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29 Gennaio 2021
9:31

Maltrattamento animale e pericolosità sociale. Una realtà che abbiamo l’obbligo di considerare

C’è una complessa relazione che esiste tra maltrattamento animale e pericolosità sociale. Tale correlazione potrebbe non sembrare tanto logica o automatica ma l’evidenza di tale legame è sorprendente ed è riconosciuta e spiegata in termini scientifici e di statistica di popolazione. Ma è anche descritta fin dall’antichità.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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L'interesse per il maltrattamento a danno degli animali, a differenza di una falsa credenza attuale, non obbedisce ad una mera caratteristica propria della società del benessere, ma presuppone una questione etica fondamentale che ha la sua origine negli inizi stessi della filosofia. Il trattamento che concediamo agli altri animali è stato ed è oggetto di accese discussioni, poiché una delle questioni fondamentali è fino a che punto sia etico utilizzare gli altri animali come risorse per il semplice fatto che appartengano ad una specie diversa dalla nostra. Non dimentichiamo che la nostra società tratta questi esseri senzienti, in grado di provare piacere e dolore, come se fossero oggetti creati per il nostro uso, reificandoli e snaturandoli, per risparmiarci la sensazione di colpa ed evitare di mettere in discussione la moralità del nostro rapporto con loro.

D’altro canto, la condanna al trattamento crudele verso gli animali si è dovuta a causa del timore per l’estensione del comportamento violento alla specie umana. San Tommaso d'Aquino, ad esempio, non era preoccupato per la sofferenza degli animali in quanto tale, ma raccomandava la condanna sociale al maltrattamento animale poiché, secondo lui "essendo crudeli verso gli animali, si finisce diventando crudeli verso gli esseri umani". Alla fine del ‘600, il filosofo John Locke scrive: "L’abituarsi a tormentare e uccidere gli animali, indurirà gradualmente le menti verso gli stessi esseri umani; e coloro che provano soddisfazione nella sofferenza di altre creature non saranno capaci di essere compassionevoli e benevoli verso altri della propria specie”.

Risultato particolarmente interessante di questa epoca sono le incisioni dell'artista britannico William Hogarth dal titolo Gli Stadi della Crudeltà. Le quattro incisioni rappresentano la naturale escalation della violenza. Le incisioni iniziano con il protagonista, Tom Nero, che maltratta prima un cane e poi un cavallo, in un contesto sociale grottesco e violento dove il maltrattamento animale sembra essere radicato. Il termine naturale di questi comportamenti sarà l’omicidio da parte del protagonista verso la sua sposa, con un finale sorprendente dove sarà proprio un cane a cibarsi delle interiora del protagonista durante la sua autopsia, a seguito dell’impiccagione ricevuta per il crimine commesso.

Gli studi sul maltrattamento e la connessione tra crudeltà infantile e futura violenza interpersonale

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A livello scientifico, tra il secolo XVIII e XIX già si avvertiva riguardo la connessione tra crudeltà infantile verso gli animali e la futura violenza interpersonale.

Uno scenario interessante riguarda risultati statistici inconfutabili, svolti principalmente in popolazioni penitenziarie, che ci descrivono come la maggior parte di persone responsabili di violenza grave e i serial killer abbiano praticato violenza verso gli animali in giovane età, o siano stati testimoni di violenza sugli animali. Questo chiaramente non vuol dire che chiunque maltratti un animale, o ne sia testimone, si converta in un serial killer, ma che tutti i serial killer, e la maggior parte di colpevoli di reati maggiori, hanno maltrattato animali. Questo ci aiuta a capire come senza un diagnostico tempestivo e completo e senza nessun intervento di riconduzione, fin dalla giovane età, si possano favorire lunghe carriere di violenza episodica, violenza di genere, fino all’omicidio.

Pensiamo in grande: il progetto Link

Gli animali rappresentano una fascia di popolazione non protetta e più suscettibile a essere vittima disponibile e indifesa di maltrattamento, il che li rende particolarmente vulnerabili.
Atti di violenza sugli animali non devono essere considerati incidenti isolati ma comportamenti da collocare e radicare nell’ambito dei problemi sociali. Per quanto detto, interventi effettivi ed efficaci potrebbero essere forme di prevenzione e riconduzione di condotte non solo inammissibili ma anche predittive di pericolosità sociale.

Trattando questo argomento, ho il dovere morale e professionale di presentarvi il progetto Link Italia. Link è un’associazione di promozione sociale che sviluppa e promuove iniziative e studi scientifici sulla relazione tra maltrattamento animale e distinti tipi di violenza umana intraspecifica, come la violenza domestica e la violenza di genere, l’omicidio, il bullismo, la pedofilia e la malavita organizzata.

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Laura Arena
Veterinaria esperta in benessere animale
Sono un medico veterinario esperto in comportamento animale, mi occupo principalmente di gestione del randagismo e delle colonie feline, benessere animale e maltrattamento animale con approccio forense. Attualmente lavoro in Italia, Spagna e Serbia.
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