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9 Novembre 2021
14:20

Nuove speranze per l’orca Lolita. Un rapporto federale USA denuncia le sue condizioni

Dopo anni di denunce da parte delle associazioni animaliste, anche il Dipartimento di Agricoltura degli Stati uniti evidenzia lo stato in cui versano gli animali marini dell'acquario della Florida da cui veniva il delfino Flipper, star di Hollywood. Per l'orca Lolita, quindi, non si tratta soltanto di una vita da prigioniera da oltre 50 anni in una vasca sottodimensionata, ma anche pesce avariato come cibo, mancanza di ombra, acqua torbida e uno sfruttamento incompatibile con la sua età. Ora tutti attendono la sua liberazione nei mari del Pacifico, dove era nata e dove fu catturata.

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Giornalista
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Acqua sporca, spazi insufficienti, pesce marcio come cibo. E, come se non bastasse, l’agonia di una prigionia di cinquanta anni in una piscina che per lei, lunga oltre sette metri e nata per nuotare libera per centinaia di miglia al giorno, è poco più di una vasca. Solo che questa volta a denunciare le condizioni di vita di Lolita, l’orca che vive al Seaquarium di Miami dal 1970, quando venne catturata ad appena 5 anni di vita a Puget Sound nel nord-ovest del Pacifico, non sono soltanto i gruppi di animalisti che in tutti questi anni si sono battuti affinché venisse liberata. Questa volta a denunciare le assurde condizioni di vita alla quale è obbligata, è lo United States Department of Agriculture Animal and Plant Health Inspection Service, l’organismo federale statunitense del Dipartimento di Agricoltura, dopo un’ispezione che si è svolta nell’acquario della Florida dall’8 al 10 giugno 2021. Il rapporto stilato dalle autorità competenti, che analizza le condizioni di vita in cui versano gli animali che vivono nell'acquario, non lascia dubbi sull'inadeguatezza della struttura e in molti ora sperano che la sua pubblicazione possa trasformarsi nella spinta definitiva per ottenere la liberazione dell’anziana orca nelle acque in cui ancora vivono gli altri membri della sua famiglia.

Il Seaquarium: per 40 dollari al giorno puoi nuotare con delfini, foche e pinguini

Il Seaquarium, fondato nel 1955, è il parco acquatico in cui è stata girata la seguitissima serie TV Flipper negli anni 60 che aveva come protagonista un delfino. Lolita, infatti, non è l’unica prigioniera della struttura privata che nel 2014 fu venduta da Arthur Hertz alla Palace Entertainment che a sua volta l’ha poi ceduta alla Dolphin Company, che gestisce 30 parchi acquatici con animali marini in tutto il mondo. Per 40 dollari al giorno, infatti, è possibile interagire, dar da mangiare e addirittura nuotare nelle grandi vasche con delfini, foche e persino pinguini (anche se attualmente chiuso per ristrutturazione). Lolita invece al momento non si esibisce più: a 56 anni è troppo vecchia per le esibizioni e troppo stanca per riuscire a saltare in aria ricadendo in acqua rumorosamente solo per gli applausi del pubblico e per del pesce di scarsa qualità come ricompensa.

Il rapporto federale: pessime condizioni per tutti gli animali dell’acquario

«Questa ispezione si è svolta nell'arco di tre giorni (8-10 giugno) con il direttore generale, il curatore della struttura, il curatore della formazione e il veterinario assistente» si specifica alla pagina 15 del rapporto di 17 pagine reso pubblico il 30 settembre 2021. Non si parla soltanto di Lolita ma della situazione generale in cui versano tutti gli animali che vivono al Seaquarium. Come il delfino Squirt, di cui si sottolinea il dimagrimento alle cattive condizioni di salute. Ma si denuncia anche l’ombra inadeguata, le scarse condizioni igieniche dell’acqua, torbida e sporca, i recinti per animali incompatibili fra loro e che quindi tendono a reagire violentemente agli stimoli, la qualità del pesce con cui vengono nutriti gli animali, spesso in condizioni igieniche scarse e già in stato di decomposizione.

Lolita soffre il sole, mangia poco, vive in acqua sporca ed è costretta a saltare malgrado l’età

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la piscina del Seaquarium di Miami dove l’orca Lolita vive prigioniera da oltre cinquant’anni (foto da Facebook)

Per Lolita (che nel documento è indicata come Toki dal nome originario dell’area dove fu catturata) le obiezioni del veterinario riguardano l’alimentazione diminuita da 160 a 130 libre e di qualità sempre peggiore, e sul tipo di esibizioni a cui viene obbligata, con grandi salti, particolarmente pericolosi per un’orca di quest’età tanto da procurarle anche una ferita alla mascella. «Per animali incompatibili tra di loro, lo stare insieme può avere un impatto negativo sulla loro salute e sul loro benessere – si legge sul rapporto – e può causare lesioni gravi e persino la morte. I mammiferi marini non compatibili non devono essere alloggiati nello stesso recinto né essere alloggiati vicino ad altri animali che causano loro stress irragionevole, disagio o interferiscono con la loro buona salute». Un altro problema segnalato è quello della mancanza di ombra: la luce diretta del sole sulle piscine procura ferite agli occhi dei cetacei. «Dovrebbe essere fornita un'ombra strategica ogni volta che gli animali tengono la testa fuori dall'acqua e guardano verso il cielo – specifica – La struttura deve rivedere l'ombra per tutti i recinti dei mammiferi marini e garantire che sia fornita un'ombra adeguata per proteggere gli animali dalla luce solare diretta». Le conseguenze infatti sono cataratte precoci e ferite nei bulbi oculari.

Le aspettative sollevate dal rapporto federale

Il rapporto federale ha creato aspettative altissime dopo i molti anni in cui i movimenti animalisti hanno cercato di portare all’attenzione del mondo le terribili condizioni di vita dell’orca. Nel 2019 i Lummi, gli abitanti originari della costa più settentrionale di Washington e della Columbia Britannica meridionale che per migliaia di anni hanno navigato le acque del Puget Sound, avevano tentato di ottenere la sua liberazione nelle acque da cui proveniva con una causa legale intentata alla società proprietaria dell’acquario. Niente però fino ad oggi è riuscito a vincere l’opposizione dei proprietari che giustificano la sua permanenza coatta a Miami, durante lo spettacolo, dicendo: «Lolita una balena molto speciale e funge da ambasciatrice per tutte le balene, compresa la popolazione di orche residenti nel sud». Facendo riferimento al gruppo di orche, composto da una settantina di individui, di cui è originaria Lolita.

Orca Network: «C’è bisogno di una revisione completa dell’intera gestione»

«Questo rapporto di ispezione dell'USDA richiede una revisione completa dell'intera gestione e funzionamento di quella lugubre reliquia in decomposizione di un'era passata – commentano infatti dall’Orca Network, un'organizzazione no-profit dedicata alla sensibilizzazione pubblica riguardo alle balene del Pacifico nord-occidentale e sull'importanza di fornire loro habitat sani e sicuri. – Si tratta di un'indagine su una zona disastrata con un totale disprezzo per la salute e la sicurezza delle numerose specie marine costrette a cercare di sopravvivere lì». Ma l’obiettivo finale rimane uno solo: portarla via da quella piscina lunga 24, profonda 7 e larga 11 metri scarsi. «Lunga 24 metri – sottolinea Naomi Rose, dell’Animal Welfare Institute. – Peccato che Lolita è lunga circa 7 metri. Un terzo della lunghezza della piscina. E vive lì da 50 anni. È ridicolo». Ora, con questo rapporto federale, si riaccendono le speranze.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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