2 Settembre 2021
10:04

Shanga, il cane abbandonato tre volte a Genova

Non una, ma tre volte è stato abbandonato Shanga. L'ultima sotto la pioggia, legato con una corda, troppo corta, alla maniglia di un portone. Eppure, questo meticcio di grossa taglia, raggomitolato su se stesso, aspettava che la sua umana tornasse, la stessa persona che lo ha lasciato per strada. Il presente per lui è il box di un canile. Ci sarà, al di là delle sbarre, una famiglia che lo accudisca come merita? La storia di Shanga.

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Sono stati gli agenti di polizia del commissariato di Prè a Genova a salvarlo, l'altro ieri, mentre impaurito e fradicio il cane ha cominciato ad abbaiare e a ringhiare agli agenti che si sono avvicinati per constatare le sue condizioni di salute.  Malnutrito e abbandonato a se stesso, è stato controllato prima dal personale specializzato della Croce Gialla che, munito di lettore di microchip, è risalito al nome della "proprietaria", una senza fissa dimora genovese di 26 anni che lo aveva abbandonato già due volte.

Shanga è stato portato al canile e visitato  dal veterinario. Effettivamente è risultato sottopeso, con perdite di chiazze di pelo e infestato da parassiti. È così scattato il sequestro penale. Al rifugio lo hanno riconosciuto subito perché, purtroppo, lì era già arrivato due volte. La prima quando, abbandonato nei vicoli del centro storico di Genova e, sprovvisto di microchip, era stato portato al Monte Contessa. All'epoca la ragazza era tornato a prenderselo, rivendicandone la proprietà nel frattempo formalizzata; la seconda volta la donna lo aveva affidato a un amico per mezza giornata ma non aveva più fatto ritorno, costringendo la polizia municipale a riportare Shanga in canile. Nonostante le sanzioni amministrative legate alla cattiva gestione, la 26enne, anche in quell'occasione, si era ripresa il cane ma ora la polizia ha proceduto al sequestro penale e la donna, cercata inutilmente dagli agenti in centro storico nei luoghi di solito da lei frequentati, è stata denunciata in stato di irreperibilità per maltrattamento di animali.

In Italia, l’abbandono è un reato penalmente perseguibile. È previsto dall’articolo 727 del Codice penale, le cui ultime modifiche ed integrazioni sono state introdotte dalla Legge 189 del 20 luglio 2004 "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate".

L’articolo 727 Cp recita: "Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze".

Da quest’ultimo comma si comprende come l’abbandono, oltre ad essere inteso come azione di abbandonare, allontanare volontariamente un animale, è inteso anche come negligenza, ossia l’assenza di attenzioni e cure verso l’animale, le cui condizioni sono quindi lasciate ad uno stato di abbandono. Anche in questo caso può scattare il sequestro penale.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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