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17 Dicembre 2023
15:03

Nessuna decisione dal TAR sulla maialina Tina: il suo destino è ancora incerto

Mercoledì scorso i giudici hanno ascoltato le parti, ma si sono presi ancora qualche settimana per decidere sulla richiesta dell'Asl di Novara di abbattere la maialina Tina ritenuta pericolosa dopo alcuni controlli fatti nell'ambito della strategia di prevenzione per la peste suina, essendo l'animale un incrocio con un cinghiale. Un provvedimento ritenuto abnorme dalla famiglia di Tina anche perché negativa al virus.

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Nessuna decisione immediata da parte del TAR del Piemonte sul destino di Tina, l’incrocio tra un cinghiale e una maialina vietnamita. Tina era stata adottata da Gabriele Zanalda quando aveva ancora poche settimane e viveva felice con lui e i cani di famiglia a Castelletto Sopra Ticino prima che l’Asl di Novara ne decretasse l’abbattimento a seguito di un controllo relativo alla prevenzione per la Peste suina africana. Una decisione abnorme e ingiusta secondo Zanalda che, non riuscendo ad ottenere l’annullamento del provvedimento si era rivolto al Rifugio Miletta in provincia di Novara che si occupa di salvare da situazioni di disagio, sofferenza e schiavitù tanti animali, per chiedere un aiuto legale. Ed è proprio da quella richiesta che si arriva all’appello al TAR, richiesto subito dall’avvocato del Rifugio, Angelita Caruocciolo.

Mercoledì scorso quindi a parlare dovevano essere i giudici amministrativi: «In sostanza si è ricostruita in punta di diritto tutta la vicenda e soprattutto si sono presi in considerazione i procedimenti che l’Asl ha attivato nei confronti dei ricorrenti – spiega Caruocciolo Il giudice ha ascoltato attentamente i nostri motivi di diritto e cioè l’assenza totale di istruttoria da parte dell’Asl e l'abnormità del provvedimento adottato che, a nostro parere, è in contrasto con tutte le norme comunitarie e nazionali: l’Asl ha infatti fatto ricorso a delle leggi che si utilizzano qualora la struttura controllata sia un allevamento, cosa che però quello di Zanalda non è. Per non dire della conclusione del provvedimento, ovvero dell’abbattimento, basato sulla totale assenza di istruttoria. Il giudice è stato molto attento, ha voluto addirittura sapere le condizioni di Tina e ci ha chiesto di far entrare anche la parte che si sta occupando della maialina, la presidente del Rifugio Miletta di Agrate Conturbia, Alessandra Motta».

Le sentenze, tuttavia, come sappiamo non sono immediate, per cui bisognerà i giudici si sono presi ancora qualche tempo per decidere: «Se la sentenza non sarà a noi favorevole resta l’appello e questo perché so che abbiamo degli strumenti utili da portare al Consiglio di Stato maggiormente attento qualora questo TAR non dovesse essere in linea con la nostra ricostruzione». E così la vita di Tina rimane ancora appesa a un filo  e per sapere se potrà ricominciare a vivere serena con il suo pet mate Gabriele, dovrà aspettare ancora un po’. «È tutto senza senso, Tina deve vivere – dice Zanalda – Non ci sono motivazioni razionali per togliere la vita a un animale sano, equilibrato e gestito nel rispetto delle norme di biosicurezza del caso. Mi auguro che prevalgano buon senso ed umanità, due qualità sempre più rare».

Le manifestazioni di solidarietà rispetto a quello che sta accadendo arrivano a Gabriele da tutte le parti, anche perché effettivamente l’uomo ha eseguito ciò che gli era stato richiesto dall’Asl: Tina, infatti, è stata subito posta in un recinto a parte e tolta dalla sua convivenza con gli altri animali. Ma soprattutto, perché Tina sta bene, non ha alcun virus perché è risultata negativa dalle analisi cliniche effettuate sulla maialina dalla stessa Asl.

Anche Alessandra Motta, presidente del Rifugio Miletta, non ha avuto dubbi da che parte stare e a Kodami spiega: «Purtroppo in molti casi non c’è attenzione a quello che è veramente il benessere dell’animali, nei confronti di Tina c’è stata una leggerezza pazzesca, non hanno considerato che fosse una vita, amata e cresciuta all’interno di una famiglia e che ci fosse un contesto umano intorno a lei. Zalando si è visto arrivare l’Asl che come in uno stato di polizia ha ordinato di eliminare l’animale. Ma noi abbiamo ancora speranza».

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Simona Sirianni
Giornalista
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