![Immagine](https://statickodami.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/31/2023/05/rain-1.jpg?im=AspectCrop=(16,9);)
La storia di Rain inizia nel peggiore dei modi. Era stato avvistato da una volontaria legato a un albero, sotto la pioggia in una proprietà privata senza né acqua né cibo. Dopo giorni trascorsi così, Carabinieri e guardie zoofile sono intervenuti e Rain, un cucciolo di solo un anno, è stato portato in canile ad Avellino a inizio aprile.
![Immagine](https://statickodami.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/31/2023/05/347558479_1056764978633981_1359747402652840568_n.jpg)
«Non è il massimo della libertà, dopo la catena il box di un canile», racconta a Kodami la volontaria che è corsa in suo soccorso. «Guardatelo bene, guardate il suo sguardo pieno di delusione e tristezza. Non meritava di conoscere il dolore, la cattiveria e purtroppo è quello che ha avuto fino adesso».
In Italia, purtroppo, capita ancora di frequente di imbattersi in cani legati alla catena per giorni interi; in molti casi questa è la condizione in cui trascorrono gran parte della loro vita.
![Immagine](https://statickodami.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/31/2023/05/344745298_518307673668469_7681481210897801410_n.jpg)
Ad oggi, non esiste alcuna legge nazionale, applicabile su tutto il territorio, che vieti questa pratica. Le uniche normative che si occupano di gestire il fenomeno si trovano a livello regionale e comunale. Di conseguenza, può ben verificarsi il caso che in una città l’uso della catena sia vietato e sanzionato e, al contrario, in quella accanto sia consentito senza limiti.
Per informazioni su Rain: 3207084444 o teresa.testa67@gmail.com