INCONTRI SELVAGGI
episodio 15
23 Maggio 2024
10:47

L’istrice spara davvero i suoi aculei? Come si difende questo guerriero “spinoso”

L'istrice si distingue per una caratteristica unica: è interamente ricoperto di aculei. Ma è vero che può spararli contro i predatori? La risposta è no, questo roditore usa altri trucchi per difendersi.

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L'istrice, il più grande roditore in Italia, si distingue per la sua caratteristica unica: è interamente ricoperto di aculei. Questi aculei non sono solo un ornamento, ma una formidabile arma di difesa contro i predatori più temibili. Fa parte della famiglia degli Istricidi e può raggiungere gli 80 centimetri di lunghezza e i 13 chili di peso. È un animale notturno che potremmo incontrare qui in Italia durante una passeggiata in montagna o in qualche sentiero, perché l'istrice, oltre che l’Africa settentrionale, abita anche il Sud e il Centro-Nord della nostra penisola, comprese la Sicilia e l’isola d’Elba.

Gli aculei che lo ricoprono vengono utilizzati come arma di difesa contro i predatori: si tratta di peli modificati e irrobustiti, colorati in modo alternato di bianco e di nero, che possono persino superare i 30 centimetri. Sono composti da cheratina, ovvero la stessa sostanza di cui sono fatte le nostre unghie, e si drizzano solo e soltanto quando l’istrice è spaventato. Ma è vero che può lanciarli? La risposta è no, questo roditore si difende diversamente dai predatori.

È vero che l'istrice spara gli aculei?

In molti credono che il meccanismo difensivo dell'istrice consista nello sparare o lanciare i suoi aculei appuntitissimi, ma questa è solo una credenza popolare. La leggenda è alimentata dal fatto che non è raro ritrovare i propri cani feriti dai porcorspini: i nostri amici a quattro zampe, infatti, soprattutto se lasciati scorrazzare di notte, potrebbero essere feriti dagli aculei dopo aver infilato il muso nella tana dell’istrice o dopo essersi avvicinati troppo all’animale per curiosità o per istinto predatorio. Quindi sono proprio questi eventi, difficilmente osservabili da spettatori umani perché avvengono prevalentemente di notte, che nel tempo avrebbero alimentato questa credenza dell’istrice “spara-aculei”.

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Come si difende davvero l'istrice

L'istrice, dunque, si difende rizzando i suoi aculei diventando così molto pungente e pericoloso per chiunque gli si avvicina. In più, se in pericolo, fa vibrare la coda – anche lei dotata di aculei ma cavi. Infatti se  li avvicina al resto del manto e li fa sbattere contro gli altri, produce una specie di tintinnio simile al suono delle maracas. In questo modo cerca di spaventare i nemici e di evitare quindi lo scontro. Ma se proprio il predatore non ne vuole sapere di levarsi dai piedi, allora l’istrice si muove camminando all’indietro, con il posteriore rivolto verso il nemico, così che gli aculei possano infilzarsi nella pelle dell’aggressore, provocando gravi ferite. Diciamo che è una delle poche creature che possano permettersi di voltare le spalle al nemico!

Perché l'istrice ha gli aculei?

Il motivo per cui i suoi peli si sono irrobustiti diventando degli aculei molto appuntiti va ricercato nell'habitat di origine di questo animale. Nonostante spesso possiamo incontrarlo in Italia, infatti, l'istrice avrebbe origini africane. Sulla sua distribuzione in Italia gli studiosi non sono tutti d'accordo: c’è chi sostiene che sia presente dal lontano Pleistocene, visti i diversi ritrovamenti di fossili risalenti a quel periodo, e che quindi sia sopravvissuto senza soluzione di continuità fino ai giorni nostri, cioè senza mai estinguersi; c’è chi invece sostiene che si sia estinto in un primo momento e che sia stato portato successivamente nei nostri territori dai Romani che apprezzavano molto la sua carne e quindi decisero di prenderne qualcuno dall’Africa e di portarlo qui in Italia.

Quali sono i predatori dell'istrice?

