionale del Ruanda – Studi simili modelleranno il futuro della conservazione di questi e tutti gli animali che presentano parassitosi simili».

Il motivo per cui il parassita continua a infettare le farfalle, però, non è ancora del tutto chiaro. A formulare una possibile ipotesi è Ian Gordon, anche lui ricercatore dell'Università Nazionale del Ruanda: «Probabilmente questo successo riproduttivo potrebbe spiegare come un parassita del genere possa essere trasmesso con successo in una popolazione in cui i maschi sono rari. L'ironia è che se l'intera popolazione fosse infetta, le farfalle monarca non produrrebbero più figli, le femmine non si potrebbero più accoppiare e il parassita morirebbe insieme alle farfalle».

In ogni caso gli scienziati chiariscono che sono necessarie ulteriori ricerche per scoprire perché alcune farfalle monarca rimangono infette, mentre altre no. Inoltre c'è un fattore molto importante da tenere in considerazione: diversi anni di grave siccità in Africa orientale, uno dei territori in cui è possibile trovare la specie, hanno causato una crisi alimentare per gli esseri umani e danneggiato la biodiversità degli ecosistemi. Dato il fragile equilibrio che spesso si viene a creare in una simbiosi, disturbi esterni del genere potrebbero essere fatali per le popolazioni che abitano lì, umane e animali.

«Speriamo che la farfalla monarca possa diventare un simbolo di conservazione in tutta l'Africa – conclude il primo autore – Il suo futuro è legato a quello del Continente e l'umanità deve affrontare la crisi climatica e ambientale per farla sopravvivere».

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