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2 Luglio 2023
11:00

Per quanto tempo un serpente può vivere senza cibo?

I serpenti sono fra gli animali che riescono a digiunare più a lungo di tutti, talvolta per più di un anno, sfruttando le risorse energetiche che hanno acquisito. Solo recentemente però la ricerca ha cominciato a chiedersi come mai.

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I serpenti sono fra i rettili che riescono meglio a regolare il proprio metabolismo e, come ci raccontano spesso i biologi e gli esploratori nei loro racconti, questi animali possono anche digiunare per lunghi periodi di tempo, talvolta per più di un anno, sfruttando le risorse energetiche che hanno acquisito. Per quanto ciò sembri folle e incompatibile con la vita, bisogna anche ricordare che questi animali sono a sangue freddo e risparmiano tantissime energie, adattandosi alle temperature dell'ambiente circostante. Inoltre le specie più grandi sono note anche per riuscire a cibarsi di animali molto più grandi di loro, come antilopi, bufali, cuccioli di specie domestiche e molto altro. Per digerire e assorbire l'energia disponibile da queste grandi masse animali i serpenti hanno bisogno di molto tempo e spesso quindi riescono a sopravvivere, scegliendo di svolgere esclusivamente le loro attività metaboliche primarie, risparmiando sul resto.

I risultati di alcuni studi, usciti alcuni anni fa, sulle pagine di Zoology hanno persino dimostrato che i serpenti durante il digiuno possono abbassare il loro metabolismo di oltre il 72 per cento rispetto al loro livello metabolico standard. Un vero record, che tutt'ora risulta imbattuto fra gli animali terrestri. Non dobbiamo pensare però che durante questi mesi o anni di dieta i serpenti smettano semplicemente di vivere. Anzi. Durante questi periodi apparentemente inattivi, sembra che i serpenti possano continuare a crescere e svilupparsi, accelerando incredibilmente la produzione di nuove cellule, soprattutto quando sono estremamente giovani. Un vero controsenso, che ha affascinato gli scienziati e che risulta uno dei misteri più grandi della biologia animale moderna.

La cosa più incredibile è che tutti i serpenti riescono a digiunare per diversi mesi, a secondo della specie. I veri record appartengono comunque alle specie esotiche, che vivono in Africa centrale e in Sud America. Pitoni reali, boa giganti, pitoni reticolati e anaconda sono infatti quelle specie di serpenti che possono digiunare fino anche a due anni, giunti all'età adulta. E considerando questa loro caratteristica, il loro ciclo di vita risulta abbastanza semplice. Essi crescono mangiando prede via via più grandi e a ogni pasto corrisponde un lungo periodo di digestione della preda. Giunti all'età della maturazione sessuale, essi praticano un pasto ogni 1 o 2 anni, mentre cercano di mettere al mondo dei figli, ma risultando metabolicamente molto efficienti, riescono a risparmiare energia anche qualora dovesse cominciare a muoversi e a esplorare il proprio territorio.

Come funziona il metabolismo dei serpenti?

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Riuscendo a regolare perfettamente il proprio metabolismo con una precisione davvero sorprendente, questi animali adeguano il ritmo delle loro funzioni fisiologiche in modo tale da risparmiare sempre delle energie. Riescono a farlo abbassando per esempio il livello del battito cardiaco, della respirazione, ma anche mettendo in pausa frequentemente il sistema digerente, allungando così estremamente il tempo della digestione e dell'assimilazione delle risorse.

Ciò che però rende i serpenti dei veri campioni di resistenza è il modo con cui conservano all'interno del loro corpo le risorse energetiche (carboidrati, proteine e lipidi, prevalentemente), sotto la forma di una sottile ma altamente calorica striscia di grasso corporeo, che avvolge il corpo dell'intero animale.

Lo stesso autore principale dell'articolo pubblicato su Zoology citato poco fa, Marshall McCue, ha per esempio osservato che tre diverse specie di serpenti – pitoni reali, colubridi del genere Elaphe e Crotalus atrox –  per quanto ci possono sembrare magri in realtà possiedono diversi depositi di grasso, da cui possono ottenere energia durante il periodo di digiuno e che vengono accumulati di seguito alla digestione di un unico pasto, ricorrendo solo successivamente alla demolizione degli zuccheri e delle proteine sottostanti al grasso, per continuare a sopravvivere.

Tra l'altro, chiariscono i ricercatori, l'uso di tali strategie fisiologiche per ridurre al minimo il flusso di energia durante i periodi di carestia o di crisi possono aiutare i paleontologi anche a spiegare la persistenza evolutiva dei serpenti negli ultimi 100-65 milioni di anni (100 se si prendono in considerazione i loro ultimi antenati diretti), di fronte alle diverse estinzioni che si sono succedute, nonché la presenza elevata attuale dei serpenti in ambienti estremi che riescono a garantire una quantità estremamente ridotta di risorse.

L'alimentazione dei serpenti

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Serpente mangiatore di uova africano che ha appena ingoiato un uovo intero, foto di Benutzer tramite Wikimedia Commons

I serpenti assumo diverse forme e dimensioni e a secondo della nicchia ecologica che occupano possono cibarsi di prede di differente tipo.

Le specie più piccole infatti possono nutrirsi di topi, di altri rettili, persino di piccole uova o di altri serpenti. I serpenti di media e grande taglia invece possono mangiare vertebrati di maggiori dimensioni, dai piccoli conigli ad esemplari di antilopi di grosse dimensioni. Tutti loro però come detto possono anche soddisfare la propria richiesta di cibo una o un paio di volte all'anno, risparmiando tra l'altro le risorse necessarie a produrre il veleno o il tempo impiegato nel cacciare una preda.

