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4 Luglio 2023
17:15

L’intelligenza artificiale come strumento per tutelare l’ambiente: lo studio sulle tartarughe marine

L'intelligenza artificiale ha trovato spazio in moltissimi ambiti lavorativi semplificando, e a volte sostituendo, diversi lavori svolti dall'uomo. Un nuovo studio volto all'analisi del comportamento della tartaruga a dorso piatto dimostra che può essere applicata anche alla ricerca scientifica.

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Fare ricerca in ambito scientifico e ambientale, per quanto possa essere interessante e coinvolgente, è sicuramente molto complesso. Tutto ciò che sappiamo riguardo la natura, gli animali e le piante lo dobbiamo ai ricercatori che hanno impiegato anni ed anni a raccogliere, analizzare ed interpretare pazientemente migliaia di dati. In questo periodo storico, però, l'intelligenza artificiale si sta evolvendo sempre di più e un nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Applied Ecology, ne è la prova: grazie a una versione di intelligenza artificiale nota come "apprendimento automatico", un team di ricercatori ha dato senso a moltissimi dati raccolti da data logger utilizzati per monitorare i comportamenti della tartaruga a dorso piatto (Natator depressus), una specie ancora poco conosciuta.

In tutto il mondo le diverse specie di tartarughe marine sono costrette ad affrontare una grande varietà di minacce legate alle attività umane come la cattura accidentale da parte dei pescherecci, l'ingestione involontaria di plastica, il rischio di lesioni causate delle imbarcazioni. Per questo è necessario conoscere le loro abitudini per poter pianificare nel modo migliore possibile dei piani di gestione e conservazione. Questo studio, quindi, tramite l'utilizzo di strumenti di blogging, mirava a raccogliere quanti più dati possibili sulla tartaruga a dorso piatto per comprendere in che modo utilizzasse il proprio habitat col fine di individuare informazioni per la pianificazione territoriale e la gestione della conservazione della specie.

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«Abbiamo collegato sensori di movimento alle tartarughe che hanno registrato dati ad alta risoluzione (50 volte al secondo) per dipingere un'immagine dettagliata di dove fossero e cosa stessero facendo sott'acqua dove non possiamo vederle facilmente», ha spiegato Jenna Hounslow, dottoranda e autrice principale dello studio. «Alcuni dei data logger includevano anche videocamere. Questo ci ha permesso di utilizzare i comportamenti osservati in 83 ore di video per insegnare al nostro sistema di intelligenza artificiale come identificare con precisione i comportamenti di riposo e foraggiamento dai soli dati. L'utilizzo dell'apprendimento automatico ci permette di analizzare enormi quantità di dati, un compito che sarebbe impegnativo e dispendioso in termini di tempo per l'uomo».

È proprio questa la cosa innovata: l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per semplificare e velocizzare il lavoro di analisi dati. In questo modo si accorciano di molto i tempi di ricerca, cosa che permette di pubblicare molto più velocemente gli studi e, di conseguenza, realizzare molto in anticipo i piani di conservazione. Tutto questo è estremamente utile vista la situazione nella quale ci si trova adesso, ovvero una corsa contro il tempo dato che il Pianeta è al collasso e sono in pericolo quasi tutti gli organismi viventi, avere quindi chiaro il prima possibile il modo per salvaguardarli è cruciale.

Per quanto riguarda questo studio, dall'analisi dei dati è emerso che le tartarughe riposano e si nutrono negli stessi posti i quali, in base alla differenze di temperatura dovute alle stagioni e ai periodi in cui si verificano le grandi maree, cambiano durante tutto il corso dell'anno. «Abbiamo scoperto che le tartarughe a dorso piatto riposano sul fondo del mare e si nutrono basandosi sui modelli di marea, invece di seguire il solito ciclo giorno/notte». Le tartarughe verdi (Chelonia mydas), ad esempio, sono solite compiere grandi spostamenti durante in giorno per poi adagiarsi sul fondo del mare per riposare.

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Conoscere informazioni del genere relative all'ecologia di queste tartarughe è fondamentale per evitare che possano essere disturbate dal traffico navale o da altre attività umane. Tutto questo è stato reso possibile grazie all'aiuto dell'intelligenza artificiale. «Le specie marine sono difficili da osservare direttamente e i data logger multi-sensore possono produrre una quantità enorme di dati, quindi questa nuova tecnica potrebbe essere la chiave per conoscere il comportamento di un certo numero di specie minacciate», ha spiegato Adrian Gleiss, docente senior della Murdoch University.

In conclusione, l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nel campo della ricerca scientifica e ambientale sta aprendo nuove prospettive e accelerando significativamente il processo di raccolta e analisi dei dati. Lo studio condotto sulla tartaruga a dorso piatto è un esempio di come l'apprendimento automatico possa essere impiegato per comprendere meglio il comportamento di specie marine minacciate. Questa nuova tecnica si rivela particolarmente preziosa data l'urgente necessità di proteggere gli organismi viventi e l'ambiente naturale, in un momento in cui il nostro pianeta è sottoposto a una crisi senza precedenti. Grazie all'impiego dell'intelligenza artificiale, siamo in grado di accelerare la ricerca scientifica e di adottare misure di conservazione in modo più tempestivo, nel tentativo di preservare la biodiversità e garantire un futuro sostenibile.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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