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1 Marzo 2024
18:20

«Record di abbandoni di cani malati per il costo delle cure»: la denuncia dal Casertano

Sette animali gravemente malati abbandonati in sette giorni. Sta succedendo nella provincia di Caserta e a lanciare l'allarme sono gli attivisti: «Servono cliniche pubbliche e la riduzione dell'Iva sui farmaci veterinari».

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«Siamo stremati. Sempre più spesso ci capita di accogliere animali malati che vengono abbandonati perché le famiglie non riescono più a sostenere il costo delle cure». È la denuncia che fa a Kodami l'attivista campano Carmine Munno.

«Non esiste mai alcuna giustificazione all'abbandono, soprattutto perché sono malati – precisa Munno – però è un dato di fatto che cure e medicine hanno un costo altissimo, e questo si avverte soprattutto nelle famiglie che già hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese e poi scoprono nel cane un tumore o un rene malato».

Il contesto del Casertano presenta molte difficoltà, non solo in relazione alla gestione degli animali, ma a causa della diffusa povertà sociale ed economica radicata in alcuni contesti che Munno conosce bene: Santa Maria Capua Vetere, Casal di Principe, Trentola Ducenta, sono i luoghi in cui vive e lavora da sempre, e dove porta avanti la sua attività di volontariato da oltre 20 anni. È stato lui il referente designato dai Carabinieri Forestali per occuparsi ad occuparsi dei cani dell'allevamento lager di Casaluce.

Sette animali gravemente malati abbandonati in sette giorni: «È un numero altissimo, che ci preoccupa, e che ci fa riflettere su situazioni analoghe che stanno avvenendo in atre parti d'Italia».  Tra loro c'è una Setter con le zampe posteriori paralizzate, ritrovata con il collarino ancora addosso. C'è poi una gatta bianca con tumore alla mascella che le ha sfigurato il muso, un'altra cagnolina con un'infezione profonda ai denti. «A rendere il tutto ancora più drammatico è che i cani avevano tutti il loro collare ancora addosso – spiega Munno – Nessuno tuttavia era microchippato».

La loro storia è quella di un doppio abbandono: da parte degli umani che li avevano adottati, e da parte dello Stato che non si assume alcuna responsabilità per la loro salute.

Da qui l'appello di Munno: «Servono cliniche pubbliche a cui accedere in base al reddito Isee dove cani con simili patologie possono ottenere le cure adeguate a prescindere dal livello di benessere della famiglia. E insieme a questo ridurre l'Iva sui farmaci veterinari».

Avere un cane non è un obbligo ma una scelta consapevole, l'abbandono non è giustificabile, tuttavia il problema del costo delle cure veterinarie è reale, e assume connotati drammatici lì dove la vita, anche per le persone è più dura.

«Sicuramente va cambiata la mentalità e la cultura delle persone, ma è importante intervenire per aiutare chi è in difficoltà».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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