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Le teste mozzate di due lupi sono state trovate davanti a un municipio in Spagna. È successo nella piccola città di Ponga, nelle Asturie, poco prima della riunione riunione del Consiglio di Governo in città. L'atto è stato interpretato dalla classe politica locale come segno di protesta per le misure di tutela recentemente assunte nei confrotni del lupo.
Lo scontento delle persone si è intensificato quando nel settembre 2021 il Ministero per la Transizione Ecologica ha inserito il lupo nell'Elenco delle specie di fauna selvatica sottoposte a regime di protezione speciale (LESRPE). Un provvedimento respinto tramite ricorso da Ponga, e dagli allevatori delle Asturie, Castilla y León, Galizia, e Cantabria, in cui vive gran parte della popolazione di lupi in Spagna. Oggi la cattura del lupo è vietata in tutto il territorio nazionale ed è consentita solo in casi eccezionali. Prima, invece, nella regione il controllo era affidato al Corpo delle guardie forestali.
Non è la prima volta che la comunità guidata dalla sindaca Marta María Alonso dimostra il proprio dissenso in maniera violenta. Già nel 2017 diversi corpi di lupi uccisi sono stati trovati in alcuni parcheggi, e nell'agosto 2018 è stata rinvenuta la testa di un grande carnivoro che galleggiava nella piscina pubblica di Infiesto, Comune delle Asturie a pochi chilometri da Ponga.
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«Si raccoglie ciò che si semina – è il commento dell'Associazione per la conservazione e lo studio del lupo iberico (Ascel) – Se il governo "agro-zootecnico" del Principato delle Asturie vuole uccidere i lupi, ecco il risultato. Presidente delle Asturie, signor Barbón, non negoziamo con ricattatori o terroristi ambientali. L'apparizione delle due teste di lupo coincide con la visita al comune del Presidente del Principato delle Asturie e di tutti i suoi ministri che vi tengono la riunione del Consiglio direttivo».
Nel mirino c'è il Canis lupus signatus, una sottospecie del lupo grigio, diffusa nella penisola iberica che abbraccia Spagna e Portogallo. Fino alla fine degli anni Ottanta è stato in pericolo e ha rischiato di scomparire, similmente a quanto stava avvenendo anche nel resto d'Europa. L'aumento delle potenziali prede del lupo, come gli ungulati selvatici e la diminuzione della persecuzione sistematica, ha permesso agli individui di tornare a riprodursi, e oggi, la popolazione stimata da Ascel conta circa 300 gruppi familiari, con circa 1.500 lupi prima del parto e circa 2.000 a metà autunno.
