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26 Agosto 2023
8:02

Quindici daini trovati morti a Fregene ed è psicosi “super lupo”. L’esperto: «Teorie assurde»

I cadaveri degli animali sono stati trovati in un campo agricolo nei pressi dell'oasi Wwf di Macchiagrande, con un'impronta che i veterinari della Asl hanno attribuito a un esemplare di lupo di grandi dimensioni. Marco Antonelli smentisce, e fa chiarezza.

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Pixabay

Quindici daini trovati morti in un campo nei pressi della riserva dell’Oasi di Macchiagrande del Wwf, a Fregene, sul litorale laziale, alcuni con segni di morsi. I primi cadaveri sono stati trovati a inizio agosto, altri nelle settimane successive, e in zona è scoppiata una sorta di “psicosi” per quello che è stato ribattezzato “super lupo”, un animale descritto come un esemplare di dimensioni straordinarie: un'interpretazione dei fatti decisamente "cinematografica", che poco o nulla ha a che fare con la verità.

Ne abbiamo parlato con Marco Antonelli, esperto di lupi e responsabile del monitoraggio dei branchi nella zona. Antonelli è molto scettico, e anche infastidito dalle modalità con cui è stata diffusa la notizia delle morti dei daini, oltre che appunto dall'interpretazione data: «Ho avuto modo di vedere i cadaveri, ed effettivamente presentano segni di morsi. Non da predazione, però: sembra siano stati "mangiucchiati", come si dice d'altronde tecnicamente, e non propriamente mangiati – spiega a Kodami – questo mi porta a pensare che non siano stati predati da lupi, ma che i cadaveri possano essere stati appunti mangiucchiati da volpi o anche da cani. Al di là di questo, che è ancora tutto da verificare, la Asl ha trovate impronte di canide della lunghezza di circa 12 centimetri, totalmente compatibili con l’impronta di un lupo, ma i veterinari hanno sostenuto che si tratta di dimensioni invece elevate, non compatibili con le zampe di un lupo medio. Questo non è vero: 12 centimetri è proprio la dimensione standard, e bisogna tenere conto del substrato del terreno. In terreni fangosi o sulla sabbia l'impronta può apparire più larga».

Antonelli conferma che in quella zona c’è un branco di lupi che conta su circa 4-5 individui, ripresi con le fototrappole nelle ultime settimane: «Abbiamo fatto un monitoraggio accurato e abbiamo anche la genetica, i lupi risultano puri, quindi non si può parlare neppure di ibrido cane-lupo di dimensioni eccezionali – sottolinea – da quanto ho avuto modo di vedere sui daini non c'è stata predazione né ci sono segni di consumo da grande carnivoro. Alcuni daini avevano nello stomaco grandi quantità di patate, il daino non è abitualmente un consumatore di patate, potrebbe dunque essersi trattato di una intossicazione da solanina. È fondamentale analizzare e individuare le cause della morte dai daini, senza creare allarmismo sociale su "super lupi"».

Sul caso intanto si è riunito, nei giorni scorsi, un tavolo tecnico indetto dall’amministrazione comunale di Fiumicino, cui hanno partecipato tutte le parti coinvolte nella questione, e dunque la Direzione Ambiente della Regione Lazio, il Servizio Veterinario – Struttura Complessa della Asl Roma 3 e i Carabinieri Forestali di Roma. All’incontro hanno partecipato anche l’assessora comunale ai Diritti degli Animali, Monica Picca, l’assessore all’Ambiente, Stefano Costa, il delegato del sindaco per la Tutela degli Animali, Massimiliano Gusai, e la dirigente della Polizia Locale, Daniela Carola. Un incontro definito dagli assessori «molto costruttivo e proficuo», in cui è stato fatto un primo punto della situazione e cui ha partecipato lo stesso Antonelli..

I cadaveri dei daini sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana insieme con alcuni campioni biologici, così da capire che cosa abbia ucciso i daini, e nell’attesa di avere risultati certi l’amministrazione comunale ha chiesto ai cittadini e a chi frequenta l’area compresa tra l’incrocio di via Castellamare e via della Veneziana, e via della Veneziana fino all’altezza di Parco Avventura, di «prestare la massima attenzione, al fine di evitare accidentali attraversamenti di daini e di imbattersi in eventuali predatori». Dal Comune hanno inoltre fatto sapere che la zona è monitorata.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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