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15 Febbraio 2024
18:18

Scoperto un “giardino degli orrori” nel Cagliaritano: Cane Corso lasciato morire di fame alla catena e altri animali maltrattati

Le guardie zoofile dell'Oipa di Cagliari hanno scoperto cani, conigli e capre tenuti, in gravissimo stato di abbandono e incuria, nel giardino di un'abitazione privata. I sopravvissuti sono stati messi in sicurezza e il responsabile è stato denunciato per uccisione e maltrattamento. La coordinatrice delle guardie zoofile: "Scoperta atroce, si modifichi al più presto la legge regionale che permette la detenzione a catena"

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cane corso

Pelle e ossa, senza cibo né acqua, incatenati tra l'immondizia, senza alcun riparo dal freddo. Nel “giardino degli orrori” di una normale casa in un centro abitato a pochi chilometri da Cagliari sono stati scoperti sei cani, quattro cuccioli meticci e due adulti Corsi, in tale stato di deperimento e incuria che solo due di loro, un cucciolo e un adulto, sono sopravvissuti.  L’altro Cane Corso è stato trovato già morto, legato a un albero con una catena molto corta.

Oltre ai cani sono stati trovati sul posto anche undici conigli chiusi in  gabbie molto piccole e quattro capre denutrite. A fare la macabra scoperta di questo insospettabile "lager per animali", abitato da una apparentemente normale famiglia del posto, sono state le guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) di Cagliari.

Il detentore degli animali è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Cagliari per maltrattamento, uccisione e abbandono, ai sensi degli articoli 544 bis, ter e 727 del Codice penale.  Grazie al sequestro preventivo di iniziativa della Polizia giudiziaria i due cani sopravvissuti sono ora ospiti del rifugio Bau Club della zona, mentre gli altri animali sono stati messi in salvo in un santuario.

«Avevamo notato e messo sotto osservazione il luogo da giorni – racconta Monica Pisu, coordinatrice delle guardie zoofile Oipa di Cagliari e provincia – passando davanti in borghese e scattando foto, perché da fuori si vedeva solo il povero Cane Corso, ridotto a uno scheletro, legato a un albero da una catena talmente corta che riusciva solo a scavalcare un piccolo muretto per farsi notare in maniera visibile sulla strada. Mai immaginavamo che all’interno ci fosse una situazione così drammatica che coinvolgeva anche altri animali. Ho organizzato l’intervento all’interno per il cane – specifica –  perché avevamo capito che stava molto male e aveva bisogno di aiuto. Purtroppo, per qualche ora, siamo arrivati tardi e, con enorme dispiacere, lo abbiamo trovato già morto, appeso alla sua catena. Questa è stata per me un’operazione davvero molto difficile e dolorosa dal punto di vista emotivo».

I cuccioli sono stati trovati  legati a catena all’interno di un recinto fatiscente, immersi nell’immondizia, con solo poca acqua putrida a disposizione. Purtroppo per tre di loro con c’è stato nulla da fare in quanto erano affetti da parvovirosi e sono morti dopo poco tempo. Il secondo Cane Corso, una femmina, è sopravvissuta nonostante fosse anche lei pelle e ossa e avesse una dissenteria in atto. «Pensavamo morisse anche lei sotto i nostri occhi – spiega Pisu – per fortuna grazie alle cure della clinica veterinaria nella quale l'abbiamo portata è sopravvissuta e ora, nel rifugio dove l'abbiamo protetta, ha preso qualche chilo».

Per gli altri animali trovati nel luogo la situazione non era di certo migliore: «I conigli, animali estremamente delicati – racconta la coordinatrice Oipa – erano tenuti al buio al centro di un capannone, dentro gabbiette esposte in pieno alla corrente. I sei coniglietti sono stati trovati senza acqua nè cibo, ammassati in una gabbia di 30 centimetri per 30, per quanto riguarda gli adulti cinque avevano cibo e  acqua, mentre uno era privo di tutto. Le quattro capre – continua – non avevano fieno a disposizione, né un riparo sufficientemente grande da poterle accogliere tutte, le abbiamo trovate mentre, per la fame, rosicchiavano un pezzo di legna. Il veterinario ha riscontrato che erano fortemente denutrite».

Nonostante si trattasse di una situazione che si protraeva da tempo, nel centro abitato non c’è stata alcuna segnalazione da parte del vicinato. «Una situazione di omertà di cui non ci capacitiamo – lamenta Monica Pisu -. Tutti potevano vedere ma nessuno segnalava, se non fossimo passati per caso da là, per un altro intervento in zona, nessuno si sarebbe mai accorto di questa situazione».

Secondo la volontaria Oipa il Cane Corso è morto a causa del freddo, perché la catena corta gli impediva di muoversi a cercare un riparo, che così vicino non c’era: «Lo abbiamo trovato appeso a quella catena, tanto era corta. Quella notte in cui è morto c’erano uno o due gradi di temperatura e lui, essendo pelle e ossa, non aveva protezione. L’altro Cane Corso invece è sopravvissuto, nonostante fosse nelle stesse condizioni di deperimento, perché aveva a fianco una specie di cisterna d’acqua di resina capovolta che le ha permesso di ripararsi un po'».

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Alla luce di quanto successo la coordinatrice Oipa invoca, assieme ad altre associazioni per la difesa degli animali, la modifica della legge regionale n.21 del 18 maggio 1994 su “Norme per la protezione degli animali e istituzione dell’anagrafe canina”, che ancora permette l’utilizzo della catena.

«A causa di questa legge –  ricorda Monica Pisu – in Sardegna centinaia di animali sono vittime di roghi e incendi estivi, legati alle catene in luoghi lontani dalle abitazioni e fuori dal controllo diretto, come è accaduto per moltissimi di loro nell’incendio di Montiferru dell'estate 2021. Nella nostra regione purtroppo è molto in uso la catena, soprattutto nelle campagne. E un cane legato è privato della sua libertà, quindi muore sempre dove si trova. Per questo – conclude – chiediamo che vada modificata al più presto la legge per proibirne l’uso».

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Daniela Scamuzzi
Giornalista
Sono giornalista professionista, vivo e lavoro tra Roma e la Sardegna, terra delle mie origini. Mi occupo da anni di salute, ecologia e welfare per agenzie di stampa, televisione, periodici. Amo la natura, sono vegetariana, credo e mi impegno per un mondo che finalmente impari a rispettare realmente la vita degli animali e la loro libertà.
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