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26 Settembre 2023
12:07

Staccare il collo ad animali morti, la barbara tradizione francese

A Saint-Bonnet-près-Riom, in Francia, continua ad essere celebrata l'antica e barbara tradizione del "collo dell'oca", che vede giovani strappare le teste di animali morti durante la festa patronale. Quest'anno, però, una forte protesta nazionale ha chiesto il divieto in tutto il Paese.

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oche

Il momento clou della festa per il Santo Patrono del paese, è quando dei giovani a cavallo tirano il collo di alcuni animali morti appesi ad una corda. Un’immagine raccapricciante per noi che per la tradizione dei residenti di Saint-Bonnet-près-Riom, piccolo comune situato nella regione dell'Alvernia-Rodano-Alpi, in Francia, rappresenta invece il passaggio all’età adulta dei maschi che hanno compiuto la maggiore età.

Questa usanza, barbara secondo chi non ritiene gli animali delle cose di cui servirsi, che viene chiamata “gioco del collo d’oca”, anche se gli animali appesi a cui tirare il collo possono essere anche polli, conigli e galline,  ha avuto anche quest’anno i suoi partecipanti e il suo pubblico numeroso. Questa volta, però, l’evento ha attirato l’attenzione dell'associazione animalista One Voice che, documentando e condividendo sui social network il momento più partecipato della celebrazione, ha sollevato una forte polemica contro questo rito definito «degradante» e «immorale», oltre che un vero e «abuso post mortem sugli animali».

«Giovani tutti sorrisi, risate, musica… Si potrebbe quasi ritenere una tipica festa di paese finché non notiamo la corda tesa orizzontalmente dove sono sospesi venti animali. Sono oche, galline e conigli uccisi appositamente per celebrare la tradizione tipica di questo paese che vuole che quei corpi senza vita subiscano trattamenti ancora più degradanti per divertire gli abitanti», raccontano gli attivisti.

«La “festa” inizia quando i partecipanti, giovani che hanno compiuto 18 anni durante l'anno, in coppia su un cavallo passano sotto la corda dove penzolano quei corpi senza vita. Con le braccia alzate colpiscono l'animale sopra di loro. I colpi più violenti tranciano la testa dell'animale ma non del tutto in modo che ricada all'indietro, penzolando mollemente all'estremità del collo. Come se già questo non fosse abbastanza sinistro, le donne fanno un secondo passaggio sotto la corda, da sole, per baciare l'uccello. Al culmine dell'azione, gli uomini poi strappano a mani nude le teste di oche, conigli e galline prima di brandirle cantando di gioia tra la folla. Cosa potrebbe esserci di meglio di questi atti abietti e del loro spettacolo degradante per entrare nell’età adulta e assicurarsi un futuro promettente?», concludono i militanti.

Non è la prima volta che One Voice denuncia questa “tradizione” brutale, ancora molto viva in alcuni villaggi francesi. Gli organizzatori si sono difesi con la teoria che le teste vengono strappate ad animali morti. Senza comunque precisare, però, che questi animali vengono uccisi appositamente per l’occasione per poi continuare a essere massacrati durante la celebrazione.

Sappiamo quanto la forza delle tradizioni sia ritenuto da molte persone un collante forte che permette di sentirsi parte di una comunità, ma quando le tradizioni sono violente e feroci, bisognerebbe farsi qualche domanda in più, forse, senza accettare pedissequamente nel 2023 usanze e riti nati nel Medioevo, quando la vita sociale era tutt’altro e ben diversa. Oltretutto, di violenza perpetrata da parte di ragazzi sugli animali se ne vede già fin troppa, senza che si aggiungano anche le tradizioni popolari a legittimarla, soprattutto quando queste vengono considerate riti di passaggio alla vita adulta.

Senza essere prevenuti, non si va molto lontano dalla realtà, immaginando che un’iniziazione che incita alla brutalità banalizzando gli abusi sugli animali e sacrificandoli per diventare un uomo, non sia esattamente la strada giusta per educare i più giovani alla sensibilità, all’affettività, ai sentimenti. E, infatti, la domanda che si fanno gli attivisti è: ma la nostra società ne ha davvero bisogno? E la risposta è NO, fanno sapere, da One Voice che, per far sentire ancora più forte la sua voce, ha aperto una petizione che chiede la messa al bando del "gioco del collo d'oca" in tutta la Francia «in nome delle oche, dei polli, dei conigli e delle anatre uccisi e decapitati ogni anno, e per la tutela dei nostri giovani che rappresentano e costituiscono il futuro della nostra società».

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Simona Sirianni
Giornalista
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