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Al CRAS, il Centro recupero animali selvatici, di Rimini arrivano animali impallinati da fucili ad aria compressa. L’ultimo ieri, soccorso in via Tripoli, all'angolo di viale Roma. «Questo povero gabbiano è stato ferito da un pallino che ha attraversato l’ala, su questo non ci sono dubbi. Ma dopo decine gli animali che ogni anno recuperiamo praticamente sempre dalla stessa area con ancora il proiettile in corpo o con palesi danni da sparo, l'unica cosa che viene da pensare è che in centro a Rimini colpisca un killer della fauna selvatica», dice a Kodami Clara Corbelli, responsabile del CRAS.
«Per carità non abbiamo trovato le prove in tutti, ovvero i pallini, ma spesso quando ci arrivano o soccorriamo animali, soprattutto piccioni e gabbiani, sono tutti belli sani, in piena salute, puliti solo con queste fratture stranissime o con delle lesioni che sono piuttosto tipiche e che è difficile procurarsi in altri modi se non perché colpiti da un fucile ad aria compressa».
Corbelli non ha dubbi che si tratti di qualcuno che volontariamente uccide in particolare questo genere di volatili: «Questi spari non sono fatti da cacciatori, non è bracconaggio o uccisione di animali non consentiti nell’atto venatorio, non c’entra nulla questo e non c’entrano i cacciatori. Non è un falco al quale si spara col fucile da caccia perché dà fastidio ai richiami. Qui è qualcuno che abita nel centro di Rimini al quale danno fastidio i gabbiani per svariate motivazioni, non ho idea, per cui evidentemente da un posto in cui non viene visto spara ai volatili e nessuno se ne accorge visto che oltretutto il rumore dello sparo è abbastanza impercettibile, quindi è difficile che qualcuno lo senta o capisca di cosa si tratti».
E poi c’è un altro fattore strano: «Quando tutte le chiamate arrivano dalla stessa zona di Rimini, smette di essere una combinazione. Quest’ultimo gabbiano è caduto a sasso sulle persone e quando lo abbiamo soccorso aveva solo un unico buco di entrata sull’ala insanguinata. È chiaro che quest’ultimo caso sembra spiegare i sospetti precedenti, quando di pallini non ne avevamo trovati, ma le ferite erano identiche».
Purtroppo come sappiamo è sempre molto difficile scoprire i responsabili di queste azioni crudeli, l’unico modo è vederle: «E sì, perché intanto usano armi di libera vendita per i quali mica c’è bisogno del porto d’armi. Io posso anche fare la denuncia contro ignoti, ma poi? Chi si mettesse a fare qualche indagine, cosa cerca? Puoi mica fare perquisizioni nelle case di mezza Rimini? L’unica cosa che possiamo fare è “denunciare” il fatto sui social, anche se non mi piace avere parole di disprezzo per qualcuno, però bisogna far conoscere queste cose a più persone possibili, così magari questo essere si potrebbe sentire maggiormente osservato e in allarme e quindi magari con un po’ di paura in più di essere visto, evitare di continuare a sparare a questi poveri animali».