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15 Luglio 2021
17:55

Olimpiadi, arrivano i primi cavalli a Tokyo: ecco come viaggiano e quanti sono

Un volo cargo ha portato i primi 36 cavalli da dressage in Giappone per partecipare alle Olimpiadi di Tokyo. In totale gareggeranno in 325. Sono 247 quelli da corsa che partono da Liegi (in Belgio), con uno scalo a Dubai. Il vettore aereo ha avviato una collaborazione con Peden Bloodstock, una società specializzata in logistica equina, per portare in sicurezza gli animali su 8 charter che hanno 131 stalli progettati ad hoc.

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Un volo cargo ha portato i primi 36 cavalli da dressage in Giappone per partecipare alle Olimpiadi di Tokyo. In totale gareggeranno in 325. Sono 247 quelli da corsa che, per l'Europa, partono da Liegi (in Belgio) con uno scalo a Dubai, per un viaggio che dura poco più di 18 ore. Il vettore aereo ha avviato una collaborazione con Peden Bloodstock, una società specializzata in logistica equina, per portare in sicurezza gli animali su 8 charter che hanno 131 stalli progettati ad hoc (lunghi 3,20 metri, larghi 2,44 e alti 2,33). In totale, i voli dei cavalli olimpici sono 19, di cui 5 quelli per le paraolimpiadi.

La compagnia aerea sta portando anche 20 tonnellate di cibo e bevande per i cavalli insieme ad altre 100 tonnellate di attrezzature speciali. Sono 59 gli stallieri messi a disposizione per prendersi cura degli animali durante il lungo viaggio intercontinentale.

I 36 cavalli arrivati a Tokyo gareggeranno per Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Portogallo, Giappone e Regno Unito, Brasile, Estonia, Finlandia, Irlanda e Marocco.

Arriva la proroga sulle norme per il benessere degli animali sportivi

Intanto, in Italia per gli animali atleti arriva una nuova proroga. Le norme per il benessere degli animali che vengono impiegati nelle attività sportive vengono rinviate al 2022. Non entreranno in vigore prima del mese di gennaio. A dirlo è l’articolo 3, comma 7 del Decreto sostegni. Nel decreto legislativo 36 del 28 febbraio scorso, il Ministero della Salute e quello delle Politiche Agricole ne avevano disposto i dettagli. Ma per ora, nulla da fare: si ferma tutto per almeno 6 mesi.

Il decreto riordina gli enti professionisti e dilettantistici e riforma il lavoro sportivo. È il titolo IV a normare le «discipline sportive che prevedono l’impiego di animali». Chi ha, «a qualsiasi titolo», un animale che viene impiegato in attività sportive, deve preservarne il benessere nel «rispetto delle sue esigenze etologiche», vietandone, tra l’altro, «metodi di addestramento e di allenamento» che possano danneggiarle. L'animale è descritto un «essere senziente ai sensi dell'articolo 13 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea». Viene vietato «qualsiasi metodo di coercizione o costrizione e l'utilizzo di mezzi o dispositivi che possano provocare danni alla salute e al benessere psicofisico dell'animale e comunque provocarne sofferenza».

Per il decreto legislativo «non è ammesso far allenare e gareggiare animali in stati fisiologici incompatibili con lo sforzo richiesto, come nel caso di gravidanza avanzata o di allattamento. La bardatura e le attrezzature da utilizzare per l'attività sportiva, compresa la ferratura, devono essere idonei ad evitare all'animale lesioni, dolore, sofferenze o disagi psico-fisici». Un particolare passaggio è quello delle caratteristiche tecniche di piste, campi e aree di gara, che «devono rispondere a criteri di sicurezza e salvaguardia dell'incolumità degli animali».

Per quanto riguarda l’ammissione alle competizioni sportive, questa viene subordinata all'accertamento, da parte di un veterinario, dell'idoneità a gareggiare dell'animale. Ed è vietata la partecipazione alle manifestazioni e alle competizioni sportive per chi ha riportato condanne in via definitiva per i reati previsti e puniti dalle disposizioni previste al Libro II, Titolo IX bis, del codice penale (sui delitti contro il sentimento degli animali), e dall'articolo 727 del codice penale (sull'abbandono) e per le violazioni previste dall'ordinamento sportivo.

Al capo II si parla invece di sport equestri e si definisce il «cavallo atleta». Per esserlo, alcune sono le caratteristiche che lo fanno rientrare in questa fattispecie: tra queste, non deve essere dichiarato destinato alla produzione alimentare, e deve essere iscritto al «repertorio cavalli atleti» della Federazione italiana sport equestri o della Federazione pentathlon moderno, della FitetrecAnte, o di un Ente di Promozione Sportiva. Il cavallo atleta per svolgere attività sportiva è sottoposto annualmente a una visita veterinaria sportiva. E si chiudono i macelli per i cavalli sportivi: viene vietata la macellazione per quelli che hanno prestato la loro opera nelle competizioni.

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