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15 Febbraio 2022
16:03

Scoperta in Uganda una nuova e rara specie di insetto

Si chiama Phlogis kibalensis ed è una nuova specie di cicalina, un gruppo di insetti omotteri simili nell'aspetto a cavallette e cicale, scoperta in Uganda: il genere non era mai stato segnalato da più di cinquant'anni.

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Una nuova rara specie di insetto è stata appena scoperta da alcuni ricercatori nel Kibale National Park in Uganda e appartiene ad un genere scomparso dai radar della scienza da più di 50 anni.

L'animale è stato battezzato Phlogis kibalensis ed in effetti l'ultima volta che era stato segnalato un esemplare del genere Phlogis risale al lontano 1969, per di più a migliaia di chilometri di distanza, nella Repubblica Centroafricana.

La scoperta è stata effettuata dal dottor Alvin Helden, biologo britannico dell'Anglia Ruskin University, che da anni collabora con il parco nazionale africano, ed è avvenuta proprio durante uno dei numerosi viaggi accompagnato dai suoi studenti.

Una rarissima specie di cicalina africana

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Phlogis kibalensis è un insetto appartenente alla famiglia Cicadellidae, piccoli invertebrati omotteri chiamati anche cicaline. Dato l'aspetto inconfondibile del suo genere, nonostante la sua rarità, non è stato difficile per l'occhio esperto di Helden, capire la sensazionalità del ritrovamento. L'insetto misura soli sei millimetri ed è di color grigio metallizzato con dei pattern bianchi e grigi sul capo.

A prima vista, una cicalina può essere scambiata per una piccolissima cavalletta, anche se in realtà è più vicina evolutivamente parlando ad una cicala. Attualmente sono note circa ventimila specie distribuite in tutto il mondo e prevalentemente erbivore che succhiano la linfa delle piante tramite dei particolari apparati boccali. Alcune cicaline rivestono particolare rilevanza agraria perché molto dannose per i raccolti o vettori di virus vegetali.

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Graphocephala coccinea

La coloratissima Graphocephala coccinea americana ad esempio può trasmettere il (purtroppo) famoso batterio Xylella fastidiosa, responsabile qui in Italia di gravissimi problemi al settore agricolo, soprattutto in alcune zone della Puglia.

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Eurymela distincta
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Metcalfa pruinosa

Un'altra specie di cicalina molto famosa in Italia è invece Metcalfa pruinosa, anch'essa originaria del continente americano: introdotta accidentalmente verso la fine degli anni 80, iniziando una piccola invasione.

La Metcalfa può attaccare più di 200 specie di vegetali arborei ed erbacei; fra le piante ospiti più importanti economicamente troviamo la vite, gli agrumi, le pomacee e le drupacee oltre a molte piante impiegate per costituzione di siepi a scopo ornamentale, che possono costituire importanti focolai per la diffusione dell'infestazione. Alcuni esperti ritengono tuttavia che sia ora in diminuzione e non costituisca più un grave problema.

Pur essendo piuttosto comuni, le cicaline non sono facili da individuare, sia perché sono solitamente piccolissime (gli adulti superano raramente il centimetro di lunghezza), sia per il loro elevato mimetismo. Si posizionano prevalentemente sulla pagina inferiore delle foglie rifuggendo la luce solare diretta.

Possono tuttavia essere catturati di notte attirandoli con trappole luminose, in quanto gli adulti sono attratti dalla luce artificiale. Le trappole luminose sono degli utilissimi strumenti di ricerca entomologica, nonostante siano semplicissime da realizzare: consistono in un ampio panno bianco verticale su cui viene puntata una luce. Di notte gli insetti, attratti dalla fonte luminosa si poseranno sul tessuto e potranno essere fotografati.

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Installazione di una trappola luminosa
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Ecco un tipico esempio di trappola luminosa in funzione. Nelle zone tropicali, come anche alle nostre latitudini, il numero di esemplari può essere davvero impressionante

Una caratteristica curiosa di questi insetti è quella di camminare velocemente spostandosi di fianco quando vengono disturbati. Le loro zampe posteriori sono modificate per saltare e sono ricoperte di peli che facilitano la diffusione di una secrezione sul loro corpo che funge da idrorepellente e vettore di feromoni. I maschi di molte specie comunicano per mezzo degli organi sonori addominali, assimilabili a quelli delle più note cicale, ma i suoni emessi non sono uditi dall'orecchio umano e possono essere rilevati solo con specifiche apparecchiature.

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