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La storia arriva da Cesate, comune nell’Altomilanese e ha per protagonisti una coppia e una famiglia di ricci "accasata" nel loro giardino. A farla conoscere è l’Enpa Milano che nel raccontarla ne approfitta per ricordare alcune importanti regole qualora si ritrovassero animali selvatici in difficoltà.
«Venerdì, quasi in chiusura, ci è arrivata una telefonata da due signori – raccontano i volontari dell’associazione animalista – i quali, tornati dalle vacanze hanno trovato una famiglia di ricci all'interno del loro spazio verde. La mamma era purtroppo deceduta, pertanto ci hanno chiesto cosa fare con i tre piccoli orfani. La nostra operatrice si è resa disponibile ad accogliere i cuccioli e così la coppia ha accettato di venire a consegnarceli».
Una volta arrivati in struttura i tre piccoli sono stati subito portati in clinica, dove i veterinari non hanno riscontrato particolari problemi, se non un’infestazione da pulci che è stata subito trattata. Molto intimiditi e spaventati i ricci hanno quindi passato la notte al centro per essere poi trasferiti al CRAS di Vanzago l'indomani.
Ma la storia non era finita: «Nemmeno il tempo di affidarli alle cure del personale del centro recupero che in sede a Milano la stessa coppia si è ripresentata con un’altra tripletta di baby-ricci – raccontano ancora i volontari – sicuramente i fratellini di quelli consegnati il giorno prima. La fortuna ha voluto che anche questi piccoli stessero bene e quindi dopo il controllo sono stati riuniti al resto della famiglia».
Approfittando di questa avventura che purtroppo ha visto la mamma riccio vittima, ma i sei piccoli sani e salvi, l’Enpa ha voluto ricordare alcuni importanti concetti riguardo al soccorso di questa specie che sta patendo molto i cambiamenti climatici che rendono loro più difficile procurarsi del cibo e che causano la nascita di cucciolate tardive.
Tornando quindi al soccorso, un principio sacro è che un animale ferito ha sempre bisogno di aiuto. Prima, però, di assisterlo è bene accertarsi che sia effettivamente in difficoltà, osservandolo per lungo tempo a distanza: infatti, quando troviamo un uccellino, un riccio o un altro “selvatico” che ci sembra in difficoltà non sempre è bene raccoglierlo perché non essendo abituati all’uomo, il contatto potrebbe essere controproducente per la loro salute, talvolta addirittura fatale.
Sicuramente, spiegano dall’Enpa, per quanto riguarda i ricci «se si avvistano degli esemplari vaganti in pieno giorno qualcosa che non va c'è sicuro; questi mammiferi sono, infatti, creature crepuscolari e notturne». Inoltre, continua l'associazione «lo stesso vale qualora fossero presenti pulci e zecche, dato che entrambe provocano all'animale uno stato di apatia e malessere generale».
A questo punto, se dovesse succedere di trovarsi in una di queste situazioni o in altre meno comprensibili, per prima cosa, ricorda l'associazione «non bisogna toccarli e va contattato subito un centro di recupero. Va assolutamente evitato di somministrare cibo non idoneo o antiparassitari (vietati quelli per cani e gatti). Bisogna poi mettere l’animale in sicurezza in una scatola e, se giovane o debilitato, creare una fonte di calore con una bottiglietta di acqua calda avvolta in un panno. Acqua e cibo (umido o secco per gatti, solo di carne) si possono lasciare a disposizione in caso passi del tempo prima della consegna. Soprattutto se si tratta di cuccioli, vanno comunque affidati il prima possibile a mani esperte».