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6 Ottobre 2023
11:41

L’omosessualità ha avuto una parte molto importante nell’evoluzione delle specie

Secondo un nuovo studio, il comportamento omosessuale è stato fondamentale per la sopravvivenza di diverse specie animali, in particolare dei mammiferi, durante alcuni gravi periodi di crisi climatica che in teoria avrebbero potuto spazzare via la maggioranza delle specie.

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L'omosessualità è sempre stata vista dagli scienziati come un enigma evolutivo. Un paradosso della biologia animale, che in teoria avrebbe abbassato il successo riproduttivo degli esemplari che la praticavano, fino ad azzerarla del tutto, impedendo agli omosessuali di trasmettere i loro geni alle future generazioni. Secondo però alcuni scienziati spagnoli autori di un articolo pubblicato il 3 ottobre scorso su Nature, la natura prevede una partecipazione attiva degli omosessuali nel cammino evolutivo delle specie.

Ciò che gli scienziati del Consiglio superiore della ricerca spagnolo hanno infatti descritto nel loro articolo dimostra che il comportamento omosessuale è stato fondamentale per la sopravvivenza di diverse tipologie di animali, in particolare dei mammiferi, durante alcuni gravi periodi di crisi climatica che in teoria avrebbero potuto spazzare via la maggioranza delle specie. Come ha fatto però l'omosessualità, che non porta alla nascita di figli, a favorire così positivamente la sopravvivenza di quei gruppi in cui era più praticata?

Oggi si sa che le specie animali ufficialmente riconosciute in grado di sviluppare legami e comportamenti sessuali sono oltre 1.500. In questa grande lista ci sono diverse tipologie di pesci, alcuni uccelli, ragni, vari mammiferi e soprattutto primati, dove ben 51 specie possono sviluppare comportamenti omosessuali e anche bisessuali. L'origine di questo comportamento nel mondo animale di solito viene tradizionalmente spiegato tramite la nascita di alcuni esemplari che presentano organi sessuali misti o una mutata concentrazione e distribuzione degli ormoni sessuali.

Dopo decenni di ricerche diversi zoologi hanno confutato queste teorie e sottolineato come molti esemplari omosessuali oggi presenti in natura siano morfologicamente e metabolicamente simili ai loro parenti eterosessuali. Quindi l'omosessualità non può essere esclusivamente spiegata tramite la comparsa di alcuni soggetti che presentano caratteristiche fisiche ibride, in quanto la maggioranza degli esemplari omosessuali sono sani e hanno organi sessuali legati a un solo sesso.

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Per definire quindi la storia evolutiva di questo comportamento, gli scienziati spagnoli, tra cui José Gómez dell'Università di Granada, hanno adottato un approccio filogenetico per confrontare l’emergere e la prevalenza del comportamento omosessuale tra i mammiferi. E ciò che hanno scoperto ha permesso di chiarire una volta per tutte che l'omosessualità è solo una delle possibile strategie comportamentali messe a disposizione dalla natura per affrontare in maniera intelligente alcune sfide di natura ambientale e sociale.

Per esempio, la predilezione a fare sesso con individui dello stesso genere è stata osservata in particolar modo in quelle specie sociali che rischiano di subire un aumento delle violenze all'interno della popolazione, provocate da un'eccessiva competizione sessuale. Inoltre, alla crescita delle dimensioni di queste popolazioni, aumentano anche il numero di rapporti omosessuali, in modo da contenere il numero delle nascite, che potrebbero condurre la specie ad un declino improvviso.

I comportamenti omosessuali infatti si sono evoluti all'interno dei comportamenti sessuali dei mammiferi per aiutarli anche a mantenere le relazioni sociali, quando i conflitti e alcune condizioni particolari (come la gravidanza delle femmine) rischierebbero di provocare una serie di scontri, che alla lunga potrebbero concludersi anche con dei morti. Per facilitare quindi la riconciliazione fra individui dello stesso sesso, l'omosessualità si presenterebbe come una forma di compromesso, dove gli adulti dipanano le loro divergenze con del sesso.

«Questo comportamento non è ovviamente distribuito casualmente tra i lignaggi dei mammiferi, ma tende ad essere particolarmente prevalente in alcuni cladi, soprattutto nei primati – chiariscono i ricercatori. – La ricostruzione ancestrale suggerisce che il comportamento sessuale omosessuale potrebbe essersi evoluto più volte, anche se appare un fenomeno recente nella maggior parte dei lignaggi dei mammiferi. Dalle analisi filogeneticamente emerge invece il ruolo adattivo dell’omosessualità nel mantenere le relazioni sociali e mitigare i conflitti».

Secondo i ricercatori, il sesso sarebbe infatti una moneta di scambio per la riappacificazione per moltissime specie, tra cui anche i nostri più vicini parenti, i bonobo. E non un caso se il sesso omosessuale è presente negli animali che mostrano i comportamenti più aggressivi, come leoni, scimpanzé, iene e delfini. In questo caso il sesso viene visto anche come strumento per rafforzare le proprie gerarchie sociali, per chiedere perdono agli esemplari vittoriosi o come mezzo per mitigare i rischi dei conflitti violenti.

L'omosessualità inoltre non sarebbe un fenomeno esclusivo di un particolare genere sessuale. In natura, maschi e femmine hanno le stesse probabilità di sviluppare comportamenti omosessuali e in taluni casi, come le per iene, i leoni e molti primati, la bisessualità è latente e può esplodere in determinati contesti sociali e ambientali, come quando le femmine di bonobo o di gorilla cominciano a praticarsi del sesso orale perché cominciano a mancare giovani maschi in grado di soddisfarle.

Il sesso anale in particolare sembra essere quello principalmente presente durante gli incontri omosessuali. E per quanto questo non faccia storcere il naso pensando alle coppie omosessuali maschili, la cosa può stupire notevolmente il pubblico quando ci si sta riferendo ad una coppia di femmine omosessuali. Bisogna tuttavia ricordare, chiariscono infatti altri ricercatori, come Desmond Morris – autore dei saggi "La scimmia nuda" e "L'animale donna" –  che il canale anale è molto innervato, è abbastanza elastico per garantire alle femmine una penetrazione e che spesso gli individui che sono stati osservati praticare sesso anale o erano molto giovani ed inesperti o erano delle femmine gravide. Questo comportamento infatti potrebbe essere nato fra le femmine per soddisfarsi durante i lunghi mesi di gravidanza, ovvero nel periodo in cui i padri dei piccoli solitamente sono meno interessati a fare sesso con le loro partner, per non mettere a rischio la salute dei loro figli.

Gomez ha tenuto tuttavia a precisare una cosa. «I risultati da noi ottenuti non dovrebbero essere utilizzati per spiegare l’evoluzione dell’orientamento sessuale negli esseri umani, poiché lo studio si è concentrato sul comportamento omosessuale definito come corteggiamento a breve termine o brevi interazioni di accoppiamento, piuttosto che su una preferenza sessuale a lungo termine. Il comportamento sessuale inoltre è stato studiato attentamente solo in una minoranza di specie di mammiferi, e quindi la nostra comprensione dell'evoluzione del comportamento potrebbe continuare a cambiare man mano che verranno studiate più specie».

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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