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3 Giugno 2023
9:00

Quanto dura la memoria di un pesce rosso?

I pesci rossi hanno la memoria lunga, altro che i tre secondi che vengono loro immeritatamente attribuiti. E sono intelligenti e scaltri.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Esiste un mito secondo il quale i pesci rossi hanno una memoria di soli tre secondi. È infondato. La scienza ha svelato che la memoria dei pesci rossi può essere ben più lunga. Ad esempio, sono in grado di ricordare gli oggetti per molti minuti, forse anche per più ore o giorni. Questa forma di memoria, detta memoria di riconoscimento degli oggetti, viene testata dai ricercatori valutando la capacità degli animali di discriminare tra oggetti nuovi e familiari ed è molto utile, perché aiuta i pesci che vivono negli ambienti naturali a evitare i predatori, a localizzare il cibo, a scegliere i compagni e a selezionare un habitat adatto.

Hanno un'eccellente memoria a lungo termine

I pesci sono numericamente gli animali più consumati sulle nostre tavole, ma anche i più presenti come animali di casa e, dopo i topi, i più studiati nella ricerca scientifica. Recenti studi sulla cognizione dei pesci suggeriscono che essi mostrano molti comportamenti estremamente sofisticati. Hanno un'eccellente memoria a lungo termine, come detto, sviluppano tradizioni complesse, sono in grado di usare strumenti e mostrano segni di intelligenza machiavellica, ossia di quelle abilità cognitive riferite alle complesse strategie sociali che l’individuo utilizza per massimizzare il proprio successo, e infatti cooperano e si riconoscono l'un l'altro.

Non ultimo, nonostante le apparenze, il cervello dei pesci è molto più simile al nostro di quanto si possa immaginare. Imparando a riconoscere e memorizzare punti di riferimento nell’ambiente, il pesce rosso può trovare il cibo più velocemente, anche prima che questo sia effettivamente presente.

Possono sfuggire ai pericoli

I pesci rossi imparano a evitare le aree spaziali associate a uno stimolo potenzialmente nocivo, sviluppando paura o atteggiamenti difensivi, e non si tratta di una semplice risposta riflessa. Essi sono infatti pronti a modificare la reazione, sviluppando evitamento, se cambiano le circostanze e la capacità di di sfuggire con successo a un pericolo, come quello di un attacco predatorio, richiede che il sistema nervoso del pesce rilevi e integri segnali sensoriali per prendere decisioni comportamentali appropriate e tempestive che guidino la risposta corretta. Nei pesci teleostei, stimoli improvvisi e inaspettati innescano un comportamento di fuga che è sotto il comando di una coppia di neuroni speciali chiamati cellule di Mauthner (M-).

A seguito di uno stimolo uditivo improvviso, la cellula M su un lato viene attivata, inviando un segnale a valle che prevale su tutti gli altri movimenti di nuoto per contrarre i muscoli lungo il corpo sul lato opposto. Quando il percorso di fuga è interrotto, è molto probabile che il pesce si giri per evitare di colpire l'ostacolo, il che comporta una sorta di riprogrammazione della direzione.

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Possono risolvere problemi

I pesci teleostei sono dotati di capacità cognitive avanzate, in relazione alle quali non hanno nulla da invidiare ai vertebrati terrestri. Sono efficientissimi nel risolvere problemi, ad esempio quelli spazio-motori, come il detour e l’individuazione di scorciatoie all’interno di un labirinto.

Sono molto bravi a orientarsi nello spazio, e lo fanno utilizzando strategie che si basano su meccanismi cerebrali diversi. Si va da quelle relativamente semplici, egocentriche, nelle quali usano come riferimento il proprio corpo, a quelle definite “allocentriche”, le cui coordinate si basano su punti di riferimento nel mondo esterno, e probabilmente implicano la creazione di rappresentazioni spaziali nella memoria del pesce paragonabili alle mappe cognitive. I circuiti neurali coinvolti, simili a una formazione ippocampale, sono infatti sovrapponibili a quelli che supportano tali capacità nei mammiferi, negli uccelli e nei rettili.

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Sanno riconoscere le persone?

Il riconoscimento rapido e accurato di un individuo è fondamentale per lo sviluppo di sistemi sociali complessi. I pesci rossi riconoscono i conspecifici, distinguendoli dai pesci di altre specie, attraverso i feromoni, e con loro tendono a formare banchi. Sono talmente motivati a formare banchi, che in uno studio è emerso che un pesce rosso è addirittura disposto a pagare un costo (ricevere una scossa) per poter accedere alla compagnia sociale di un altro pesce rosso.

Lo stress da isolamento, tra l’altro, può interferire con la formazione della memoria. I racconti dei pet mate suggeriscono che i pesci rossi sono capaci di distinguere tra diversi membri della famiglia umana basandosi solo sulla vista. In uno studio recente hanno mostrato che il pesce di un'altra specie, il pesce arciere (Toxotes chatareus), noto per abbattere prede aeree emettendo violenti getti d'acqua, è capace di individuare con precisione il volto di una persona familiare in mezzo a 44 volti sconosciuti. Si tratta di un compito sorprendentemente difficile, se pensiamo che tutti i volti umani condividono le stesse caratteristiche di base, cioè hanno tutti due occhi sopra il naso e la bocca. Per risolvere questo compito, è evidente che i pesci sono in grado di identificare differenze davvero sottili.

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Bibliografia

C M DeLong, et al. (2021) Long-term object awareness memory in golden (Carassius auratus). 28th Annual International Conference on Comparative Cognition, Virtual Conference Apr 7, 2021 — Apr 10, 2021.

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Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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