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27 Agosto 2021
11:26

Toppare quando la posta in gioco è troppo alta: succede anche ai macachi rhesus

I macachi rhesus vanno sotto pressione quando la posta in gioco è troppo alta. Diminuiscono così le loro prestazioni e toppano il compito proprio poco prima di raggiungere l'agognato obiettivo. Lo dice una ricerca recentemente pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences.

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Capita spesso che, durante l'ultimo esame prima della laurea o la partita di calcio che vale il campionato, nonostante sia sempre andato tutto liscio, proprio poco prima di raggiungere l'obiettivo…si toppa. Il calciatore, che non ha mai sbagliato un rigore in tutta la stagione, sbaglia il tiro all'ultimo minuto. La studentessa brillante, che non ha mai preso un voto sotto al trenta, si blocca e rimane paralizzata all'ultima domanda. Non è una bella sensazione ma, se può farvi stare meglio, è assolutamente normale: a volte, quando la posta in gioco è troppo alta, si viene presi da un'eccessiva ansia o angoscia, quasi come se ci si sentisse soffocare per la pressione, per cui le prestazioni invece di migliorare peggiorano. Sono tanti i motivi che possono causare questo comportamento come l'eccitazione eccessiva, la pressione sociale o l'avversione alla perdita. Ma solo a noi Homo sapiens capita o può succedere anche ad altre specie? Una ricerca recentemente pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences dimostra che anche i macachi rhesus (Macaca mulatta) vanno sotto pressione quando la posta in gioco è troppo alta, diminuendo così le loro prestazioni.

Lo studio: anche le scimmie sbagliano il compito sotto pressione

I ricercatori hanno addestrato tre esemplari di macachi rhesus a svolgere un compito particolarmente impegnativo di velocità e precisione. Ad ogni svolgimento l'esemplare veniva informato sul tipo di premio che avrebbe ricevuto al completamento dell'attività: piccolo, medio, grande e jackpot, il premio dei premi, 10 volte più grande del medio. Le scimmie hanno avuto migliori prestazioni e raggiunto un maggior successo nell'attività man mano che il premio aumentava da piccolo a grande, probabilmente per una più forte motivazione a raggiungere il cibo di grosse dimensioni. Quando il premio era il jackpot però, le scimmie hanno mostrato un notevole calo delle prestazioni, raggiungendo un tasso di successo minore del 9,6% fino al 25,2% . Insomma, hanno toppato proprio quando potevano arrivare all'ambitissimo jackpot.

I ricercatori a questo punto si sono chiesti se il calo delle prestazioni fosse dovuto effettivamente alla dimensione del premio o al fatto che venisse presentato poche volte e quindi alla sua rarità. Per verificarlo hanno sottoposto le scimmie ad un altro test in cui il premio jackpot aveva le stesse dimensioni del premio grande, ma veniva presentato raramente. In questo caso non c'è stato un calo significativo delle prestazioni. Hanno quindi riproposto l'esperimento, stavolta valutando l'entità del premio: il jackpot era quindi di grosse dimensioni ma non raro. Anche in questo caso, non c'è stato un minor successo dell'attività in risposta al jackpot. I ricercatori hanno quindi concluso che sono due i fattori che inducono gli animali a "soffocare" per la pressione e toppare: sia la rarità che l'entità della ricompensa. Ma cos'è che sbagliavano le scimmie quando la posta in gioco era alta? Gli esemplari, quando i premi erano maggiori, ci mettevano più tempo a raggiungere il bersaglio sullo schermo, ossia l'obiettivo dell'attività, mostrando una cautela crescente all'aumentare delle dimensioni della ricompensa, il ché non giocava a loro favore.

Eccessiva cautela, eccitazione o distrazione possono portare al fallimento

Questo studio dimostra che anche le scimmie "soffocano" sotto pressione, proprio come gli umani, anche se sono necessari studi che coinvolgono un maggior numero di esemplari per poter verificare meglio il fenomeno. Le teorie psicologiche spiegano il perché di questo comportamento generalmente con tre possibilità. La prima è il monitoraggio esplicito, ossia che le azioni che sono generalmente automatiche vengono invece controllate, il ché porta spesso a un fallimento dell'attività e a movimenti rallentati. La seconda è l'eccitazione eccessiva dovuta alle ricompense elevate. Infine la terza è la distrazione, in quanto la pressione può portare a un grande dispendio di energie che non vengono quindi utilizzate per svolgere al meglio il compito.

Nonostante queste cause siano spesso collegate e agiscano insieme, sembra che i macachi rhesus peggiorano le loro prestazioni in vista di un premio molto ambito principalmente a causa del monitoraggio esplicito, in quanto erano più lenti e più precisi durante lo svolgimento del compito con ricompensa jackpot, mostrando quindi un'eccessiva cautela che li portava poi a fallire. Ma, probabilmente, anche l'eccitazione ha giocato un ruolo importante. Questa ricerca mostra quindi che, oltre a poterci sentire meno soli e pensare anche ai macachi rhesus quando toppiamo qualcosa di importante, i meccanismi neurali del soffocamento sono probabilmente conservati in diverse specie, aumentando così la prospettiva di identificarli in futuro.

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