video suggerito
video suggerito
19 Gennaio 2024
15:05

Ricostruite le ultime settimane di vita di una giovane mammut morta in Alaska 14.000 anni fa

Il ritrovamento di una giovane femmina di mammut in Alaska ha permesso ai paleontologi di conoscere meglio la fine di questi grandiosi animali.

Immagine

In un nuovo studio, pubblicato su Science Advances, alcuni paleontologi statunitensi sono riusciti a ricostruire le ultime settimane di vita di una giovane mammut, morta a soli 20 anni in Alaska, 14.000 anni fa. Il suo nome era E'lmayuujey'eh, ma gli scienziati hanno deciso di abbreviare il suo nome Inuit in Elma, per rendere la pronuncia più piacevole per i lettori americani.

I suoi fossili sono stati ritrovati nel giacimento di Swan Point, il più antico sito archeologico dell'Alaska, e vengono considerati molto importanti dagli esperti, poiché hanno consentito di conoscere meglio la vita della sua specie (Mammuthus primigenius) e la migrazione annuale che sembrava riguardare le regioni del Canada nordoccidentale e dell'Alaska.

Ad effettuare questa ricerca è stato il team internazionale di Hendrik Poinar, che ha coordinato i lavori di tantissimi ricercatori, provenienti dalla McMaster University, dall'Università dell'Alaska Fairbanks e dall'Università di Ottawa. Per comprendere meglio la storia di Elma, gli scienziati hanno anche deciso di prelevare il suo DNA antico, molto importante per esplorare le sue parentele e ottenere alcune informazioni relative alla sua biologia.

Stando a quanto emerge dall'indagine, che ha compreso anche lo studio degli stadi di accrescimento delle zanne, Elma nelle ultime fasi della sua vita ha viaggiato in tutto il Nord America, spostandosi per centinaia di chilometri insieme alla sua famiglia, probabilmente alla ricerca di cibo. La sua popolazione fu inoltre fra le ultime a calcare il nostro pianeta: 14.000 anni fa infatti in Europa e in gran parte dell'emisfero boreale i Mammut erano scomparsi completamente, mentre alcune piccole comunità resistevano alla scomparsa del ghiaccio in Siberia e nel Canada settentrionale.

Secondo le ricostruzioni, le migrazioni effettuate da Elma negli ultimi anni della sua vita l'avevano condotta ad esplorare in particolar modo le coste dell'Alaska e dello Yukon, lo stato più isolato e settentrionale del Canada, oltre il circolo polare artico. La stessa indagine ha anche permesso agli scienziati di decretare come l'area di Swan Point fosse divenuta probabilmente un punto d'incontro per alcuni branchi, strettamente imparentati a seguito della moria che aveva interessato tutti gli altri gruppi. Ciò tuttavia non ha portato i due branchi e la stessa Elma a soffrire di particolari patologie genetiche, legate al processo di eccessiva riproduzione fra consanguinei. Il collo di bottiglia genetico era difatti avvenuto, spiegano gli scienziati, ma i mammut si sono estinti troppo velocemente affinché comparissero i suoi effetti direttamente nella popolazione.

Elma sembrava essere in salute, quando è morta durante la sua ultima migrazione. I suoi resti sono stati ritrovati insieme ai fossili di un cucciolo e di un altro giovane mammut, ma gli scienziati non sanno ancora se questi piccoli erano i suoi figli o solo degli altri parenti. D'altronde gli scienziati sanno ormai da anni che i mammut si spostavano in mandrie come gli attuali elefanti africani, con le femmine giovani che aiutavano ad accudire i fratelli o i nipoti.

«Studi come questo – ha chiarito Tyler Murchie, che ha lavorato sul Dna antico di Elma presso la McMaster – possono aiutarci a espandere in modo significativo la nostra comprensione delle specie estinte e a rispondere agli interrogativi relativi al movimento dei mammut e alla loro relazione con gli esseri umani».

Secondo gli scienziati, il ritrovamento di Elma, avvenuto nel 2009, permette inoltre anche di capire come la nostra specie si è interfacciata con i mammut, una volta giunti in Nord America attraversando lo stretto di Bering. Le ultime ricostruzione storiche affermano infatti che l'uomo moderno, arrivato in Alaska cominciò a perseguitare i Mammut, allontanandoli dalle loro mete abituali, fino a spingerli verso l'orlo dell'estinzione. Vicino Swan Point, gli archeologi hanno anche trovato i resti di un antico accampamento umano, a confermare ulteriormente questa ipotesi.

Non dobbiamo però per forza di cose immaginarci i mammut lottare costantemente contro gli esseri umani, dotati del potere del fuoco e delle lance. L'influenza della nostra specie si esprimeva infatti anche lontano dalla caccia, che probabilmente era molto meno frequente di quanto pensassimo un tempo. Homo sapiens esprimeva il suo controllo del territorio costruendo villaggi, tagliando alberi, importando piante e animali dall'Oriente e allontanando le specie che meno gli andavano a genio.

Elma e i suoi parenti si trovarono così a ridurre sempre di più il loro areale, finché non vennero definitivamente scacciati dalle piste della loro migrazione, prima di svanire per sempre.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social