In Italia, l'istrice non ha predatori naturali, se non occasionalmente lupi o volpi che potrebbero decidere di cacciare questo animale. Tuttavia, nella savana africana, l'istrice può essere preda di predatori molto potenti come leoni o leopardi. Nonostante ciò, attualmente la specie è considerata a rischio minimo di estinzione ed è soggetta a protezione legale. Purtroppo, tuttavia, l'istrice è spesso vittima del bracconaggio. L'intervento umano nei confronti di questa specie avviene principalmente per due motivi: per proteggere le coltivazioni agricole dalle sue incursioni e per l'attrattiva commerciale della sua carne.

Inoltre, gli incidenti stradali rappresentano un grave pericolo per gli istrici. Molte volte, a causa dell'oscurità, gli automobilisti non riescono a notare la loro presenza sulla strada e finiscono per investirli accidentalmente. Questi incidenti contribuiscono significativamente al declino delle popolazioni di istrice.

Riccio, porcospino o istrice: qual è la differenza?

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In Italia, sia il riccio sia l'istrice sono spesso chiamati "porcospino". Tuttavia, questa denominazione è imprecisa e può generare confusione. Infatti, solo l'istrice può essere correttamente definito "porcospino", mentre il riccio non lo è affatto. I due animali appartengono a famiglie completamente diverse: l'istrice appartiene alla famiglia degli Istricidi, mentre il riccio appartiene alla famiglia degli Erinaceidi. Questo significa che il riccio non è un roditore, a differenza dell'istrice.

Esistono varie specie di porcospini, che possono essere suddivise in due grandi gruppi: i porcospini del Nuovo Mondo e i porcospini del Vecchio Mondo. L'istrice presente in Italia è un esempio di porcospino del Vecchio Mondo.

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Gli aculei appuntiti e lunghi sono quindi utili per difendersi da predatori molto grandi e potenti come iene, leoni o leopardi, cioè tutti animali che vivono nella savana. Allo stesso modo, sono fondamentali anche contro predatori che si trovano dalle nostre parti, dai più grossi come lupi e orsi, fino ai più piccoli come le volpi.

Come fanno gli istrici ad accoppiarsi senza pungersi?

Per accoppiarsi, gli istrici non solo possono direzionare i loro aculei, ma sia il maschio sia la femmina adottano vere e proprie "manovre" per garantire il successo dell'accoppiamento. Il maschio cerca di spostare delicatamente gli aculei sulla coda della femmina con il muso, incoraggiandola così a dirigere le altre sporgenze altrove. D'altra parte, la femmina solleva la sua coda e la posiziona sulla schiena, alzando contemporaneamente gli aculei sulla testa.

Sono monogami, cioè si accoppiano con un unico partner nel corso di una o di più stagioni riproduttive, e i loro piccoli nascono già con gli aculei, che però inizialmente sono morbidi e poco sviluppati, ma con il tempo cresceranno e diventeranno più duri.

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Cosa fare se si trova un istrice

L'istrice è schivo ed evita il più possibile l’incontro con l’essere umano, ma talvolta è possibile incontrarlo lungo un sentiero o in montagna, soprattutto nelle ore notturne.

Se involontariamente dovessimo entrare in contatto con un istrice, lui tenterà di difendersi come di fronte a qualsiasi altro predatore: in questo caso è essenziale allontanarsi lentamente, senza voltare le spalle all’animale. Ma in generale, mantenere la distanza di sicurezza, evitare movimenti bruschi e comportarsi in modo rispettoso, sono gli ingredienti fondamentali per un incontro sicuro e armonioso con qualsiasi selvatico, quindi anche con l’istrice.

Incontrarne uno mentre di notte stiamo percorrendo in auto una strada di campagna è molto molto più probabile: se questo dovesse accadere, è bene spegnere il veicolo e le luci, così da permettere all’animale di non spaventarsi e di allontanarsi con calma, riducendo così il rischio di investirlo e garantendo la sua sicurezza a tutte le vite coinvolte.

Se invece dovessimo veder tornare a casa il nostro cane con qualche aculeo infilato nel muso o nelle zampe, è fondamentale che gli aculei vengano estratti nella loro interezza: in questo caso, la cosa migliore sarebbe rivolgersi a un veterinario che sicuramente sarà in grado di intervenire nel modo più opportuno, evitando quindi che il nostro amico a quattro zampe incorra in infezioni che potrebbero risultare anche fatali.

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