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31 Gennaio 2024
16:38

Torna la corrida a Città del Messico e l’arena fa il tutto esaurito

Annullata a dicembre l'ingiunzione che vietava gli spettacoli cruenti nelle arene, la famosa Arena Plaza de México della capitale messicana si è riempita di 50 mila spettatori. Un sondaggio però rivela che il 59% dei messicani è favorevole all'abolizione della corrida.

Giornalista
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A Città del Messico i tori sono scesi di nuovo nell’arena. A inizio dicembre, infatti, la Corte Suprema del Messico aveva annullato l’ingiunzione del maggio 2022 secondo cui «le corride violavano il diritto dei residenti della città a un ambiente sano e privo di violenza». La decisione della Corte aveva di fatto riaperto al ritorno di questi spettacoli, tornando a far vivere una tradizione lunga almeno 500 anni e di cui si ha traccia almeno nel primo ventennio del ‘500 quando il conquistatore spagnolo Hernán Cortés assistette ad alcune delle prime corride in città, subito dopo la conquista della capitale azteca nel 1521.

Così domenica 28 gennaio l’arena Plaza de México, la più grande del mondo con i suoi 50 mila posti, è tornata a riempirsi, registrando un tutto esaurito che la dice lunga su quanto sia dura a morire una delle tradizioni più sanguinose del paese.

Sebbene un sondaggio realizzato dal quotidiano Reforma abbia registrato un 59 per cento di messicani come favorevole all’abolizione della corrida, segnalando anche che un 73 per cento degli intervistati la considera un «atto di crudeltà» nei confronti degli animali, lo spettacolo cruento continua ad essere molto amato e un quarto degli intervistati ha infatti sostenuto di considerarla una forma dell’arte e della tradizione del paese. Insomma, la corrida in Messico continua ad essere un argomento fortemente divisivo.

Ma non soltanto in Messico: Francia, Portogallo, Colombia, Venezuela, Perù ed Ecuador sono i paesi dove è ancora legale e praticata e, secondo HSI, ogni anno vi trovano la morte circa 250.000 tori. Vietata in molti paesi tra cui Argentina, Canada, Cuba, Danimarca, Italia e Regno Unito, rimane ancora legale ovviamente anche in Spagna, dove però alcune città come Calonge, Tossa de Mar, Vilamacolum e La Vajol, l’hanno vietata.

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L’entrata dei picaderos, gli uomini a cavallo che distraggono il toro e lo preparano all’entrata del torero (frame da video pubblicato dal gruppo ACHO Taurino 3)

Che si tratti di una forma di tortura di questi animali appositamente allevati è segnalato con forza anche da Human Society International. «L’affermazione secondo cui la corrida costituisce un combattimento leale e regolare tra il toro e il matador è semplicemente falsa – commentano dall’associazione – Ogni toro è indebolito sia mentalmente che fisicamente prima di trovarsi faccia a faccia con il matador. Prima di entrare nell’arena, il toro subisce lo stress del trasporto e può anche subire la marchiatura. Nel primo atto della corrida, gli assistenti del matador provocano il toro con grandi mantelli colorati, poi i picadors, cioè gli uomini a cavallo, trafiggono il collo del toro con una lancia uncinata. Tutto questo avviene prima ancora che abbia inizio il “combattimento” del matador».

E se già questo non bastasse anche la morte non può assolutamente considerarsi indolore per il toro. «Dopo che il torero, o matador, ha pugnalato il toro con le banderillas (bastoncini di legno con estremità appuntite), il suo obiettivo è “conquistare e uccidere il toro con un'uccisione rapida e pulita posizionando una spada in un'area grande quanto una moneta tra le spalle del toro". I sostenitori della corrida sostengono che se il matador mira correttamente, l'animale muore in pochi secondi. Questo tipo di morte rapida e pulita, tuttavia, non è la norma. Nella maggior parte dei casi, il matador manca il bersaglio, ferendo i polmoni e i bronchi del toro, provocando il flusso di sangue e bolle attraverso la bocca e il naso dell'animale».

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Uno dei toreri che si sono esibiti domenica per la riapertura della grande arena di Città del Messico ((frame da video pubblicato dal gruppo ACHO Taurino 3)

Domenica decine di persone si sono radunate a mezzogiorno nella centrale Glorieta de Insurgentes per poi partire verso l’arena Plaza de Toros della città. "No alla corrida" e "Basta morti di innocenti" gli striscioni più utilizzati dai manifestanti. Tra di loro Jerónimo Sánchez, direttore dell'Animal Heroes, una delle organizzazioni che hanno convocato la manifestazione. «Siamo completamente contrari al ritorno delle corride e al mantenimento di questi eventi in cui si cerca solo piacere attraverso la tortura di un animale – ha detto il fondatore dell’associazione che sta promuovendo una raccolta di firme  da inviare ai legislatori messicani per promuovere leggi contro la corrida e a favore del benessere animale. –  Il Messico non può tollerare o celebrare la violenza, tanto meno renderla parte della sua cultura. Torturare e uccidere un animale in una piazza circondata da persone che guardano e festeggiano mentre vengono commessi abusi è contrario alla pace di cui il nostro Paese ha bisogno. Per questo motivo Animal Heroes promuove leggi che vietano questa tradizione crudele, consentita solo in 8 paesi al mondo. Il Messico è riuscito a vietarlo in 4 stati e noi vogliamo farlo in tutto il paese».

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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