La maggioranza dei processi che permettono però a questi animali di sopravvivere a lungo senza cacciare sono tuttavia interni e sono legati all'ingestione e alla digestione delle prede.

Innanzitutto, alcuni serpenti hanno la capacità di spalancare completamente la bocca, disarticolando l'articolazione della mandibola in modo di mangiare prede molto più grandi di loro. Riescono fare ciò perché in pratica la loro mandibola inferiore non è unita centralmente come succede invece nel mento umano. Quando inoltre il serpente inizia a ingoiare la preda tutte le ossa della mandibola si allargano e si separano le una dalle altre, per adattarsi alle dimensioni della preda.

Il loro esofago e il loro corpo inoltre sono estremamente elastici, per permettere anche ai bocconi più grossi di scivolare più o meno velocemente fino allo stomaco, senza correre il rischio di soffocare. I muscoli dell'esofago dei serpenti infatti, come quelli di tanti altri vertebrati, tra cui l'uomo, esercitano una pressione costante sul bolo alimentare, tanto da costringere forzatamente le prede – spesso ancora vive, ma incoscienti, per via del veleno o dello shock – a cadere risucchiate all'interno del corpo del predatore, come in una sorte di tunnel della morte dove alla fine ti aspetta una pericolosa piscina di acido.

I succhi gastrici dei serpenti sono inoltre molto potenti e talvolta superano l'acidità dei liquidi presenti nello stomaco umano. Questi infatti devono digerire e degradare le molecole dell'intero corpo di una preda, perciò devono demolire le ossa, i muscoli, gli organi interni. Le uniche eccezioni sono i peli, i gusci di alcune uova di grani dimensioni e le unghie delle prede, che vengono invece rigettate all'esterno sotto la forma di alcune palle simile alle borre degli uccelli. 

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Uno dei metodi migliori per capire in che modo i serpenti riescano a mangiare prede molto più grandi di loro è offrire un uovo a una delle specie di piccole e medie dimensioni. L’animale infatti aprirà la bocca all’inverosimile, pur di ingoiare interamente il premio

A secondo inoltre della disponibilità delle risorse, dell'età e dell'eventuale presenza di predatori che potrebbero cacciare il serpente quando questo sta per cacciare o digerire la preda che ha appena ingerito, i serpenti possono regolare anche la loro fame, decidendo oculatamente di abbassare il proprio metabolismo affinché non corra il pericolo di essere individuato o di vedersi sfuggire delle interessanti opportunità.

In casi estremi – ma davvero estremi – i serpenti possono essere costretti anche a cibarsi dei loro simili, delle loro uova, dei loro figli e… tragicamente di sé stessi. Il mito infatti dell'Uroboro, il serpenti che si morde la cosa e che rappresenta la ciclicità del cosmo e del tempo, ha una base scientifica ed è dovuta a casuali osservazioni da parte di antichi mercanti persiani, indiani e greci in viaggio di serpenti che, soggetti ad una prolungata fame o allo stress, iniziarono a non riconoscere più la loro coda come tale e ad attaccare sé stessi, cercando di mangiarsi.

Quando questo fenomeno avviene, la vita del serpente è in estremo pericolo, in particolar modo per le specie dotate di ghiandole velenifere. Non sappiamo ancora bene perché i serpenti impazziscano, ma sembra che a seguito dell'eccessiva severità delle condizioni ambientali e per la fame, un serpente possa riconoscere la propria coda come un elemento distinto dal proprio corpo, credendo perciò che sia una potenziale preda.

Fortunatamente il dolore tal volta induce i serpenti a concentrare le proprie attenzioni altrove, ma la disperazione può ovviamente ottundere i sensi di questi animali, soprattutto se si trovano in condizioni di cattività, e spingere quindi verso un esito infelice.

I serpenti che possono vivere più a lungo senza cibo

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Lungo anche 9 m, l’anaconda è uno dei serpenti più grandi del mondo

Come detto, i serpenti che possiedono i record di digiuno sono anche quelli che raggiungono le maggiori dimensioni. Fra questi abbiamo l'anaconda (Eunectes murinus), che mediamente  può digiunare fino a 16 mesi dopo aver mangiato un animale di grosse dimensioni, il pitone di Seba o pitone africano (Python sebae), che può digiunare anche due anni, o i pitoni asiatici, che possono digiunare fra l'uno e due anni a secondo della specie e dell'età.

I serpenti invece più gettonati all'interno delle case italiane, come il serpente del grano (Pantherophis guttatus) o il serpente del latte (Lampropeltis triangulum), possono digiunare per molto meno tempo, rispetto ai loro cugini di grandi dimensioni, ma è in effetti questo è anche normale. Queste specie sono molto più piccole, corte e abituate a mangiare costantemente, rispetto le specie precedentemente elencate e anche la loro dieta è diversa. Essi infatti si nutrono di insetti come grilli, topi, lucertole e un impasto prodotto da vermicelli. Il loro digiuno quindi non supera mai qualche settimana e qualora dovessero risultare inappetenti per un grande periodo di tempo, è necessario portarli dal veterinario.

I Boa Constrictor che alcuni continuano invece a considerare come animali domestici – sbagliando enormemente – possono invece digiunare per molti mesi anche per colpa delle condizioni di cattività. State comunque molto attenti che il vostro serpente non stia digiunando per cause di forza maggiore, per esempio a seguito dell'ingestione di qualche oggetto che ne ostruisce l'ingresso dello stomaco.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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