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27 Aprile 2023
18:23

Trovato morto uno dei gatti scomparsi a Fiumicello: «Queste uccisioni efferate vanno fermate»

A Fiumicello, in provincia di Udine, da circa un anno spariscono gatti randagi. Pochi giorni fa, uno dei gatti scomparsi è stato trovato morto.

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Cambia la Regione, il Comune o il paese ma qualcuno che prova piacere a fare del male a cani, gatti o a qualsiasi altro animali, purtroppo c'è sempre. Questa volta la triste vicenda è accaduta a Fiumicello, in provincia di Udine, dove da circa un anno avvengono delle strane sparizioni di gatti randagi che non sono mai stati ritrovati.

Almeno fino a qualche giorno fa, quando il referente della colonia felina di via Cantonina ha ritrovato il corpo di uno di questi felini. Causa della morte: spari in volto da una carabina ad aria compressa a basso potenziale, di quelle che possono essere detenute senza obbligo di denuncia.

«Si tratta di gravissimi maltrattamenti, severamente puniti dal codice penale», spiega a Kodami Laura Grassi, presidente dell’associazione La Cuccia, che da anni si occupa dei gatti liberi tra Monfalcone, Staranzano, Turriaco e San Canzian d’Isonzo e che opera anche al canile di Gorizia.

«Di certo non potevo tacere davanti a questo orrore. E così una volta ricevuta la segnalazione dal referente della colonia felina,  che ha ritrovato tre gatti di cui uno morto e gli altri due feriti, ho reso noto il fatto sui social e nel contempo ai Carabinieri».

La situazione si trascinava almeno da un anno, ma ancora nessun cadavere era stato trovato. «C'era il sospetto che qualcuno li facesse sparire, però chiaramente di lì a dire se fossero spariti davvero e per mano di chi ce ne passa. Del resto sono animali che vivono liberi, potevano anche essersi spostati».

E, invece, nessun spostamento, ma solo una crudele verità. «Il micio morto aveva gli occhi sfondati dai pallini e gli altri due feriti si sono miracolosamente salvati perché sono stati colpiti solo sul naso. Una crudeltà efferata, terribile. Ne abbiamo visti purtroppo di gatti impallinati da persone che usano questo assurdo metodo per allontanarli dai loro giardini, ma la maggior parte delle volte non riescono a ucciderli,  perché comunque il gatto è veloce. Chi ha agito in questo caso aveva proprio come obiettivo quello di ucciderli, perché per prenderli in maniera così precisa bisogna anche essere molto esperti e saper usare molto bene le armi».

Grassi ha quindi portato tutto il materiale ai Carabinieri, facendo denuncia contro ignoti. «Devo dire mi sono sentita molto supportata in questa brutta storia, perché ho trovato un Comune molto attento. Ma non avevo grandi dubbi perché da sempre l'amministrazione si occupa delle colonie feline del suo territorio, investendo molti fondi nelle sterilizzazioni. Lo stesso vale anche per i Carabinieri che, sconvolti anche loro di ciò che è avvenuto, non hanno affatto presa alla leggera il caso. Spero davvero che mandino avanti un’indagine perché se qui in giro c’è una persona del genere, è un attimo passare dai gatti ai cani a chissà chi altri».

Scovare il colpevole però non sarà semplice. «I gatti sono purtroppo facili preda di queste follie e anche se è chiara l’intenzionalità a uccidere, non credo che ci sia speranza di trovare chi è stato. Il motivo per cui ho scritto sui social e ho messo in atto tutto questo è perché spero che parlandone il più possibile, facendo rumore sul caso, questa orribile persona si senta più sotto tiro, più osservato. Non abbiamo grandi armi per beccarlo ma speriamo almeno che si senta, come del resto è, un po’ più "attenzionato"».

La grande preoccupazione è che se questa persona non viene rintracciata, da sola non si fermerà. «Auspico davvero che i Carabinieri stringano il cerchio, mi sono sembrati molto convinti ad andare fino in fondo questa volta. Comune e Forze dell’Ordine hanno mostrato davvero un grande rispetto, nessuna superficialità con frasi del tipo "è solo un gatto". Hanno preso molto seriamente la vicenda e questo fa piacere perché fa sentire parte di una comunità. Ora non ci resta che attendere, sperando di non trovare altri piccoli cadaveri».

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Simona Sirianni
Giornalista
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