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6 Febbraio 2024
12:48

Sono più di 15 milioni gli animali con microchip in Italia

Gli animali microchippati in Italia sono 15,6 milioni, ovvero 1 milione e mezzo in più rispetto al 2022. I dati provengono dalla banca dati dell'Anagrafe degli animali d'affezione gestita dal Ministero della Salute, che viene aggiornata almeno una volta al mese dalle Regioni e dalle Province autonome. Prima in classifica la Lombardia, scende il Lazio.

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Sono sempre di più gli animali microchippati in Italia e non sono solo cani: la buona notizia viene comunicata dall’Oipa, la quale alla luce del bel risultato, chiede che si introduca l’obbligo anche per altre specie come gatti e furetti. Ma veniamo ai dati estratti dalla banca dati dell'Anagrafe degli animali d'affezione gestita dal Ministero della Salute, che viene aggiornata almeno una volta al mese dalle Regioni e dalle Province autonome: sono 15.600.787 gli animali microchippati in Italia, 1 milione e mezzo in più rispetto al 2022 e, attualmente risultano iscritti nelle Anagrafi regionali degli animali d’affezione 14.298.845 cani, 1.299.321 gatti e 2.621 furetti. Un anno fa, al 4 febbraio 2023, erano in tutto 14.983.797, di cui 13.838.856 cani, 1.142.504 gatti e 2.437 furetti.

A livello locale, come lo scorso anno, la Regione con più animali microchippati, 2.484.207, è la Lombardia (2.014.516 cani, 468.689 gatti e 1002 furetti). Segue il Veneto (1.648.410),l’Emilia Romagna (1.543.895), il Piemonte (1.250.097) e la Campania (1.248.539). Quella con meno animali iscritti, 35.009, è la Valle d’Aosta (28.830 cani e 6.179 gatti). Dai dati del Ministero emerge, poi, la discesa del numero dei quattro zampe microchippati nel Lazio, 1.165.623 nel 2024 rispetto ai 1.167.251 dell’anno scorso, soppiantato ora nella classifica dalla Campania.

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«La banca dati è uno strumento molto utile a conoscere la provenienza di un cane smarrito – commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – basta digitare il codice a 15 cifre del microchip nella stringa di ricerca per sapere tutti i dati riguardanti l’animale. Nel caso in cui la ricerca dell'identificativo non dovesse produrre risultati, si può provare a ricercare il codice nelle singole Anagrafi Territoriali poiché le Regioni aggiornano i dati con differenti tempistiche». Dall'osservazione delle cifre emerge, però, come siano ancora pochi i gatti e i furetti dotati del dispositivo di identificazione, conseguenza del mancato obbligo per queste due specie.

«Il microchip per i cani è un efficace metodo di lotta contro il randagismo – commenta Comparotto – perché permette di identificare quelli vaganti sul territorio, ma anche di riportare in famiglia animali smarriti. Pertanto, la legge quadro in materia che ha reso obbligatoria l’iscrizione di ogni cane all’anagrafe regionale, sia esso di proprietà privata o randagio, è un chiaro ostacolo all’abbandono di un animale adottato da un canile. Ecco perché ora occorrerebbe introdurla  anche per gli altri animali d’affezione come gatti e furetti».

E, parlando proprio di gatti, Comparotto aggiunge un'informazione importante da conoscere: «Non essendo obbligatoria la loro microchippatura a livello nazionale, è utile sapere che dal 2011 online c’è un’Anagrafe nazionale felina gestita dall’Anmvi, l’Associazione nazionale medici veterinari italiani che registra, su base volontaria dei richiedenti, i dati identificativi dei gatti con microchip. In attesa, pertanto, dell’introduzione di un obbligo generale ci appelliamo a tutte le Regioni affinché con proprie leggi introducano l’obbligo d’iscrizione all’Anagrafe degli animali d’affezione. Sarebbe un ulteriore stretta alla piaga dell’abbandono e della sovrappopolazione degli animali chiusi in canili e gattili».

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Simona Sirianni
Giornalista
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