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29 Maggio 2023
15:01

Sono nati due nuovi aquilotti nel Parco dei Nebrodi in Sicilia

In Sicilia sono appena nati due piccoli esemplari di Aquila reale, una delle specie che è stata pericolosamente vicina ad estinguersi nel corso dello scorso secolo.

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Gli sforzi intercorsi negli ultimi anni per salvaguardare l'avifauna siciliana, minacciata a causa della caccia di frodo e dagli avvelenamenti, sono stati molti e hanno interessato le vite di moltissimi volontari e studiosi. Dopo diversi momenti di difficoltà che hanno messo al limite la sopravvivenza delle specie e diversi progetti di conservazione l'arrivo di nuove nascite permettono agli esperti di tirare un sospiro di sollievo, soprattutto se a rompere il guscio delle loro uova sono stati due pulcini di Aquila reale (Aquila chrysaetos), uno dei pochi predatori ancora presenti in Sicilia e simbolo stesso dell'isola (è nello stemma di diverse città e soprattutto della città di Palermo).

La schiusa è avvenuta all'interno del Parco dei Nebrodi, una delle più grandi e importanti riserve regionali, che ospita una variegata lista di specie, tra cui molti rapaci. Oltre infatti ad essere i il territorio dell'aquila reale è casa per alcune aquile di Bonelli (Aquila fasciata), leggermente più piccole, e del Grifone (Gyps fulvus). Il lieto evento è avvenuto il 27 maggio ed è stato possibile osservarlo in diretta grazie alle microcamere predisposte dall'ente parco nei pressi del nido per vigilare sulla salute dei pulcini. Il live streaming che segue la nuova famigliola è raggiungibile direttamente sul sito del Parco.

Si possono così ammirare i genitori nutrire i loro piccoli o osservare come i pulcini, mentre sono da soli, cercano di trarre conforto e tepore strofinandosi in un commovente abbraccio, utile anche per sfuggire eventualmente anche dallo sguardo di potenziali altri predatori – quasi sempre rapaci o altri esemplari di aquila reale. È possibile però anche accorgersi quanto in alto le aquile predispongano il loro nido, così da non essere disturbate e da semplificare eventualmente le prime fasi del volo.

La nascita dei pulcini è avvenuta esattamente 45 giorni dopo la deposizione ed è doppiamente eccezionale il fatto che sia avvenuta sotto l'occhio attento delle telecamere e che le due uova si siano schiuse contemporaneamente. Un evento molto raro per questa specie che costringerà i genitori a un intenso lavoro extra per soddisfare le richieste alimentari dei due piccoli.

Ora gli esperti sono in attesa di veder crescere questi due pulcini che. in teoria. entro 75 giorni dovrebbero compiere i primi tentativi d'involo. Durante tutto questo tempo, le aquile saranno comunque vigilate costantemente dai tecnici del parco poiché non è detto che siano al sicuro. Già diverse volte infatti in passato alcuni bracconieri hanno tentato di prelevare dei pulcini appena nati direttamente dai nidi, per rivenderli al mercato nero. La presenza della telecamera e le attività del Gruppo tutela rapaci, che gira in queste settimane per la Sicilia, sicuramente contribuiranno a limitare la minaccia e a segnalare eventuali soprusi.

L'aquila reale come buona parte delle specie di rapaci è un animale sedentario, legato per tutta la vita allo stesso partner e allo stesso territorio. Ha un periodo riproduttivo piuttosto lungo: inizia infatti a compiere i voli di corteggiamento durante l'inizio dell'inverno e solo a marzo avvengono le deposizioni.

Attualmente, questa specie è minacciata di estinzione ma è in crescita in buona parte dell'Eurasia. Il suo maggior pericolo è il finire vittima delle persecuzioni umane, ma anche i cambiamenti dell'habitat e la grande presenza di pale eoliche e dei tralicci possono metterla a rischio.

Nell'area del Parco dei Nebrodi vivono prevalentemente tra le rocche del Crasto di Alcara li Fusi e sono legati ad un'affascinante leggenda. Si narra, infatti, che un eremita, San Nicola Politi, viveva in una grotta e non era solito intavolare dei grandi discorsi con i viandanti, ma riuscì ad instaurare un rapporto eccezionale con un piccolo di aquila reale che ogni giorno provvedeva al suo sostentamento ricevendone in cambio la benedizione dell'uomo. L'eremita continuò a ricevere del cibo tramite quest'aquila per alcuni anni, finché cominciò a credere che in realtà il rapace fosse lo stesso Dio trasformato in animale o qualche angelo suo messaggero.

Un giorno decise quindi di domandare all'aquila chi fosse e l'animale, imperturbabile, rispose con un sonoro verso, prima di volar via. Questo indusse il santo a credere che l'aquila orgogliosa si fosse offesa per essere stata paragonata ad un'entità spirituale e che in realtà era solo la nobiltà d'animo del rapace ad averlo spinta a preoccuparsi della salute dell'uomo per tutto quel tempo.

Questa tradizione trova testimonianza anche nei dipinti che si possono osservare all'interno dell'abitato di Alcara li Fusi ed in effetti il rapporto di affetto degli abitanti del luogo con i rapaci –  sulle rocche del Crasto c'è anche la più grande colonia di Grifoni siciliani – è tuttora vivo e testimoniato dalla buona salute di questa coppia, che è tra le più feconde e produttive dell'intera Sicilia.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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