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18 Aprile 2021
18:00

L’elefante Filippo, Gianni il bradipo e gli altri: le loro storie surreali diventano narrativa urbana nelle strade di Roma

Da mesi gli abitanti del quartiere Monteverde, a Roma, possono leggere manifestini lungo le strade che parlano di fantastici animali scomparsi. Filippo l'elefante, che non sopporta le auto in doppia fila e Gianni il bradipo, appassionato di serie tv che si è dato alla corsa. Ecco il senso delle loro storie: un'esperienza di narrativa urbana.

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Gilda non ha il collare. E’ una pantera mansueta, aggredisce solo se vede carbonara fatta con la panna. Filippo è un elefante, è narcisista e irascibile soprattutto quando vede auto posteggiate in doppia fila. Ursula è una donnola tutta di un pezzo, ha studiato e lavorato in varie parti del quartiere. La vicina che l’ha vista uscire di casa la settimana scorsa ha giurato di non averla mai vista così arrabbiata. «Le ho sentito dire che andava in un negozio di mobili a via Gregorio VII per fare una spesa folle», ha dichiarato il portiere del palazzo. Sono questi alcuni dei racconti che ormai da quasi due mesi sono affissi tra le vie del quartiere Monteverde, a Roma.

Oltre a Gilda, Filippo e Ursula, in questa operazione di "narrativa animale urbana", c’è anche Gianni, un bradipo, che al posto del collare ha una collana di dente di squalo. E’ noto come campione di maratone Netflix e, comprate scarpe da corsa e pantaloncini, si è dato al running sfrenato. Poi c’è Elvira, una talpa, che un tempo lavorava nel corpo diplomatico in Uzbekistan e che ha partecipato poi a importanti progetti infrastrutturali, come quello del tunnel del Brennero. O c’è anche Carlo il tarlo, tipo “ambizioso e traffichino” che per anni si è dedicato alla politica e alla vita di partito.

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«Tutto è nato in modo spontaneo passeggiando per il quartiere, prendendo spunto dalle locandine che spesso si incontrano lungo la strada e che sono dedicati agli smarrimenti di animali», racconta a Kodami uno dei proponenti di questa iniziativa, che preferisce restare anonimo perché, spiega, gli stessi suoi figli rimangono particolarmente sorpresi da questi manifesti e quindi lascia a loro la magia di continuare a credere sulla loro veridicità. A gestirla sono in due: lui e la mamma di altri bimbi della zona, che ha avuto l’intuizione di dar vita a questa esperienza. «La prima installazione c’è stata alcuni mesi fa. Le prime erano brevi descrizioni di qualche riga, poi sono diventate microstorie che danno anche consigli su come si può vivere la bellezza del quartiere, qui a Monteverde», continua.

I due proponenti hanno creato anche un indirizzo e-mail dove inviare le segnalazioni (iohopersouncucciolo@gmail.com) e hanno ricevuto diverse lettere. «I bambini amano animali come la pantera, la marmotta Carlotta o Ursula, che l’abbiamo chiamata così proprio come la Von der Leien», sottolinea. Il gioco di «narrativa urbana», prosegue il papà, «parla di comportamenti umani». «Mi piace che sia un racconto e che abbia legami con la città», conclude. Un po' didattico, un po' divulgativo, un po' emotivo: un gioco, sugli animali scomparsi, che sa di magia.

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