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9 Aprile 2024
18:47

Nuovo allevamento di polpi in Spagna: le associazioni dimostrano perché è insostenibile

L'allevamento di polpi è una pratica insostenibile sia dal punto di vista etologico che ambientale. Ne sono convinti gli attivisti di tutela animale e per dimostrarlo hanno usato proprio il report redatto dall'azienda che sta per costruire una nuova struttura in Spagna.

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L'allevamento di polpi è una pratica insostenibile sia dal punto di vista etologico che ambientale. Ne sono convinti gli attivisti di tutela animale e per dimostrarlo hanno usato proprio il report redatto dall'azienda Nueva Pescanova che sta per costruire sull'isola spagnola di Gran Canaria una nuova struttura dedicata proprio allo sfruttamento di questi animali.

Il report ambientale dell’azienda promotrice infatti è stato definito «insufficiente» dalle organizzazioni Compassion in World Farming (CIWF), Eurogroup for Animals e AnimaNaturalis: «Nuovi documenti rivelano che il primo progetto di allevamento a scopo commerciale di polpi al mondo non solo ignora le problematiche di crudeltà sugli animali, ma è carente anche nella valutazione delle minacce che un simile impianto porrebbe alla fauna selvatica, all’ambiente e alla salute pubblica».

L'allevamento intensivo di polpi nel porto di Las Palmas, la città principale di Gran Canaria, ospiterà oltre un milione di individui, con gravi ripercussioni su ambiente, salute umana e sulla vita

Secondo le associazioni protezionistiche un simile allevamento sarebbe in contraddizione con le rivendicazioni di sostenibilità dell’azienda. Fra i vari punti critici, gli attivisti sottolineano che l’allevamento rappresenterebbe una minaccia per i delfini e le tartarughe che abitano le acque dove questo dovrebbe sorgere, le quali potrebbero essere inquinate dagli scarichi dell’allevamento stesso. A ciò si aggiungerebbero anche le emissioni di CO2. Secondo i documenti di recente pubblicati dal governo delle Isole Canarie, la probabilità che si verifichino simili impatti sono «significativamente alte».

Il report sul progetto di allevamento a Porto di Las Palmas, Gran Canaria, è stato definito come insufficiente proprio dal Governo delle Isole Canarie. La posizione delle autorità locali si basa sulla preoccupazione che l’allevamento potrebbe minacciare la fauna locale, inclusi cetacei protetti (delfini e focene) e le vulnerabili tartarughe di mare, attraverso l’inquinamento acustico e dell’acqua a causa dalla sua vicinanza a un’area marina protetta (MPA).

Il progetto mette a rischio anche la salute pubblica utilizzando l’acqua marina del porto di una delle capitali turistiche delle Canarie, la cui qualità non è adeguata alla produzione di cibo per il consumo umano. L'impatto inquinante di una struttura simile sono incalcolabili: emissioni di CO2, diffusione di odori sgradevoli, scarichi che potrebbero contribuire in modo significativo alle già contaminate acque portuali. La struttura minaccerà anche una specie protetta di alghe – la cystoseira – che è presente nell’area circostante.

Intervenendo a nome del team di esperti legali di Legal Natura che ha esaminato i documenti, l’avvocata Maria Angeles López Lax ha dichiarato: «Il report ambientale di Nueva Pescanova era inadeguato, carente delle basilari informazioni per consentire al Governo di valutare l'impatto dell'allevamento su ambiente e salute pubblica. È responsabilità dell’azienda dimostrare che l’allevamento non avrà ripercussioni sulle specie protette o non metterà a rischio la salute pubblica prima che l’autorizzazione possa essere concessa, eppure l'azienda non ha tenuto conto nemmeno delle più elementari di queste problematiche».

I polpi sono creature uniche, intelligenti e per loro natura solitarie, inadatte alle condizioni di sovraffollamento tipiche degli allevamenti intensivi. In tali circostanze, infatti, aumenterebbe il livello di aggressività, con il rischio che si giunga a fenomeni di cannibalismo. In più, i polpi sono animali carnivori, e pertanto in cattività dovrebbero essere nutriti con pesce selvatico, una pratica insostenibile che aumenterebbe la pressione sulle popolazioni ittiche, già sovrasfruttate.

Nel 2021, CIWF ha pubblicato il report "Allevamento di polpi – Un disastro annunciato" in cui rivelava le evidenze scientifiche che dimostrano come allevare polpi sarebbe tanto crudele quanto dannoso per l’ambiente. Un anno fa, gli attivisti di CIWF ed Eurogroup for Animals hanno poi lanciato il report "Uncovering the horrific reality of octopus farming": un documento con cui le associazioni hanno risposto proprio al progetto di Nueva Pescanova di allevare intensivamente, ogni anno, fino a un milione di questi animali.

75 associazioni ed esperti da tutto il mondo – guidate da CIWF ed Eurogroup for Animals – hanno fatto appello al Governo delle Isole Canarie perché respingesse il progetto. In quell’occasione, migliaia di persone sono entrate in azione, chiedendo al Presidente della comunità di bloccare l’allevamento di polpi.

Keri Tietge, Policy officer di Eurogroup for Animals per gli animali acquatici, sostiene: «Non esiste alcuna giustificazione per l'introduzione di questo nuovo tipo di allevamento intensivo, proprio quando gli esperti della crisi climatica mettono in guardia sull'urgente necessità di cambiare i nostri sistemi alimentari e di adottare abitudini alimentari più sostenibili. Meritiamo qualcosa di meglio di una continua devastazione ambientale per riempire le tasche delle aziende, e questi animali straordinari meritano di meglio che vite ridotte al confinamento e alla sofferenza».

Le associazioni si rivolgono ai loro sostenitori perché si rivolgano a Nueva Pescanova sui social, taggando il loro profilo e chiedendo l’abbandono immediato del progetto di costruzione dell’allevamento di polpi, come ha detto  Cristina Ibáñez, coordinatrice della campagna di AnimaNaturalis: «La nostra società dovrebbe essere in una fase di progresso verso un trattamento più empatico e rispettoso degli animali. Se questa aberrazione dovesse continuare, nonostante il rifiuto della comunità scientifica e di gran parte della società civile, ci troveremmo di fronte a una grave frattura di questi valori».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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