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4 Giugno 2024
18:39

Lupa con un occhio solo partorisce la decima cucciolata in 11 anni, l’esperto: «A Yellowstone interferenza umana limitata»

La lupa 907F del Parco nazionale di Yellowstone ha un occhio solo e 11 anni di vita e quest'anno ha partorito la sua decima cucciolata. Analizzando il contesto, l'esperto di lupi traccia un parallelo tra la situazione statunitense e quella italiana rilevando quanto sia limitata l'interferenza dell'uomo sulle specie che vivono e si riproducono a Yellowstone.

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La lupa 907F ha battuto tutti record: ha un occhio solo e 11 anni di vita, un'età decisamente avanzata per la specie, e quest'anno ha partorito la sua decima cucciolata. La storia viene dal Parco nazionale di Yellowstone, negli Stati Uniti, dove i lupi vivono senza temere l'essere umano.

Yellowstone è il parco nazionale più antico del mondo e si estende su una superficie che supera di poco quella dell'intera Umbria, il polmone verde italiano. È in questo luogo, riserva della biosfera dell'Unesco, che dal 2013 vive la lupa 907F. A stupire i ricercatori del Parco non è solo la sua capacità di essere la femmina alfa del suo gruppo, nonostante l'incidente che l'ha privata dell'occhio sinistro, ma la sua capacità riproduttiva che le ha permesso di divenire madre in un'età straordinariamente avanzata per la sua specie.

L'età media delle femmine di lupo osservate a Yellowstone è di 4-5 anni, 907F arriva con le sue 11 primavere è il sesto lupo più vecchio che abbiano mai registrato. Incurante dell'età anche quest'anno ha messo al mondo la sua cucciolata.

«Per il lupo i sensi più importanti sono olfatto e udito, la mancanza di un occhio incide quindi in maniera limitata – spiega a Kodami Marco Antonelli, divulgatore ed esperto di conservazione del lupo – la sua età invece è molto avanzata per un lupo in natura».

A colpire però è anche un altro dettaglio che emerge quando si traccia un paragone tra ciò che accade nelle arre naturali in Italia e negli Stati Uniti: «A Yellowstone la prima causa di mortalità per questi animali è lo scontro con altri lupi di territori adiacenti, in Italia invece è l'uomo. La minaccia antropica nel nostro Paese agisce in maniera diretta attraverso il bracconaggio o indirettamente con gli investimenti stradali; la mortalità dovuta a scontri tra gruppi di lupi adiacenti si sta iniziando a registrare anche qui ma in misura molto inferiore rispetto al Parco statunitense. Questa differenza è dovuta al grado di antropizzazione profondamente diverso».

In Italia infatti è comune che anche le aree naturali siano abitate, questa è anzi una caratteristica soprattutto dei Parchi dell'Appennino centrale che pur prevedendo zone di tutela integrale hanno una parte consistente della loro superficie occupata dalle attività umane. A Yellowstone le cose stanno diversamente, qui il Parco può contare su una grande spazi liberi dall'attività antropica, garantisce così alla sua fauna una vita da tutti i problemi che comporta la vicinanza con la nostra specie comporta per questi grandi predatori.

Osservarli nell'ambiente naturale ha permesso ai ricercatori di acquisire numerose conoscenze circa le abitudini dei branchi, la loro organizzazione sociale e anche la loro genitorialità.

«Il lupo è una specie monogama, vuol dire che il maschio e la femmina si associano e restano insieme tutta la vita – spiega Antonelli – la coppia si prende cura della prole insieme, e a volte con il supporto dei figli avuti negli anni precedenti che aiutano i fratelli nella fondamentale fase della crescita».

I lupi si riproducono una volta all'anno, l'estro si verifica tra fine febbraio e inizio marzo, e dopo due mesi di gestazione nasce la cucciolata, ricorda l'esperto: «Le cure parentali sono fondamentali nei primi mesi di vita, quando i cuccioli ancora non sono autonomi, e fino all'autunno successivo alla nascita. Trascorso questo periodo iniziano a muoversi con gli adulti e si forma quello che viene chiamato branco ma che in realtà è un nucleo familiare formato dalla coppia e dai figli dell'anno e delle annate precedenti».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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