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23 Aprile 2023
15:00

Un minuscolo parassita sta uccidendo rapidamente i ricci nel Mar dei Caraibi

Dopo la prima moria di Diadema antillarum avvenuta negli anni 80, scatta nel 2022 un nuovo campanello d'allarme che preoccupa gli scienziati. Attraverso una nuova ricerca scoprono che dietro la morte dei ricci di mare si cela un parassita. Ora l'impegno dei ricercatori si concentra nel trovare una cura.

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Diadema antillarum, in inglese "riccio dalle lunghe spine", è un riccio marino che vive nell’Oceano Indiano e in quello Pacifico. Caratteristica che lo contraddistingue, e dalla quale prende il nome, sono le sue "spine" eccezionalmente lunghe che possono misurare anche a 30 cm. Nonostante questo suo sistema di difesa estremamente efficiente, però, c'è un organismo letale che ne sta decimando la popolazione. Dei ricercatori in un nuovo studio pubblicato su Science Advances hanno infatti rivelato la presenza di un parassita che sta causando la morte di un gran numero di esemplari e ora urge un'azione di conservazione al più presto.

La scomparsa dei ricci metterebbe a repentaglio la sopravvivenza degli habitat marini poiché parte fondamentale di questi ecosistemi in tutto il mondo, anche nel Mediterraneo. È facile intravederlo non troppo lontano dalla costa lungo le rocce presenti sul fondale, ma anche sugli scogli vicino la riva. A un primo impatto potrebbero incutere anche paura a causa dei loro aculei, ma sono assolutamente innocui, l'importante è evitare di maneggiarli e ovviamente di calpestarli.

Come tutti i ricci, anche gli esemplari di Diadema antillarum svolgono un ruolo chiave all'interno delle barriere coralline: esattamente come gli erbivori sulla terraferma, sono dei pascolatori con l'unica differenza che ciò di cui vanno ghiotti sono le alghe. Nutrendosi di quest'ultime favoriscono la crescita dei coralli che altrimenti verrebbero sommersi dagli organismi vegetali e non sarebbero più in grado di svilupparsi.

All'inizio degli anni 80, i ricci di mare dalle lunghe spine sono stati quasi completamente spazzati via nei Caraibi causando circa il 98% riduzione delle loro popolazioni e ora, trent'anni dopo, le popolazioni si sono riprese solo del 12%. La morte di un numero così elevato di esemplari ha portato al rapido degrado di molte barriere coralline in tutta la regione causando danni che tutt'ora persistono e infatti alcune specie di corallo sono attualmente estremamente rare. La causa della moria dei primi anni 80 non è mai stata determinata e attualmente si sta riscontrando una situazione molto simile.

Alla fine del gennaio del 2022 a St. Thomas, nelle Isole Vergini americane, sono state segnalate nuovamente morti sospette di ricci di mare. Si è verificato, poi, anche nelle Piccole Antille, in Giamaica e nei Caraibi messicani e a giugno nella maggior parte delle Grandi Antille, Florida e Curacao. La situazione è estremamente critica poiché si riscontra un calo delle popolazioni di ricci compreso tra l'85% e il 95% nelle aree colpite.

Per questo un team di internazionale composto da 42 scienziati si è messo al lavoro per scoprire la causa che si cela dietro a quest'avvenimento, individuando il colpevole. Si tratta di Philaster apodigitiformis, un eucariota unicellulare noto per essere un parassita nei pesci. La sua presenza è riscontrabile non solo tramite delle analisi molecolari, ma anche con una semplice occhiata: quando un riccio entra in contatto con questo parassita si "spoglia" perdendo tutto l'involucro di spine che lo avvolge e lo protegge, letteralmente quindi viene privato di ogni difesa.

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Purtroppo i ricercatori non sono ancora riusciti a trovare una cura efficace per trattare le infezioni causate da P. apodigitiformis, ma rincuora il fatto che essere a conoscenza dell'identità del parassita fornisce un grande vantaggio perchè permette di progettare strategie utili al mantenimento della salute dei ricci di mare che vengono allevati per gli sforzi di ripopolamento in tutta la regione.

Sono necessari ulteriori studi per riuscire a trovare una cura. Per adesso sono in atto azioni di tutela nei confronti dei ricci per evitare pericoli aggiuntivi di origine antropica.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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